8 Marzo 2014, 11:36 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Così scrivevo poco più di un mese fa: “Qualora la P.A., con suoi atti o comportamenti (come per esempio il silenzio-assenso), abbia creato legittime aspettative nel cittadino, queste non possono essere sacrificate all'interesse pubblico né può essere sanzionato dall'Amministrazione. Un principio fatto proprio dal Consiglio di Stato con la sentenza sezione IV, 19 marzo 2003, n. 1457. Per non dire dell'articolo della Costituzione. Si tratta della tutela dei cosiddetti vested rights (diritti quesiti, nella versione italiana), che, una volta riconosciuti dall’autorità amministrativa attraverso un atto che si presuppone legittimo, non possono essere in un secondo tempo sacrificati.”. Il resto delle mie riflessioni può leggersi qui: https://www.qualecefalu.it/node/7048.
A poco più di trenta giorni, come se le spiegazioni scritte non fossero state lette o capite, il segretario comunale dottoressa Maria Rosaria Sergi così scrive alla responsabile del servizio urbanistica, architetto Rosaria Scialabba: “DISPONE che la S.V. adotti il provvedimento in autotutela in merito alla concessione edilizia autoassentita, per formazione del silenzio-assenso, giusta sentenza del TAR del 17.07.2013, inerente l'istanza volta a ottenere la concessione, presentata da MFM in data 8.10,2010, secondo il suo precedente apprezzamento, entro e non oltre sei giorni dalla notifica della presente disposizione.
Dà atto che la mancata esecuzione della presente disposizione costituirà illecito disciplinare.”
Qui può leggersi il documento completo: Sergi.pdf
Si dà il caso che la “disposizione” del segretario comunale segue un richiesta del Sindaco rivolta al capo dell'urbanistica (Lapunzina.pdf ) e la risposta data da quest'ultima per giustificare il suo diniego ( Scialabba.pdf). Tale risposta segue quanto stabilito dalle norme giuridiche e la loro mancata osservanza, come già ho scritto, comporta la mancata tutela di un diritto quesito, con l'aggravante del pagamento del danno subito dal cittadino.
Il segretario comunale dispone, pertanto, che il responsabile del servizio urbanistico procuri alla cittadinanza un danno finanziario, che sarà quantificato nel momento in cui il cittadino chiederà il risarcimento per il danno subito. Dispone e paventa eventuali sanzioni disciplinari!
E sia! Proceda pure, il segretario comunale, verso quest'abisso, ma tenga conto che non può costringere un dirigente a compiere un atto giuridicamente errato. Se è certo di essere nel giusto, se ne assuma ogni responsabilità, sostituendosi a lui e decidendo a interim nel senso disposto. Oppure, affidi ad altro funzionario il compito di procurare un danno finanziario.
In Consiglio comunale ci sono tre consiglieri avvocati: mi rivolgo a loro, perché difendano, come è loro compito, la cittadinanza tutta, anche quella parte che non li ha votati, visto che del loro mandato hanno un giudizio diverso da quello di qualche consigliere di maggioranza.
Mi rendo conto che i consiglieri non possono sindacare l'attività dell'Amministrazione, ma possono e devono far sentire la propria voce di dissenso di fronte a un'intenzione così irrispettosa del diritto italiano ed europeo. Un'intenzione che non ci esporrebbe soltanto al danno finanziario, ma anche al ludibrio di tutta l'Europa, forse con l'esclusione di quella di Putin.
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Commenti
Saro Di Paola -
Cefalù paga
Intanto, un fatto è certo, sono anni e anni che Cefalù paga: in termini di indecenza urbana. Se, come io sono convinto, il privato alla fine l'avrà vinta a pagare saremo i cittadini. Se, invece, a vincerla sarà il Comune, sarà Cefalu che continuerà a pagare. In termini di indecenza urbana. Ciò perché si ritroverà con una incompiuta indecente nel suo cuore.
Chi vivrà vedrà!