Forse altri avranno un porto

Ritratto di Angelo Sciortino

29 Marzo 2014, 10:16 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

Versione stampabileInvia per email

Se si vuole un esempio della differenza che passa tra l'agitazione e l'azione, basta leggere questa notizia: http://www.tn24.net/2014/03/21/santo-stefano-camastra-avra-un-porto-turistico/.


 

In sintesi, mentre il nostro Sindaco era a Mosca per... non ho capito che cosa, il Sindaco di Santo Stefano di Camastra otteneva dai Russi la promessa di un contributo al finanziamento di 55 milioni di euro per un porto turistico nel suo Paese. Un porto che Cefalù aspetta da oltre tre secoli, avendone in questo momento uno non agibile da alcuni anni, a causa del cedimento di alcune travi, e anche con un pescaggio, che non permette l'attracco di natanti di grande stazza.

Com'è possibile, se Santo Stefano non ha origini bizantine? Com'è possibile, se Santo Stefano non ha tracce di passate civiltà, come Cefalù?

Eppure è accaduto! Eppure il Grand Tour del nostro Sindaco non ci ha portato nulla di più della promessa di scavi alla ricerca di passate presenze bizantine e uno snaturamento del Museo Mandralisca, che avrebbe una sezione bizantina.

E intanto, mentre ferve quest'attività d'annacamentu, siamo senza acqua – non soltanto non potabile, ma senz'acqua tout court; senza un porto per ricevere eventuali barche di magnati russi; senza strade e parcheggi; con le attività di ristorazione massacrate dall'abbondanza di tasse e bazzecole simili, ma prive di servizi essenziali: siamo soltanto un piccolo paese tornato al Medioevo, ma non avendo più neppure la vivibilità delle città medievali, fatte a misura d'uomo e persino di bambino.

La verità è che questa Amministrazione non è riuscita, da quando è in vita, a darsi una strategia capace di consentire lo sfruttamento delle indiscutibili risorse di Cefalù. Risorse che, quando furono rispettate e intelligentemente sfruttate, diedero al Paese l'inserimento nel circuito internazionale del turismo. Poi, lentamente e irresponsabilmente, si è distrutta la vera ricchezza di Cefalù e la si è fatta sprofondare nell'abulia. Oggi, infatti, non può disconoscersi che nel volto di quasi tutti i cittadini si legge la malinconia della noia. Ancor più si legge nel volto dei giovani, annoiati del presente e preoccupati per il loro futuro. Questo accade in gran parte dell'Italia, ma fa specie che accada anche a Cefalù, che sarebbe potuta essere un'isola in mezzo a un mondo in crisi. Avrebbe potuto, se soltanto fosse stata ben amministrata!

Invece oltre che dis-amministrata, Cefalù ha subito e ancora subisce oltraggi, che ne impoveriscono le ricchezze paesaggistiche, la cultura e le tradizioni. E impoverendo queste sue qualità, s'impoveriscono i cittadini, forse per farne i servi dei ricchi magnati russi, in nome di una pseudo cultura, che segna un regresso, mentre dovunque nel Mondo viene lentamente superata quest'età di transizione e si creano i presupposti per un nuovo progresso. Un nuovo progresso, nel quale noi non ci saremo, se continuerà una simile amministrazione, più attenta all'apparire, per guadagnare immeritato consenso, ma dimentica dei suoi veri doveri.

Commenti