Bice Triolo alla Galleria "Ellearte" di Palermo

Ritratto di Laura Grazia Miceli

30 Settembre 2012, 15:26 - Laura Grazia Miceli   [suoi interventi e commenti]

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E' stata inaugurata ieri, 29 settembre alle ore 18.30, in Palermo  alla galleria “Ellearte”, via Ricasoli 45, l’esposizione “Sessantapersessanta “ di Bice Triolo.  Un po’ di mistero, un po’ di atmosfera altra : elementi principali delle opere di Bice Triolo. A parte la tecnica particolare,  di graffiare la materia con forza per affermare la volontà di passare oltre il figurativo per il figurativo. Conosco l’artista da molti anni e da altrettanti la seguo. Trascorre l’estate a Cefalù  a Santa Lucia tra il mare e il bosco, ama questo angolo di mondo e lo incide nelle trasparenze velate delle sue atmosfere. Non dipinge cartoline illustrate. Le sue panchine vuote di personaggi


non sono diverse, per esempio, da  una panchina sul greto del Tevere  effigiata, questa volta a parole che mi sono tornate in memoria da lontano e che recitano:  “…una casa galleggiante sul fiume….

l’acqua scorre al contrario
di come la logica vuole
suole
per arrivarci
camminare dal greto
su di un’asse
la piena del Fiume
ha sommerso la passerella
gli uccelli sbattono in faccia le ali
un ragazzo
se l’è costruita
ha scovato
una panchina da qualche parte
vecchia
l’ha rimessa a nuovo verniciata 
sistemata sul greto
che non è proprio greto
perché è di pietra
in modo che goda il sole
il giorno
che ha visto due vecchietti
come li voleva lui
seduti al riparo dal vento
e al caldo del sole
quasi li avrebbe incollati
tanto era contento
certo è difficile 
pensare alla felicità di due vecchietti
ora che il sole arde e quasi sembra di
morire bruscati
sulla pietra
era un pensierino d’inverno
coi due vecchini
(faceva un freddo del diavolo)
in fuga da una casa
 a scaldarsi il cuore sulla panchina
a cercare la scusa in riva al Fiume
di finire al tramonto
oppure
in estate il ragazzo l’avrà
spostata
sotto i piloni
oppure
qualcuno l’ha rubata
e adesso
ci sono due a fare l’amore
 
Gli oggetti, l’ambiente stesso della Zanzariera  delineano la gradualità della luce, diaframma in movimento  continuo, nella concretezza temporale e nel contemporaneo livello spirituale, elemento del trascorrere del tempo, attimo per attimo così come in Salina II, Mare blu, Terrazza sul bosco, Scogliera, Arancio amaro, Da : il Gabbiano di Cechov.



Questo figurativo non figurativo, lontano dall’iperrealismo, è tuttavia indice di attenzione alla realtà , al mondo fuori dallo studio dell’artista, e, pertanto, vicino alla pittura alla ” macchia” dei macchiaioli italiani e dei loro contemporanei francesi.  Bice Triolo, va sottolineato, mantiene nella sua forma artistica, un carattere individuale profondo che fa riconoscere le sue opere. E non è poco.