Anche la Sicilia ha, finalmente, una legge sull’amianto

Ritratto di Gianfranco D'Anna

28 Marzo 2014, 15:02 - Gianfranco D'Anna   [suoi interventi e commenti]

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Mercoledì 26 marzo, Sala d’Ercole ha approvato la legge per la tutela della salute dai rischi derivanti dall’amianto che prevede l’attuazione di una serie di misure con l’obiettivo di mappare, bonificare e recuperare tutti i siti del territorio regionale nei quali è stata rilevata la presenza di asbesto e, soprattutto, salvaguardare la salute dei lavoratori esposti e di quelli che hanno già contratto patologie correlate alla fibra killer.

 

 

“Una norma indispensabile - ha detto l’assessore alla Salute, Lucia Borsellino - che fa uscire la nostra Regione dal triste primato raggiunto per essere, insieme con la Calabria, l’unica a non essersi adeguata alle norme nazionali: non saremo più il fanalino di coda in tema di tutela della salute pubblica”.

Soddisfazione è stata espressa dai vertici nazionali e regionali dell’Osservatorio nazionale amianto Onlus.
“Finalmente - ha detto il coordinatore regionale dell’Ona, Calogero Vicario - la Regione Sicilia, potrà affrontare il problema dell'amianto in termini di prevenzione primaria e prevenzione secondaria nonché il riconoscimento della pregressa esposizione dei  lavoratori.
Punto principale della legge è quello di non dover più esportare dalla Sicilia i rifiuti dell’amianto ma di creare un impianto di inertizzazione per la trasformazione dell’amianto in risorsa economica.”

Entro diciotto mesi dalla data di entrata in vigore la Regione dovrà fare un vero e proprio censimento delle zone a rischio attraverso un registro pubblico degli edifici, degli impianti, dei mezzi di trasporto e dei siti con presenza certa o contaminati da amianto che sarà istituito presso l’assessorato al Territorio. Sarà obbligatorio indicare il tipo, la quantità e il livello di conservazione dell’amianto, oltre al rischio sanitario e il grado di priorità della bonifica da effettuare.

Entro due anni dovrà essere costruito un impianto regionale di trasformazione in cui l’amianto verrà bruciato ad alta temperatura e trasformato, senza alcun rischio per la salute e l’ambiente, in materiale edile.

Nel processo di identificazione e rimozione i Comuni saranno in prima linea e riceveranno contributi finalizzati alla rimozione, trasporto e stoccaggio.

Entro centottanta giorni dall’approvazione della legge all’Ars, però, i Comuni dovranno cominciare la raccolta. Ognuno avrà un sito di raccolta e stoccaggio temporaneo in attesa della costruzione dell’impianto di riciclo. Questo dovrebbe anche eliminare i costi elevati di stoccaggio definitivo che i comuni hanno dovuto affrontare finora perché i siti non si trovano in Sicilia.

“E’ stata prevista una copertura iniziale di circa 21 milioni di euro - ha spiegato il presidente della commissione Sanità, Pippo Digiacomo - dieci dei quali serviranno alla trasformazione dell’amianto da materiale pericoloso a materiale inerte pronto per il riutilizzo, dieci milioni per la rimozione dei manufatti in amianto ed un milione di euro nel triennio a disposizione dei Comuni per la prevenzione”.

Commenti

A Cefalù la lista di edifici e siti di privati ma anche, e soprattutto, di proprietà comunale "con presenza certa o contaminati da amianto" non sarà certamente breve.

A titolo esemplificativo ricordo due degli interventi pubblicati su Quale Cefalù:

Amianto un pericolo? Le norme dicono: “non sempre” - Pino Lo Presti -  29 Settembre 2012 (https://www.qualecefalu.it/node/933)

Eternit - Salvatore Culotta - 25 luglio 2012 (https://www.qualecefalu.it/node/386)