16 Agosto 2013, 09:03 - Italo Piazza [suoi interventi e commenti] |
Era il 1987 quando conobbi Edilio Riccini, occasionalmente, in una discarica di Fiume Carbone dove io, assieme al mio amico e collaboratore Salvatore Misuraca, nei momenti liberi, da amanti dell'archeologia, andavamo a cercare piccoli reperti archeologici che i camion scaricavano allora in quel sito vicino al mare e dove trovavamo cose interessanti dagli scavi che si producevano a Cefalù in quel periodo. Lui, Edilio, cercava cose strane come radici di piante modellate dalla natura, oppure ciottoli a cui il mare aveva dato una forma strana per poi lavorarli. Così una parola tira l'altra siamo diventati amici, e badate, non era facile essere suo amico, bisognava capirlo, ascoltarlo e non contraddirlo. Nel Luglio del 2001 ci incontrammo nella via Carlo Ortolani di Bordonaro, dove aveva allestito un locale in cui erano esposte le sue bizzarre opere miste, vetro e ferro, pietre scolpite, quadri dipinti astrattamente e tantissime altri oggetti molto interessanti che vendeva ai turisti.
Parlando del più e del meno, il discorso finì su Saro Mileo che io conobbi nei primi anni che mi sono stabilito definitivamente a Cefalù, con la mia famiglia e cioè nel 1963 appena congedato dalla Guardia di Finanza. Fu cosi che mi disse di avere del materiale di Mileo, e me l'avrebbe regalato con piacere, era un buon rapporto il nostro, avevamo stima reciproca l'uno dell'altro. Il giorno successivo andai a trovarlo a casa sua dove mi disse di andarlo a trovare, e mi diede oltre ad un manufatto da Mileo, anche una busta di foto dove vi erano delle opere che il "Maestro" aveva creato. Passavo spesso dal laboratorio di Saro Mileo, che era all'inizio dell'allora via Roma, dove abitavano i miei parenti al numero 73. Un giorno vi entrai chiedendo permesso, e lui come sempre indaffarato a dipingere, modellare o scolpire qualcosa mi venne incontro col suo accattivante sorriso amichevole. Metteva subito a proprio agio i visitatori e si compiaceva molto se lo si lodava per l'arte che lui era in grado di creare, in quel laboratorio aveva moltissime opere d'arte appese o sopra a dei piedistalli. Diventammo subito amici specialmente sapendo che ero figlio di Luigi, e di cui era amico dei miei nonni paterni (dove lui si serviva per farsi riparare le scarpe), e dei miei zii, Pietro, (prima cornetta) e Salvatore (clarino), fratelli di mio padre che suonavano nella banda musicale diretta dal maestro Fumarola.
Purtroppo in quegli anni ero oberato di lavoro, costruivamo appartamenti con i miei fratelli, ed eravamo impegnati dalla mattina fino a sera tardi, ma quando avevo qualche minuto libero mi faceva piacere andarlo a trovare ripromettendomi di comprare qualche opera sua, e nel contempo ammirarlo mentre lavorava. Ma per una ragione o l'altra non fu possibile perché il 23 Febbraio 1982 avvenne la sua scomparsa che mi addolorò moltissimo per molto tempo specie quando passavo davanti a quello che era stato il suo laboratorio. A distanza di anni, grazie all'amico Edilio Riccini, che io ricordo con simpatia, (dispiacendomi di aver appreso della sua scomparsa l'anno scorso dopo tante sofferenze di questi, dovute al fatto di essere stato affidato ad un ospizio per anziani, quale lui non avrebbe mai voluto sottomettersi essendo stato per tutta la vita, "uno spirito libero"), mi regalò un manufatto ligneo che rappresenta il volto bellissimo di Gesù sofferente, in legno di olivo che misura 31x21 che vedete nelle foto, ed una busta di fotografie di opere che il "poliedrico" maestro Saro Mileo aveva prodotto negli anni.
Il mio, vuole essere un appello a tutti quelli che hanno delle opere del "Maestro Mileo", così da potergli dedicare una mostra che rivaluti una persona, un personaggio che era schivo dall'evidenziarsi e mostrarsi al pubblico, e dare a Mileo quello che era di Mileo cioè l'aggettivo di "Artista".
Italo Piazza
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Commenti
Salvatore Culotta -
Veramente ottimo
Veramente ottimo, sia per quanto già raccolto sia per l'iniziativa, alla quale, se gradito, darei volentieri il mio aiuto.