25 Luglio 2013, 17:10 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Questo è il famigerato articolo 21 del Regolamento comunale, approvato nel 2006:
Art. 21 - Mestieri girovaghi e spettacoli viaggianti.
1. Coloro che esercitano mestieri girovaghi (suonatori, funamboli, artisti etc.) non possono sostare sulle aree e spazi pubblici del Comune, sui quali è consentito lo svolgimento di dette attività, senza avere ottenuto il permesso di occupazione.
2. Coloro che esercitano attività circense o di spettacoli o giochi di qualsiasi tipologia, con strutture di forme e dimensioni varie, potranno svolgere la loro attività dietro concessione dell’Ufficio competente, purché siano state individuate aree idonee con specifico provvedimento.
Un articolo e un regolamento che lasciano perplessi. Che cosa significa, infatti, “sui quali è consentito lo svolgimento delle attività”? Non sarebbe stato bene indicare chiaramente tali aree, per non affidare a chi gestisce il potere di decidere con troppa discrezionalità la concessione, si tratti di un burocrate o di un membro dell'Amministrazione?
Questo equivale non ad avere cittadini soggetti alla legge, ma sudditi sottomessi alla volontà del “capo”. E' questo il motivo per cui ho consigliato l'approvazione di una delibera, che indicasse più chiaramente le norme da rispettare sia da parte del concedente e sia da parte del concessionario. Di una simile delibera mi sono permesso d'indicare una bozza (https://www.qualecefalu.it/node/2717).
La situazione è più grave di quanto sembri, soprattutto a giudicare dal servizio fotografico pubblicato su questo sito da Pino Lo Presti (https://www.qualecefalu.it/node/2740) e dalla dichiarazione fatta dalla stessa signora Ambra D'Agostino: “Ribadisco: oggi alle 14.06 ho avuto una conversazione telefonica al mio cellulare con il sig. Sindaco che non mi ha parlato di nessun regolamento sul suolo pubblico, bensì mi vietava tassativamente di riesibirmi in piazza Duomo perché "la danza del ventre come le bancarelle offendono la dignità del posto e io le vieto".
La situazione è più grave, perché i fatti e le polemiche seguite sono una prova di come ancora ci si arroga il diritto di stabilire, in piena e solitaria autonomia, che in questo caso la danza del ventre, assimilata per l'occasione alle bancarelle, offende la dignità del posto e pertanto io le vieto. Ecco spiegato quello che ritenevo un lapsus: la mia città.
Ma si dà il caso che questa è la città di tutti i suoi cittadini, che democraticamente si autogovernano e tutti insieme vogliono stabilire le regole, alle quali devono ubbidire e alle quali devono ubbidire anche gli amministratori eletti da essi e non nominati da chicchessia, essendo finita nel sangue l'epoca dei podestà.
In questo senso, quindi, vogliono e devono essere i cittadini – e per essi i loro rappresentanti – a stabilire che cosa vietare e come vietarlo. Nessuna delega in bianco, specialmente a chi, come dimostrano le foto pubblicate da Pino Lo Presti, in altre occasione non si è vergognato di permettere e sponsorizzare esibizioni più offensive per la dignità del posto.
Più offensive perché, se non lo si sa, le danze orientali e quella del ventre sono danze religiose e come tali vanno rispettate, prima ancora che come espressioni artistiche. Lo stesso non credo che possa dirsi per i concorsi di bellezza e per le esibizioni di nudità, tendenti soltanto a mostrare corpi senz'anima, fra i quali il Sindaco è stato felice di essere fotografato, in barba della Cattedrale e del suo Cristo Pantocratore. Legga, o rilegga, la Bibbia e vi troverà più d'un passo, in cui la danza è considerata quasi un inno a Dio, espresso con il corpo.
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Commenti
Angelo Sciortino -
Ambra D'Agostino
Dal gruppo facebook "Saro Lapunzina sindaco di Cefalù":
Ambra D'Agostino
In merito all'articolo 21 comma 1 del regolamento del comune di Cefalù, lo ritengo scandaloso e andrebbe modificato... meglio ancora: abrogato! Molti comuni italiani (vedi Genova o Firenze, per citarne un paio), fanno a meno di autorizzazioni varie e richieste burocratiche ridicole (potete verificare online le delibere di tali comuni), come invece questa amministrazione cefaludese pretende dal 2006... amministrazione che evidentemente non ritiene gli artisti girovaghi una risorsa importante per l'incremento turistico cittadino e per il suo arricchimento culturale. Evidentemente l'amministrazione non ritiene Cefalù alla stregua di città d'arte come quelle sopra citate, altrimenti le avrebbe usate come esempio e si sarebbe adeguata alle loro semplici e trasparenti normative. Pretendere un' autorizzazione scritta per occupazione di suolo pubblico da chi NON VENDE ma fa arte (musica, danza, pittura etc), mi sembra più che superfluo, direi proprio fuori luogo e risibile. E non è di certo un regolamento di cui vantarsi, come da ieri fa insistentemente la signora Maria Luisa La Placa, quando non è impegnata a darmi della bugiarda o ad accostare il termine "cazzata" alle mie dichiarazioni sulla mia conversazione telefonica avuta col Sindaco.