21 Marzo 2014, 13:13 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Giunto a piazza Duomo alle ore 11,30 di questa mattina ho avuto una bella sorpresa: alcuni camper e non pochi medici e responsabili dell'Amministrazione comunale erano presenti, per sottolineare che l'ASP (Azienda Sanitaria Provinciale) intendeva, in questo modo, portare “la sanità fra la gente”.
Bella iniziativa, ma soltanto se vista con il giudizio di chi valuta dall'apparire, piuttosto che dall'essere.
L'essere, cioè il fatto, è che una giovane donna, che ha partorito con intervento cesareo pochi giorni fa, è rimasta ricoverata all'ospedale (?) di Cefalù, mentre invece il figlio è stato portato a Palermo al Civico, perché colpito da un virus intestinale, che il reparto di Cefalù non poteva curare.
Oggi, a tre giorni dalla sua nascita, il bambino è separato dalla propria madre e il padre ogni giorno porta a Palermo, rigorosamente nel pomeriggio, il latte che è stato aspirato alla madre. Nel pomeriggio, perché devono rispettarsi gli orari di ricevimento imposti da un regolamento inumano.
Non sarebbe meglio che l'ASP riportasse la sanità, magari condita con un pizzico di umanità, dentro gli ospedali?
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