Fiume Carbone (atto sesto): quando Lapunzina e i Consiglieri di opposizione suonarono l’allarme

Ritratto di Saro Di Paola

30 Agosto 2013, 10:14 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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Dopo il rilascio della concessione demaniale alla GEDI dei fratelli Di Noto

i Consiglieri di quella che, allora, era la maggioranza consiliare che sosteneva l’Amministrazione Vicari, in data 21 febbraio 2006, presentammo una interrogazione per chiedere all’Amministrazione le ragioni per le quali l’Assessorato, prima di rilasciare la concessione, non avesse interessato gli organi comunali.

Però, a riaccendere i riflettori della Politica sul destino dell’area del “ripascimento di Fiume Carbone” ancor prima che l’Amministrazione avesse risposto a tale interrogazione fu la mozione presentata, in data 20 marzo 2006, dai Consiglieri di opposizione (Lapunzina, Cristina, Fertitta,Crisafi e Curcio)

Con tale mozione, i Consiglieri di opposizione chiedevano che il Consiglio impegnasse l’Amministrazione comunale ad “attivarsi presso l’Assessorato al Territorio ed Ambiente e tutti gli altri Enti interessati perché venisse data attuazione a quanto previsto nel progetto di “Quadrato Verde” fatto proprio dalla Regione Sicilia all’atto dell’approvazione del cosiddetto “Ripascimento della costa di Fiume Carbone” ”

La mozione venne discussa dal Consiglio nella seduta del 29 marzo 2006. 

In quella seduta,ad aprire il dibattito fu il Consigliere Giovanni Cristina.
Egli, dopo avere fatto rilevare che “dalla lettura dell’atto concessorio emergeva che il parere del Comune era stato acquisito con il silenzio assenso”  espresse pesanti critiche al Sindaco Vicari, che “in nove anni di amministrazione nulla aveva fatto per quell’area” facendo sì che un privato si attivasse per chiederne ed ottenerne la concessione al fine di attrezzarla con tre stabilimenti balneari, tre pizzerie, aree a parcheggio per una potenzialità di cento posti di lavoro.

Cristina così continuò:
“Anche se la proprietà di quell’area è del Demanio Marittimo la programmazione del territorio spetta al Consiglio comunale che deve vedere come riappropriarsi della materia per esercitare la sua potestà programmatoria, sull’uso delle coste
ed aggiunse:
Perché ogni volta che si promuove un progetto si fa riferimento al numero di posti di lavoro che si creeranno? Bisogna, piuttosto, verificare se questo progetto rientra nello sviluppo, nelle potenzialità di questo territorio e se obbedisce alle esigenze di questa città.
E’ un pezzo di territorio di Cefalù e non può passare inosservato dal Consiglio comunale anche se non appartiene al patrimonio comunale”.


(seguirà: Fiume Carbone (atto settimo): il seguito del dibattito del 29/3/2006 e le ragioni del no della maggioranza alla mozione presentata dall' opposizione)

Saro Di Paola, 30 agosto 2013

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Articoli precedenti:

Fiume Carbone (atto primo): quando la Regione Sicilia spacciò la discarica per ripascimento - 7 Agosto 2013 (https://www.qualecefalu.it/node/2867)

Fiume Carbone (atto secondo): quando il progetto di “Quadrato Verde” servì a gettare fumo negli occhi - 9 Agosto 2013 (https://www.qualecefalu.it/node/2970)

Fiume Carbone (atto terzo): come procedettero i lavori di realizzazione della diga foranea - 10 Agosto 2013 (https://www.qualecefalu.it/node/2996)

Fiume Carbone (atto quarto): quando, ultimata la diga foranea, la politica capì che non era questione di linee - 12 Agosto 2013 (https://www.qualecefalu.it/node/3015)

Fiume Carbone (atto quinto): quando, dopo tre lustri di silenzio, la politica di Cefalù tornò ad occuparsi dell’area del ripascimento - 16 Agosto 2013  (https://www.qualecefalu.it/node/3050)

ed, inoltre,

Fiume Carbone: nel 2013 continuo a fare il tifo per il mare - 13 Agosto 2013 (https://www.qualecefalu.it/node/3030)

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