Disegno e lavori donneschi. Un’importante presenza femminile: Thea Barghini

Ritratto di Rosalba Gallà

5 Luglio 2013, 18:41 - Rosalba Gallà   [suoi interventi e commenti]

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A continuazione del precedente intervento: "Disegno e lavori donneschi: presenze femminili agli albori della Scuola d’Arte di Cefalù" (https://www.qualecefalu.it/node/2441)


DISEGNO E LAVORI DONNESCHI.  UN’IMPORTANTE PRESENZA FEMMINILE: THEA BARGHINI
di Rosalba Gallà


Grazie alle preziose informazioni fornite dal dott. Paolo Sideli, ho potuto contattare la gentilissima signora Silvana Sideli, figlia di quella Thea Barghini cui ho fatto più volte riferimento nella ricerca già pubblicata, insegnante di lavori donneschi presso la R. Scuola Professionale di Cefalù, poi Scuola d’Arte, a partire, presumibilmente, dall’anno scolastico 1929-30 e fino al 1943-44.
Diversamente da quanto avevo ipotizzato sulla base dei pochissimi indizi a mia disposizione, Thea Barghini non era lombarda, ma toscana.
Nata a  Massa Marittima il 22 agosto del 1908, a circa dieci anni si trasferì con la sua famiglia a Pisa, dove trascorse la sua adolescenza e dove compì i suoi studi.

Bellissimo ritratto  di Thea Barghini

Frammento di una foto che riporta sul retro la data 2 febbraio 1924

A circa vent’anni venne a Cefalù, in visita alla sorella Ida che aveva conosciuto e sposato Liborio Sideli, originario di Gratteri, studente a Pisa e poi segretario comunale a Cefalù, dove Ida ha insegnato presso la Scuola Elementare. A casa della sorella Ida, Thea Barghini conobbe un cugino del cognato, Vincenzo Sideli, con cui si fidanzò.

Abitazione della sorella di Thea Barghini, in Contrada Gallizza

Descrizione di Thea Barghini della foto precedente, presente sul retro della stessa.

Rientrata a Pisa, inviò la seguente foto al fidanzato, per i suoceri.

Ritratto di Thea Barghini del 1929

Nel 1929, Thea Barghini si trasferì a Cefalù e presto cominciò ad insegnare nella R. Scuola professionale “Regina Margherita”, vivendo a casa della sorella, che qualche anno dopo si trasferì in Via XX Settembre.
La presenza di Thea a Cefalù a partire da quell’anno e l’inizio della sua attività di insegnamento sono documentati dalla Tessera del fascio femminile.

Tessera del fascio femminile di Thea Barghini.

Segretaria del fascio femminile a Cefalù era Vincenzina Marsiglia: potrebbe trattarsi della stessa persona che era stata premiata alla fine dell’anno scolastico 1920-21 dal Consiglio dei professori della R. Scuola professionale, come già precedentemente documentato

Ed ecco un’interessante foto (anni Trenta) che ritrae Thea Barghini con le alunne del corso femminile. Al centro è collocato un piccolo manichino che doveva servire per le esercitazioni di laboratorio. Insegnante ed alunne hanno in mano delle riviste. Secondo il racconto di Silvana Sideli, la madre si recava a Palermo nei negozi specializzati per la sartoria per acquistare riviste di moda da cui trarre ispirazione per la realizzazione dei modelli. Anche privatamente, la ‘maestra Thea’ creava modelli in carta attraverso i quali le sarte poi realizzavano eleganti abiti. Era particolarmente abile nell’inventare drappeggi e pieghe, secondo la moda del tempo.

La maestra Thea, in seconda fila, seconda da sinistra

Thea Barghini in posizione centrale, circondata dalle allieve.
La foto, secondo le annotazioni poste sul retro, è del 22 marzo 1934, ore 11.00, al Belvedere di Termini Imerese

Nel 1936 Thea sposò Vincenzo Sideli e si trasferì a Termini Imerese. Da quel momento viaggiò quotidianamente per raggiungere la scuola di Cefalù.

Dichiarazione di Thea Barghini

Thea con il marito

Gruppo scolastico, giugno 1939. Thea Barghini, accanto al Direttore Girolamo Coco, con la primogenita, Rosalia, in braccio

   

Due documenti scolastici inviati a Thea Barghini

Nel 1944 Thea Barghini lasciò la Scuola d’Arte di Cefalù e si trasferì presso le scuole popolari di Termini Imerese, dove continuò ad insegnare Lavori donneschi, mentre a casa realizzava i suoi modelli in carta e dava lezioni private di taglio e cucito.
La figlia Silvana la ricorda come una donna dinamica, amante del mare, dove portava regolarmente non solo lei e la sorella, ma altre bambine del vicinato, così come organizzava, in estate, la visita alla sua famiglia d’origine, che intanto si era trasferita a Livorno.
Continuò a lavorare con entusiasmo ed energia fin quasi alla fine della sua vita, avvenuta il 10 maggio 1969.

Collettino in pizzo realizzato da Thea Barghini, impreziosito da innumerevoli perline.

Tutte le immagini sono relative a documenti di proprietà della sig.ra Silvana Sideli, gentilmente concessi per la realizzazione di quest’articolo.

Commenti

Un’allieva di Thea Barghini racconta…
di Rosalba Gallà

Giuseppa Bonaviri, nata il 20 febbraio 1932, a soli dieci anni cominciò a frequentare la Scuola d’Arte, esattamente nell’anno scolastico 1942/43: era l’allieva più giovane della scuola. Erano i tempi del secondo conflitto mondiale e, così come era accaduto nel periodo 1915-18, la scuola aveva subito una flessione nelle iscrizioni. Per questo il Direttore Girolamo Coco si impegnava per ‘reclutare’ giovani, per dare un futuro a loro, ma anche alla ‘sua’ scuola. Spesso le classi, da qualche anno miste per le materie comuni, con lezioni in orario antimeridiano, erano composte da pochi alunni, che erano stati invitati a frequentare la scuola dal direttore in persona o, talvolta, con la mediazione del bidello.
Compagni di Giuseppa Bonaviri in quell’anno scolastico furono:
Alberti Nicolò Salvatore, Cefalù Salvatrice Caterina, Cerami Rosa Carmela, Cimino Rosa, Glorioso Salvatore, Guercio Santi, Papa Cristina, Marsiglia Maria Giuseppa, Miceli Celeste, Rigatuso Venera, Rotondi Elisa, Saja Pietro (risultano iscritti alla classe ma assenti: Di Noto Antonino, Fazio Alfonsa, Re Aurelio).
Per dare l’idea dei tempi difficili, soltanto otto dei suddetti alunni risultano poi iscritti alla seconda classe, ma si ritireranno tutti dalla scuola o, comunque, si assenteranno e soltanto una (Cerami Rosa Carmela) sarà ammessa alla terza classe, insieme a D’Agostino Giulio che proveniva da altra scuola.
Rivolgendo l’attenzione alla sezione femminile, si può senz’altro affermare che Bonaviri Giuseppa, Cefalù Salvatrice Caterina, Cerami Rosa Carmela, Cimino Rosa, Papa Cristina, Marsiglia Maria Giuseppa, Rigatuso Venera, Rotondi Elisa furono le ultime alunne di Thea Barghini della Scuola d’Arte di Cefalù, visto il suo successivo trasferimento nelle scuole popolari di Termini Imerese.
Ho potuto incontrare Giuseppa Bonaviri grazie alle informazioni e alla collaborazione del figlio, Sandro Varzi: l’ex alunna della Scuola d’Arte mi ha parlato con emozione e con grande affetto della sua maestra di laboratorio per  il taglio e cucito, Thea Barghini.
La ricorda come una bella donna, alta, elegante e curata, pur con semplicità: arrivava a scuola con un’ampia borsa, in cui teneva tutto l’occorrente per poter svolgere le sue lezioni. Affettuosa con tutte, aveva una particolare attenzione per l’alunna Bonaviri, probabilmente perché era la più piccola, ma forse perché vedeva in lei quel talento che l’avrebbe portata a diventare una brava sarta, apprezzata da una vasta clientela, e  in grado di trasferire ciò che aveva appreso dalla maestra Thea a tante giovani ragazze che hanno poi frequentato la sua casa per imparare l’arte della sartoria. Giuseppa Bonaviri racconta che Thea Barghini le diceva sempre: “Tu diventerai una sarta!”
La maestra Thea appoggiava il suo manichino (secondo il ricordo della figlia Silvana, portato a Cefalù dalla Toscana) sul tavolo e, dopo le lezioni teoriche preparatorie, faceva scegliere all’allieva un modello da un catalogo da realizzare in carta durante le ore di laboratorio.
La prima fase consisteva nel prendere le misure del manichino (ma Giuseppa Bonaviri era molto piccola e allora la maestra Barghini sistemava un banchetto vicino al tavolo, per darle la possibilità di operare con agio); prese le misure, si passava alla realizzazione del disegno e quindi veniva realizzato il modello in carta, con estrema precisione e con tutte le rifiniture.
Una particolarità: la maestra faceva eseguire solo metà dell’abito, la parte destra o sinistra, da collocare, una volta completata, sul manichino.

IL QUADERNO DI UN’ALLIEVA
di Rosalba Gallà

Grazie a Carlo Antonio Biondo, ho incontrato Concetta Failla Petarra, simpaticissima signora di novantuno anni (è nata a Cefalù, il 27 luglio 1922), alunna di Thea Barghini a partire dall’anno scolastico 1934/35.
La signora Concetta ricorda ancora molto bene la sua “maestra di laboratorio” e conferma quello che è emerso sino a questo momento sulla figura della Barghini, come donna e come insegnante.
Ciò che ha reso particolarmente interessante l’incontro è stato il poter vedere il quaderno di lavoro dell’allieva Concetta Failla, relativo proprio all’anno scolastico 1934/35, con gli appunti o i dettati della maestra Thea, i relativi disegni e qualche piccolo modello in carta.
Mi sembra interessante, ad integrazione di quanto già esposto, presentare alcune pagine del quaderno, da cui si può dedurre la didattica del laboratorio degli anni Trenta nella Sezione femminile della R. Scuola d’Arte “Regina Margherita” di Cefalù.

Pagina a sinistra "Manica aderente" - Pagina a destra "Manica aderente scoperta"

Pagina a sinistra "Trasformazione di chiave allo sprone" - Pagina a destra "Camicetta inglese"

Pagina a destra "Giacca classica"

Pagina a sinistra "Manica di giacca" e "Sotto manica" - Pagina a destra "Sprone di mantelli" e "Pipistrello semplice"

Pagina a sinistra "Tailleur" - Pagina a destra "Mantella a tutto tondo"

"Tailleur n. 5 Giacca alla militare"

Pagina a destra "Gilè fantasia" e "Gheisa con mantellina al collo attaccata"