Sapienza e saggezza: quella esige questa.

Ritratto di Angelo Sciortino

30 Giugno 2013, 16:25 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Se a Spinoza dobbiamo la formulazione più recente e più coerente dell'etica e se si devono alle sue stimolanti intuizioni le successive risposte di altri filosofi, tese a indicare la responsabilità etica individuale e non figlia di rivelazioni dogmatiche, allora dichiarare che lo si ignora, come don Abbondio ignorava Carneade, equivale non soltanto a essere portatori di un malinteso senso etico, ma persino a provare che mai si è fatto lo sforzo d'intraprendere il cammino verso una vera etica privata e, quel ch'è peggio, pubblica.

Questa ignoranza è stata dichiarata apertamente pochi giorni fa, quasi con orgoglio! Una dichiarazione onesta e vera, provata dal richiamo a un cantautore, che invece Spinoza lo conosceva benissimo e dalla sua filosofia ha tratto il pensiero, che pervade non poche sue canzoni. Ecco perché esse piacciono a tanti, che non ne comprendono il significato più profondo, ma soltanto la storiella. In questo senso, quindi, possono piacere anche a coloro, che ignorano il pensiero e persino il nome di Spinoza. I guai cominciano, quando si crede di poter trarre argomenti polemici dalla storiella e si sorvola sulla sostanza o sulla parabola.

In questo caso non si perde personalmente un'occasione, per trarre dalla critica la verità – magari piccola – che essa contiene, ma si finisce con il fuorviare anche gli altri, specialmente se costoro non sono stati abituati a ragionare sulle cose.

Mi vengono in mente Platone, Ermete Trismegisto e Giordano Bruno. Anch'essi ignorati dai più, nonostante abbiano frequentato un liceo classico o scientifico. Perché – e questo è profondamente vero – non occorre una grande cultura per conoscere Spinoza e questi altri, ma una cultura media. Quella cultura media, che un tempo distingueva le menti speculative e faceva di esse le menti aperte capaci non soltanto di dare risposte, ma anche e soprattutto di porsi domande. L'ignoranza delle risposte è rimediabile con la ricerca – oggi facilitata da internet – a condizione che tali risposte siano precedute dalle domande sagge e corrette.

Morta sei mesi orsono Rita Levi Montalcini e l'altro ieri Margherita Hack, forse non esiste più in Italia quello che Khun definiva il paradigma del pensiero scientifico, figuriamoci a Cefalù!

Non ci resta che sopportare le improvvisazioni ignoranti, che scambiano il pensiero di un poeta di spessore come De André con il cicaleccio pettegolo delle comari di un paesino. Un cicaleccio tanto più forte, quanto più debole è il valore della loro polemica.

Commenti

“Non mi sento responsabile d'essere migliore degli altriCiò che non sopporto è di provare piacere nel dimostrarlo” (F. De André).

L’ignoranza è una brutta bestia. Ciò che la batte è solo la supponenza.

Non è importante che si provi più o meno piacere, l'importante è dimostrarlo.

Per la seconda non so a cosa riferirla, visto che non ho citato alcuna dichiarazione, comunicato o proclama dell'Amministrazione comunale.