8 Febbraio 2013, 10:17 - Salvatore Culotta [suoi interventi e commenti] |
Mi sembra interessante sottolineare un articolo pubblicato su La Repubblica di cui riporto uno stralcio:
"La progettazione culturale avrà come punto di riferimento il concetto di "classicità" declinato attraverso le più interessanti e innovative forme espressive della contemporaneità. Musica, letteratura, fisica quantistica, danza, iniziative multiculturali e pluridisciplinari all’insegna della contaminazione e della trasversalità, valorizzazione delle orchestre stabili ma anche delle realtà artistiche private, nuovo modello di fruizione degli spazi pubblici, iniziative finalizzate a mettere in contatto le realtà creative siciliane col resto del mondo, borse di studio per avviare un processo di "emigrazione culturale e creativa" dei giovani. Questi i punti che stiamo sviluppando e intorno ai quali costruiremo un grande progetto condiviso e aperto agli apporti degli operatori culturali e turistici. Riteniamo, infatti, che tutte le iniziative culturali debbano avere «ex ante» e «post» dati certi sulle ricadute turistiche, su una valorizzazione reale e non virtuale del nostro territorio"
L'intero articolo all'indirizzo web: http://palermo.repubblica.it/cronaca/2013/02/07/news/rilancio_del_turismo_in_sicilia_ecco_il_documento
si può anche guardare, o riguardare : https://www.qualecefalu.it/node/1223
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Commenti
Saro Di Paola -
Valorizzazione virtuale occasione di "magna magna"
Assolutamente da condividere le parole dell'Assessore Battiato :
"...... tutte le iniziative culturali devono avere «ex ante» e «post» dati certi sulle ricadute turistiche, su una valorizzazione reale e non virtuale del nostro territorio". Troppo spesso, è stata, proprio, la "valorizzazione virtuale" ad esaltare lo spreco del pubblico danaro ed occasione di "magna magna".
Salvatore Culotta -
Alla formazione di quel programma
Alla formazione di quel programma, anzi al suo riempirsi di concrete iniziative, dovrebbe (secondo me) partecipare molto attivamente il Comune di Cefalù che, nonostante una attuale sparizione di un certo livello culturale, può vantare se non altro una discreta tradizione fatta di uomini e donne che della cultura hanno fatto il loro pane e companatico. Alla faccia di chi preferisce le pizzerie alle biblioteche, ignorando che altri paesi hanno fatto della cultura una delle loro principali fonti di reddito.