25 Settembre 2012, 11:39 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Lo so, non servirà a nulla parlarne, perché nessuno vorrà ammettere di avere sbagliato o di essere stato omissivo o, infine, che di fronte a situazioni eccezionali occorrono uomini eccezionali capaci di azioni eccezionali.
Scrivo, pertanto, per mettermi a posto con la mia coscienza e per non essere omissivo a mia volta. E cercherò, nello scrivere, di non fare confusione fra il cervello, che per fortuna è sempre chiuso da un cranio e dalle meningi, e la mente, che invece dev'essere sempre aperta. Cercherò, cioè, di cercare la verità senza supponenza, ma argomentando i passi della mia ricerca e le mie stesse conclusioni.
Il Consiglio ha già approvato il rendiconto del 2008, che era già stato approvato. Domani sarà chiamato ad approvare quello del 2009, che a sua volta era già stato approvato. Una seconda approvazione obbligatoria, dopo avere apportato le correzioni indicate dalla Corte dei Conti. Se tale approvazione era ed è obbligatoria, allora nessun consigliere può non votarla, se l'Amministrazione ha provveduto alle correzioni indicate dalla Corte dei Conti.
Sarebbe cosa ben diversa, se l'Amministrazione non avesse provveduto a tali correzioni. In questo caso sarebbe compito del Consiglio adottare tutte le iniziative necessarie a costringervela, anche con la presentazione di una mozione di sfiducia.
La situazione è però complicata ulteriormente per il fatto che le contestazioni della Corte dei Conti sono state determinate dall'azione di quell'apparato burocratico, al quale oggi l'Amministrazione sta ridando una verginità, chiedendogli di rivedere i conti, magari facendo sparire quei residui attivi che già ha invece considerato così veritieri, da convincerlo d'inserirli nel rendiconto. Per usare una metafora con la medicina, tanto cara a qualche consigliere, si sta chiedendo all'accoltellatore di curare il ferito!
Comunque sia, i rendiconti 2008 e 2009 devono essere “riapprovati” con le correzioni suggerite. Cosa diversa sarà l'approvazione dei rendiconti del 2010 e 2011. In questo caso, se essi non sono corretti e, soprattutto, se essi copriranno un danno erariale o altri ne causeranno, allora quei consiglieri, che li approveranno, potranno essere chiamati a rispondere di tale danno erariale.
Ma anche i Revisori, che il Consiglio ha nominato per “illuminare” con il loro parere “specialistico”, dovranno rendere conto di eventuali distrazioni o superficialità o di un eventuale desiderio di compiacere qualcuno.
E' per questa ragione che mi permetto di suggerire a tutti, consiglieri, assessori e revisori, di avere senso di responsabilità e di non considerare una semplice passeggiata l'approvazione dei rendiconti. Mi sono servito persino di alcuni passi della lettera del Morvillo nel lontano 1868. Di quel Morvillo che risanò veramente una contabilità nel marasma più di quella odierna.
C'è, in verità, una possibilità di evitare responsabilità, continuando ad agitarsi, ma non ad agire: l'accoglimento del ricorso di Croci, che consentirebbe di dire: noi ce l'avremmo fatta, se non ci avesse fermato l'ordinanza del Tribunale.
Se così accadesse, però, salverebbero la faccia gli attuali amministratori, ma non il Paese, che andrebbe alle elezioni più povero e disperato di oggi.
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