22 Luglio 2013, 05:49 - Pino Lo Presti [suoi interventi e commenti] |
“Non pensate che questa sia una iniziativa propagandistico-elettorale, perchè è già qualcosa che stiamo portando avanti dal 2009”.
Così esordi il sindaco uscente, Giuseppe Guercio, nella sede elettorale di “Onestà e tradizione” e “Cantiere popolare”, quel pomeriggio del 23 aprile 2012.
Già, proseguì, vi era una accordo con la dott.ssa Mormino della Sovrintendenza, favorevole a un porto che si sviluppasse fuori dal sito di Presidiana, così preservandone le caratteristiche naturalistiche come l’alga Posidonia che è ben radicata nella scogliera a ridosso dell’hotel “Le Calette”.
Uno sviluppo del Porto, in quella sede, inoltre avrebbe delle negative ricadute anche per il fenomeno dell’insabbiamento, già così presente, dovuto all’attuale posizionamento della diga foranea.
Infatti, il Porto, - proseguì Guercio - è nato male perchè era stato in origine pensato piuttosto con una diga foranea sotto la chiesetta di S. Antonio (vicino a dove c’è l’attuale depuratore), sì che potesse, volgendo ad est, abbracciare un più ampio specchio di mare.
Prolungare l’attuale diga ad incontrarsi con la punta del promontorio della Calura non farebbe che aggravare il fenomeno, anche se difenderebbe meglio dai venti di nord-est, dal Grecale!
In ogni caso, non vi è, a Presidiana, spazio per un possibile sviluppo in termini di quantità; e pertanto l’idea è di manutenderlo specializzandolo in “peschereccio e da piccolo diporto”, ed individuare una nuova zona per un vero Porto turistico che possa ospitare anche navi da crociera.
Mèta questa sottolineata da Vito Patanella (assessore al turismo, etc... della Giunta Guercio). A Palermo - ricordò - ognuna di queste navi da crociera paga 60 mila euro a stazionamento (52 l’anno). Ma, oltre a queste entrate per il Comune di Cefalù, ci sarebbero migliaia di visitatori in città che si alternerebbero a ciclo continuo.
L’arch. Tarizzo ha, nella più recente presentazione del 20 luglio, indicato in 2.000/2.500 i crocieristi. per 30/40 sbarchi annui, e non si è parlato di questi diritti di stazionamento che evidentemente andrebbero non al comune di Cefalù ma alla società che gestirà il Porto.
Entrambi comunque concordavano sulla importanza della iniziativa tale che qualunque fosse stata l’amministrazione entrante, essa si sarebbe dovuta impegnare per portare avanti questo progetto attualmente di massima.
- l’avv. “in affari” (sua definizione - n.d.r.I) Giovanni Veroni (di origini cefaludesi) e, sulla destra della foto, l’arch. Vittorio Tarizzo, il progettista.
Cosa che è stata, ed è, secondo quanto emerso nel primo incontro pubblico, sul tema del nuovo Porto, promosso dalla amministrazione Lapunzina.
L’idea è quella di un consorzio di holding finanziarie nazionali ed internazionali che dichiaratamente rifuggendo dal voler suggerire l’idea di “colonizzatori”, si vogliono sì fare gli interessi loro su una risorsa naturale locale ma lasciando i locali contenti, intendendo coinvolgerne l’imprenditoria nel business, non gravando sulla amministrazione della rete dei servizi del territorio (e quindi sul Comune) e, in più, coinvolgendo i cittadini nella scelta del “regalo” alla città costituito dalle “Opere di compensazione”, considerati equivalenti agli “oneri di urbanizzazione per la terra ferma.
Ciò che chiedono tali investitori è una concessione 50ennale di uno specchio di 270/300.000 mq. (la dimensione è quella del golfo di Cefalù, dal Molo a S. Lucia), a 400/500 mt. dalla costa, antistante la “discarica” di Fiumecarbone, per realizzarvi un porto semi-galleggiante, con circa 900 posti barca dai 5 ai 50 metri ed oltre, dalla resistenza minima di 100 anni.
- esempi di porti galleggianti.
Un investimento che potrebbe andare, a seconda della distanza dalla costa e quindi della profondità - 8/10/12 metri - dei fondali (importante se si vogliono piccole o grandi nave da crociera, e, in ogni caso mai prossimi ai 6, perchè, in questo caso, nascerebbero problemi di insabbiamento), dagli 85 ai 95 milioni di euro.
(2012)
L’esistenza di un porto incentiva la produzione nautica, ha affermato Tarizzo.
La natura di questo Porto sarebbe per la gran parte di stazionamento fisso per quegli utenti, anche esteri, che spostandosi con l’aereo troverebbero più conveniente avere un posto fisso a Cefalù che sulla Costa Azzurra; solo una ridotta parte sarebbe dedicata alle barche in “transito”!
40.000 sono le richieste, solo in italia, di posti barca fissi per barche dai 10 a 50 metri. Il Mediterraneo copre l’85% della nautica mondiale.
Sulla redditività del progetto finanziario dell’operazione, per gli investitori, riportiamo l’audio delle stesse parole dell’arch. Tarizzo (ASCOLTA AUDIO: tarizzo(1).mp3
(2012
Una impresa questa che - si è sottolineato - vuole essere soltanto “privata”.
Dal nuovo incontro del 20 luglio scorso, sappiamo che un socio - presumibilmente al 49% - , per Cefalù, è addirittura un fondo d’investimento dell’Oman.
In quello Stato, il consorzio di società, sta realizzando diversi porti del genere ed uno di questi si chiamerà proprio “Cefalù” e con quello della nostra città sarà gemellato.
Una operazione di “investimento privato” che - come già detto - non vuole creare problemi alle attività imprenditoriali locali private, piuttosto offrire loro una opportunità, (come agli investitori locali), mai entrando in concorrenza o sottraendo loro fette di mercato.
(2012)
Quindi aperti a collaborazioni con imprese del luogo, e niente attività commerciali (se non per materiali nautici specialistici non presenti a Cefalù; l’architetto ha invitato anzi alla creazione di una cooperativa locale che prendesse le ordinazioni dei clienti - magari via tablet o telefonini - e provvedesse alla consegna in barca di quanto richiesto).
La distanza dalla costa inoltre non sottrae litorale alla balneazione.
E’ stato aggiunto, ad esempio, in questa 2° occasione, che essendoci già un fornitore di carburante a Presidiana non si creerà una nuova stazione di rifornimento nel nuovo Porto, e il Sindaco ha proposto di "lasciare" al Porto “vecchio” le barche da diporto sotto gli 8 metri.
Nel nuovo Porto assolutamente nessun “posto letto” se non quelli di servizio (custode, delegazioni della Capitaneria e della Finanza)!
Sono previste dalle 35 (prima presentazione) alle 50 (seconda presentazione) persone impiegate fisse nella gestione delle strutture, e 400 circa nell’indotto.
Una operazione di “investimento privato” che, come già detto, non vuole creare problemi neanche al pubblico, anzi!
Intanto nessuna richiesta di finanziamenti.
Secondo, nessun sovraccarico, per esempio sulle reti idriche, elettriche, fognarie, etc... del territorio, in quanto l’intera struttura sarebbe autonoma (al 93%) con propri impianti di produzione dell’energia (fotovoltaico, solaretermico, picco-eolico, cioè pali da 30 metri, piuttosto che 60), dell’acqua (desalinizzata) e di smaltimento delle acque reflue.
Terzo, impatto minimo sull’ambiente sia dal dal punto di vista ecologico...
- autosmaltimento degli scarichi (già detto) ed eolico da 30 piuttosto che da 60 metri e non a pala ma rotanti
- la costruzione avverrebbe per agglomerato di prefabbricati. (i 15.000 massi da 5 ton. - cioè 30.000 viaggi di camion - sarebbero realizzati in Tunisia o in altre sedi sulla costa mediterranea di scarso valore ambientale - da individuare -, e portati qui con “zattere”, dall’ ”esterno”; non interessando dunque la rete stradale per il trasporto) non producendosi altresì polveri che su fondo soffochino la flora sottomarina (Posidonia).
- I materiali delle strutture galleggianti, allo stato attuale della tecnologia, potrebbero essere tali da poter essere trasformati (per la grossa parte), alla fine, in bio-massa facile da smaltire quando in futuro (scaduta la concessione) si volesse dismettere l’impianto.
- come verrebbe quello di Cefalù
- la natura galleggiante del 90/95% delle strutture del Porto (quelle evidentemente interne alla diga foranea lunga circa 900 metri) non dovrebbe produrre (specie in una costa già senza sabbia) mutamenti nel fondo sabbioso di quel tratto di costa e, comunque delle correnti, tali da incidere sulle spiagge cefaludesi. Inoltre non si crea stagnazione dell’acqua e quindi dei residui inquinanti minimi (inevitabili) all’interno del porto
... sia dal punto di vista paesaggistico (altezza del muro della diga foranea).
Sulla base di avanzate ricerche idraulico-ingegneristiche, infatti il muro della diga, che per ragioni di sicurezza (basate sui valori delle cosiddette “burrasche centennali”: le più potenti statisticamente nel corso degli ultimi cento anni) dovrebbe essere - sul livello del mare - di mt. 6,50, potrà invece stare sotto i mt. 3,50.
Ciò, oltre a permettere una migliore areazione dell’area interna portuale, evidentemente riduce l’impatto visivo, dalla costa.
In questo nuovo incontro, è da dire, si è parlato di aggiungere ai parcheggi (uno per posto barca + pulmann e taxi) che occuperebbero il 50% dell’area di “ripascimento” di fiumecarbone), 1.200 mq coperti, oltre che per il negozio di materiali specialistici, anche per un cantiere di manutenzione (necessario farlo a terra se all’interno del nuovo porto si vogliono ulteriormente ridurre le aree ancorate al fondale).
E’ chiaro che ogni accorgimento migliorativo ecologico-ambientale è possibile ma rimane una questione di costi e quindi dovrà essere valutato all’interno di una contrattazione con l’Amministrazione locale sul tema delle “opere compensatorie” (dette, ora, nella nuova presentazione, di “mitigazione”), considerate tra “gli oneri aggiuntivi” della realizzazione dell’Opera, e sostitutive degli “oneri di urbanizzazione” che si pagano sulla terra ferma.
Oltre quindi alle suddette opportunità offerte ai privati, la Operazione offre al pubblico le cosiddette “opere di compensazione” o “di mitigazione” (rispetto alla prima presentazione, non si è sentito parlare della “gran parte degli oneri della concessione del demanio marittimo” -150.000 euro l’anno, o poco meno - che sarebbero dovuti entrare nelle casse comunali, per tutta la durata della concessione).
I due sindaci hanno posto in cima alla scaletta la ristrutturazione del Porto di Presidiana.
In questo secondo incontro, tali opere sono state meglio precisate: sostituzione del pontile rotto, illuminazione delle banchine e delle piazzole, colonnine di erogazione elettrica e dell’acqua, dragaggio per rendere accessibile il distributore il cui attuale fondale è di poche decine di centimetri, comprensivo del trattamento dei fanghi asportati.
E’ stato anche detto che, nel nuovo Porto, alla marineria peschereccia locale sarà dedicato un angolo-rifugio da utilizzare in quelle occasioni invernali di mare particolarmente tempestoso.
- come si vedrà da “Villa Palamara”
Seconda necessità in termini di priorità, la sistemazione del Lungomare, che comunque non sarà strutturale ma dell’aspetto (marciapiedi, piazzole, scale, muretti, verde, panchine, etc...
Ampia è stata, l'altro giorno (anche in vista del prossimo incontro sulle Grandi Opere, promosso dal sindaco Lapunzina, sulle aree dismesse dalla Ferrovie), la discussione sul come organizzare la percorribilità del “canale” di comunicazione costiera che si creerà una volta asportati i materiali ferrosi, elettrici e pietrosi ferroviari (la Società proponeva una piccola metropolitana leggera)
Sul tema è intervenuto anche il sindaco di Lascari, Pippo Abbate il quale ha osservato che sviluppandosi il nuovo corridoio da Pollina a Lascari, Cefalù - competente per la parte centrale del percorso - non può però decidere da solo.
L’attuale Sindaco ha sottolineato che qualunque scelta sulle opere sarà compiuta dal Consiglio comunale nell’ambito del Piano triennale delle OO.PP. , e che questo è comunque solo il prima di una lunga serie di incontri con la cittadinanza sul tema.
La Società "Porto di Cefalù", in ogni caso è disponibile a fare quelle opere che verranno richieste se di propria competenza e all’interno del budget dell’investimento.
Le procedure:
Si è scoperto, questa volta, che la Regione per esaminare il progetto vuole un “diritto”, in percentuale al costo dell’opera, di circa 130/40.000 euro, ma non ha manifestato alcuna difficoltà preventiva.
Non vi è d’altra parte un particolare Piano regionale Portuale
Dice l’avv. Veroni che nel prossimo settembre, una volta versato tale “diritto” alla Regione e dimostrato di avere i requisiti per realizzare l’opera, si presenta ufficialmente il progetto di massima, redatto sulla base della L.N. 509 del 1997 e succ. mod.
(La L.R. 17 del 2004 ha ulteriormente specificato alcune normative analogamente ad altre Regioni, di particolare c’è solo la istituzione di questo diritto da pagare anticipatamente).
L’assessorato regionale Territorio e Ambiente apre a quel punto una sorta di Bando per 30 giorni in cui possono essere presentati osservazioni o altri progetti.
(2012)
Fatta la scelta, si realizza una Conferenza dei Servizi (32 enti interessati) che entro sei mesi si pronuncia e dà una scadenza per la presentazione del Progetto definitivo.
A quel punto si indice una nuova Conferenza dei servizi che entro 90 gg. arriva al decreto di approvazione della concessione che dovrà essere emanato entro 30 gg. dalla chiusura della Conferenza stessa.
Si pensa pertanto che il decreto potrà arrivare, se non vi sono intoppi, nel settembre 2014.
A quel punto potranno iniziare i lavori che richiederanno un paio di anni o poco più.
(2012)
gli intervenuti all’incontro del 20 luglio scorso, tutti pressochè entusiasti, salvo per qualche preoccupazione per gli effetti sulla linea sabbiosa delle spiagge.
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Commenti
Pino Lo Presti -
Certamente è una operazione
Certamente è una operazione di investimento finanziario di alto profilo realizzata attraverso imprese altrettanto specializzate, per lo sfruttamento “ottimizzato” di una “risorsa naturale” locale indigena.
“Ottimizzato” nel senso che lo si vuole fare al meglio degli standard tecnologici, ecologico ed ambientali, ma anche “sociali”.
Alle imprese del “territorio” infatti si offre una partecipazione nel realizzo del manufatto, e agli investitori, di partecipare all’investimento. Inoltre, nessuna concorrenza alle imprese locali (loro vogliono solo fare un Porto), piuttosto gli si offrono centinaia di nuovi clienti (i proprietari di barca), o addirittura migliaia quando arriveranno le navi da crociera
Al pubblico, dopo averlo garantito di non mettergli in crisi le reti dei servizi, gli si offrono delle opere “mitigatrici” o “compensative” - a titolo di tassa una tantum (il 6/6,5 % max dell’investimento) - utili, specie in questo momento di crisi, a tappare delle emergenze di immediata difficile soluzione.
Mi ricorda, quel progetto di tanti anni fa degli alberghi sulla Rocca: tutto ben fatto, di lusso e con un parco attorno al tempio per i cefaludesi, più 3 miliardi di lire di allora al Comune.
Anche lì dei grossi capitali sarebbero stati investiti nello sfruttamento di una risorsa naturale indigena con un ritorno da verificare (dopo l’allegrezza del sollievo iniziale), per la comunità cefaludese, ma con un “danno” ambientale notevolissimo.
In quel caso sarebbe stato permanente, in questo sarebbe minimo per 50 anni più quelli necessari allo smaltimento della parte galleggiante e delle sovrastrutture (ma la diga foranea di 900 metri resterebbe).
Certo c’è chi dirà che è tutto relativo!
Chissà perchè mi sembra che una stessa logica perversa, dopo aver fatto questo al territorio.....
ora lo voglia fare al nostro mare.
Ma siamo sicuri che la soluzione è sempre quella di aumentare il numero dei clienti, anche in danno alla qualità dei nostri beni; o non sia meglio piuttosto valorizzarli (nella loro identità e natura) selezionando se necessario il numero dei clienti?
E’ possibile che un realizzo immediato, anche se provvisorio, possa così tanto non fare vedere ciò che si perde, come investimento, in un ben più ampio orizzonte?
E' questo segno della differenza dei tempi di oggi da quelli di allora; forse l'ultimo spasmo, quello, di un animo cefaludese oggi morto e definitivamente sepolto.
D'altra parte e sempre più difficile oggi (specie dopo la chiusura della Rocca) guardare le stelle da gran parte del territorio di Cefalù, per la cappa riflessa della illuminazione artificiale, o semplicemente usare liberamente la mente al netto da suoni e frastuoni, diurni e notturni.
Ora tocca persino agli orizzonti del mare ...!
Un luogo in cui non resta quasi, per la mente, sempre più, che da soffocare.
Saro Di Paola -
LA GEOGRAFIA E' CONTRO DI NOI
Quando, nel 1951, con un finanziamento di 200 milioni di lire, iniziarono i lavori per realizzare "il rifugio peschereccio" di Presidiana,
un nostro illustre concittadino, il prof. Giuseppe Li Vecchi, convinto che,in quel luogo, si sarebbe potuto realizzare
"uno scalo marittimo commerciale per il comprensorio Madonie Nebrodi"
lanciò un "memorabile slogan" :
"LA GEOGRAFIA E' CON NOI".
Nel 2013, solo a guardare il rendering da "Villa Palamara" del porto "galleggiante?" di Fiume Carbone e
senza porci UNA SOLA DOMANDA sul suo impatto, a mare ed a terra,
più che lanciare uno slogan come fece il prof. Li Vecchi, dovremmo gridare con tutta la forza della ragione che ci ritroviamo :
"LA GEOGRAFIA E' CONTRO DI NOI".
Però, a pensarci bene, sulla geografia possiamo vincerla.
E non ci vuole molto.
Basta che le fasi della progettazione, quella di massima, quella definitiva e quella esecutiva, sin dalla prima, prevedano
IL NUOVO FARO DI FIUME CARBONE.
Pur esso "galleggiante".
Ovviamente!
Pur esso in "Biofoam" o in legno "Ippè Garapeira".
Rigorosamente!
Sennò come farebbero i posteri a trasformarlo in biomassa alla scadenza della concessione?
P.S. : GRAZIE PINO! Per il documento che hai avuto la pazienza di assemblare.
Per consegnarlo ALLA STORIA DI CEFALU' !
Se Cefalù dovesse scrivere nella sua storia la pagina del suo "ULTIMO DISASTRO" il tuo documento sarebbe fondamentale per farne conoscere ai posteri i pOLITICI responsabili.
Almeno quelli che, sinora, non hanno avuto la Forza ed il Coraggio Politici di ringraziare e congedare i latori del progetto, faccio per dire, dell-atollo-testicolo adatto a tutte le latitudini del pianeta Terra e degli altri pianeti dell-universo che abbiano mari o similari.