28 Luglio 2013, 15:31 - Quale Cefalù [suoi interventi e commenti] |
Fonte: Il Giornale.it – Articolo di Vittorio Sgarbi - Dom, 28/07/2013
L'Italia dell'arte muore. Chiude il museo di Antonello da Messina
"Tagliato" il Mandralisca di Cefalù, simbolo della civiltà siciliana. Non si vedrà più l'Ignoto marinaio. E Crocetta, cosa fa?
Nell'ignoranza generale, che rappresenta la vera decadenza dell'Italia del nostro tempo, può capitare che un meraviglioso ciclo di affreschi di un grande maestro del '400, che prende il nome dal suo paese - maestro di Cercenasco - sia lasciato deperire con infiltrazioni d'acqua e vistosi sollevamenti dell'intonaco, mentre a poche decine di metri si progetta e realizza una rotatoria con una orripilante scultura alta 5 metri, e si affida a un artista alla moda, Paolo Grassino, il disegno dei tombini, delle fogne, con una spesa superiore a quella che occorrerebbe a conservare gli affreschi.
Non c'è niente da fare, l'ignoranza è la madre della cattiva politica. Quello che abbiamo davanti agli occhi non si vorrebbe credere, eppure accade in molti luoghi d'Italia. E, naturalmente, anche in Sicilia. Nell'indifferenza totale delle istituzioni e, in particolare, delle autorità regionali, uno dei luoghi simbolici dell'arte siciliana, il Museo Mandralisca, si avvia, entro pochi giorni, malinconicamente, a chiudere.
Chiudere un Museo è sempre una sconfitta, ma tanto più lo è se dentro al Museo vi è una delle opere più celebri e ammirate del Rinascimento italiano: il Ritratto dell'Ignoto Marinaio di Antonello da Messina: un vero e proprio simbolo, artistico e antropologico, dell'uomo siciliano. Un sorriso più misterioso e intenso di quello della Gioconda. Si può immaginare che chiuda un Museo con un capolavoro come questo? Certo è che la Sicilia patisce il suo destino. Quale autorità penserebbe, a Milano, di decidere o di consentire la chiusura del Museo Poldi Pezzoli? Ma in Sicilia questo può accadere, ed è il più evidente segno delle lacerazioni e delle ferite della mafia. A parole si combatte la mafia, intanto si chiude un Museo così straordinario nella bellissima e turistica Cefalù.
Ma non si vergogna Crocetta? Ha speso energie per contrastare i radar nelle basi americane per demagogia e retorica ed è stato del tutto sconfitto. Ma non si è preoccupato di fare ciò che la sua coscienza doveva imporgli: fare qualunque cosa per impedire questa serrata che umilia la cultura nei luoghi simbolici, con tutto il parlare che si fa della formazione dei giovani. Ma non importa a nessuno: tutte parole vane. Nessuna idea, nessuna consapevolezza dei valori che s'invocano per puro vaniloquio.
Il Museo è ricco di collezioni: oltre alla Pinacoteca, una sezione archeologica, una raccolta malacologica, una collezione di monete e un arredo di mobili e oggetti pregevoli. Il Museo è anche ricercato, nonostante la cattiva politica turistica. Ed è visitato da circa 20 mila persone l'anno. È importante osservare che, nel testamento, il fondatore, il barone Enrico Piraino, nel pieno fervore di ideali risorgimentali, espresse programmaticamente l'intendimento di legare alla città le sue raccolte allo scopo di favorire la formazione di una classe popolare cittadina colta ed evoluta (come nei decenni si è dimostrata la popolazione di Cefalù). Responsabile e cosciente. Era una dimostrazione, anche politica, della posizione del barone Piraino, rispetto alla tradizione aristocratica degli eruditi siciliani. E a tal punto credeva in questi principi, d'aver disposto, a fianco del museo, la creazione di un Liceo e di una scuola serale, mantenuti con i suoi propri beni. Il Museo era quindi, con la biblioteca, il deposito di un sapere, vario ed esemplare, nel quasi totale vuoto d'istituzioni scolastiche a Cefalù e nelle cittadine vicine (con 4 abitanti su 5 analfabeti).
Il Liceo Mandralisca fu dunque una emanazione del Museo; e il nesso così forte che le materie d'insegnamento e il personale scolastico erano stati indicati nel testamento del fondatore con grande precisione. Nacque così la «Fondazione scolastica Mandralisca», che adottò i dipinti e gli oggetti della Pinacoteca comunale. Una storia esemplare, consacrata, nella letteratura, da Guido Piovene nel suo Viaggio in Italia, e da Vincenzo Consolo, con il libro Il sorriso dell'ignoto marinaio ispirato al dipinto di Antonello. Di quella civiltà e di quella cultura, nella coscienza degli attuali amministratori, non rimane più niente. Fumo e falsa lotta alla mafia.
In Sicilia occorre inventare il contrasto con le mafie praticandone lo stesso modello d'ignoranza e d'insensibilità, come ha dimostrato, proprio a Cefalù, con inaccettabile retorica Manfredi Borsellino, senza rispettare neppure i nobili insegnamenti e riconoscimenti materni. Con il suo ministro Alfano, ha contrastato la mia presenza a Cefalù. Ne vediamo oggi i risultati e gli imperdonabili errori. Io avevo tentato di riaccendere l'attenzione, nell'indifferenza delle istituzioni, sul Museo Mandralisca, segnalando nel Museo un altro capolavoro: una Vanitas di Angelo Caroselli, originale ed eccentrico pittore caravaggesco. Tutto inutile e cieca indifferenza da parte della Regione. Il presidente Crocetta non sente la responsabilità del Museo Mandralisca, con la sua eredità culturale e morale, ma si sente minacciato dalle proteste dei rappresentati del Movimento Cinque Stelle. [...]
Continua a leggere l'articolo all'indirizzo web: http://www.ilgiornale.it/news/cultura/939374.html
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Commenti
Totò Testa -
basta, non se ne può più ...
un'altro ben conosciuto cialtrone che, con un insensato ed illegibile sproloquio decide che il Mandralisca deve chiudere, solo per trovare spunto per offendere!
Angelo Sciortino -
A Vittorio Sgarbi
Tutto condivisibile, tranne il richiamo a Manfredi Borsellino, che in questo contesto non c'entra. Il richiamarsi di Sgarbi alla sua storia personale, ne fa un politico più simile a Crocetta e agli amministratori locali, che critica aspramente, e ai quali sarebbe somigliato, se fosse divenuto sindaco di Cefalù.
Difendiamo il Museo, ma dignitosamente e in nome della cultura, che è cosa diversa dall'erudizione. Difendiamo la nostra storia, che è il Museo, ma anche l'ospedale Giglio; difendiamo il paesaggio e i suoi impareggiabili panorami: difendiamoci, in sostanza, della tanta ipocrisia, che ci circonda. Di quell'ipocrisia, che promuove le sfilate per la legalità, mentre guarda con sufficienza alle tante piccole illegalità, che allontanano i cittadini dalla legge.
Se Sgarbi vuole aiutarci, venga pure a Cefalù, ma non per tenere qualcosa di simile al suo ultimo deludente comizio, piuttosto venga per essere un amplificatore del grido disperato di chi già comprende il pericolo, che sta correndo Cefalù, e suscitatore di altre grida.
Se verrà conscio di questo suo dovere, allora sarò al suo fianco; se verrà soltanto per proclamare, se ne astenga, perché abbiamo già un uomo che fa proclami, anche se in un italiano meno corretto.
Gianfranco D'Anna -
Sgarbi ama realmente Antonello da Messina
Al di là del non condivisibile pensiero su Borsellino, lo scopo di Vittorio Sgarbi è chiaro ed è lui stesso a dirlo, richiamando l’episodio del “riconoscimento” della Vanitas di Angelo Caroselli: “Io avevo tentato di riaccendere l’attenzione, nell'indifferenza delle istituzioni, sul Museo Mandralisca...”
Sgarbi ama realmente Antonello da Messina – ogni volta che viene a Cefalù si reca “a far visita” all’Ignoto – ed ha a cuore il Museo Mandralisca.
Sgarbi, personaggio che tutti conosciamo, si trova a proprio agio nella polemica, vive della polemica, del sollevare polveroni mediatici ma è proprio attraverso le discussioni che anima che attira l’attenzione su di sé e, in questo caso, sulla Fondazione Mandralisca.
Basta guardare i titoli di alcuni giornali telematici:
Gianfranco D'Anna -
Iniziativa de "il Giornale" a sostegno del Mandralisca
Salviamo il museo di Cefalù: manda una mail a Crocetta
Ieri (28 luglio - n.d.r.) su queste pagine Vittorio Sgarbi ha denunciato l'imminente chiusura - nell'indifferenza delle istituzioni - del museo Mandralisca di Cefalù, dove sono custoditi capolavori assoluti, fra i quali l'«Ignoto marinaio» di Antonello da Messina.
E «il Giornale» lancia un appello per evitare la chiusura. Partecipa anche tu mandando una mail al governatore Crocetta: lo puoi fare su www.ilgiornale.it
Tratto da: http://www.ilgiornale.it/news/cultura/album-salviamo-museo-cefal-manda-mail-crocetta-939581.html