Tutti a casa!

Ritratto di Angelo Sciortino

18 Febbraio 2013, 13:06 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

Versione stampabileInvia per email

Tutti a casa!”, questa richiesta viene ripetuta sempre più spesso, rivolta alla classe politica, spesso giustamente definita casta. Una richiesta che nasce spontanea alla vista degli scandali sempre più frequenti e sempre più inaccettabili dai cittadini, che spesso non riescono più a mettere insieme, ogni giorno, il pranzo con la cena. Anzi, che raramente riescono ad arrivare alla fine del mese con il loro misero stipendio, decurtato da uno Stato più simile a un ladro senza cuore, che ruba persino alle vecchiette, e non allo strumento politico con cui la società si governa.

Ma dette queste cose, tanto condivisibili e tanto ovvie, che persino Grillo condivide, sarebbe il caso che ricercassimo le cause e le responsabilità di tale drammatica situazione, se non vogliamo correre il rischio di approntare rimedi peggiori del male.

Una sacrosanta verità l'ha detta il comico Bisio. Rivolto agli spettatori ha detto che il suo “tutti a casa” non era rivolto agli eletti, ma agli elettori. Se gli eletti sono tali, non può sottacersi che lo sono perché così hanno voluto gli elettori. In questo senso, quindi, sono da ritenersi complici della casta.

Come è potuto accadere che i cittadini si siano ridotti a questa impasse, che impedisce loro di punire i tanti falsi profeti e che li costringe soltanto a proteste impotenti?

Le cause sono tante e a elencarle tutte potrebbero riempirsi corposi quaderni. Dovremmo considerare le responsabilità della Chiesa, della scuola, della vista corta dei cittadini, dell'assenza di tensioni ideali e morali, di tanto altro ancora, sul quale potremmo discutere per lunghissimi giorni e notti e forse persino per anni. Con il legittimo dubbio di poter giungere ad accettabili conclusioni e a proposte risolutive.

Ma noi non abbiamo questo tempo, perché fra una settimana saremo chiamati a votare. E, a meno di un miracolo, non saremo capaci di esprimere la maturità democratica, che gli Inglesi o gli Olandesi hanno acquistato in secoli di lotte contro ogni forma di tirannide, anche quando questa c'inganna con la demagogia.

Dovremo allora limitarci a disperare e a sopportare che tutto continui come prima? O dovremo tentare scelte, che ci vengono consigliate dalla rabbia, notoriamente cattiva consigliera? O dovremo abbandonarci a una pilatesca scelta di astensione?

Con lo stupido sistema elettorale in vigore, non possiamo certamente scegliere gli uomini. E allora ecco, secondo la mia opinione, coloro che categoricamente non dobbiamo votare: quei partiti, che non hanno voluto un nuovo sistema elettorale. Il PDL, la Lega, il PD, l'UDC e via di seguito.

Non ci restano che quattro liste: quella d'Ingroia, Di Pietro, di Grillo e di Giannino.

Fra queste quattro liste ho fatto la mia scelta, escludendo quelle che hanno cavalcato e cavalcano la rabbia dei cittadini, proponendo come loro cavallo di battaglia la decurtazione degli stipendi, che già da sola è indicativa di un pessimo modo di trovare soluzioni. Sarebbe come pretendere che un'industria produca e sia competitiva pagando meno i suoi dipendenti rispetto a un'altra che produce di più. Se li paga meno, i migliori preferiranno sempre quelle concorrenti, che pagano di più, e queste finiranno con il farla fallire.

Comunque, soltanto per concludere un discorso, che meriterebbe di essere sviluppato, spero che esso venga continuato nel loro intimo, nella loro mente e nella loro coscienza, dai miei compatrioti, che domenica prossima andranno alle urne, per scegliere coloro che rappresenteranno non soltanto loro, ma anche me.

Commenti

Intervengo solo per correggere un’inesattezza notata tra le righe, che potrà essere utile ai numerosi (e)lettori del giornale, ovvero che la lista di Ingroia (Rivoluzione civile) è una coalizione sostenuta dal partito di Di Pietro (Italia dei valori), insieme a Movimento Arancione (fondato da Luigi De Magistris), Verdi, Rifondazione Comunista, Partito dei Comunisti Italiani, da Agende Rosse di Borsellino, da Nuovo Partito Sardo d’Azione e da una parte del movimento Cambiare si può.

La possibilità di scelta di voto, seguendo il suo ragionamento, risulta pertanto essere ancora più ristretta. Buon per lei che ha già scelto. Io ho ancora un piccolo dilemma da risolvere.

La volontà di non essere troppo "lungo" mi aveva fatto sorvolare sulla questione delle lunga somma dei due "magistrati" zoppicanti in italiano e sorretti da un terzo magistrto-sindaco. Grazie quindi della precisazione.

Lo scopo vero mi sembra comunque raggiunto: l'invito a meditare prima del voto, che lei ha correttamente ripetuto anche nel titolo del commento.