10 Settembre 2012, 23:40 - Comune di Cefalù [suoi interventi e commenti] |
E’ volgarmente strumentale, odioso ed inaccettabile il polverone mediatico artatamente sollevato da alcuni ambienti di questa Città, in ordine alla localizzazione, in contrada Ogliastrillo, di un intervento costruttivo di edilizia sovvenzionata. C’è chi fa finta di non conoscere la norma che obbliga l’Ente ad assumere determinati atti, in presenza dei presupposti di fatto e di diritto, di cui né gli Uffici né il Consiglio Comunale potevano disconoscere l’esistenza. Invero, l’intervento costruttivo di cui è stata approvata la localizzazione è tra quelli che, rivolgendosi ad edilizia di “carattere sociale”, beneficia di sovvenzioni da parte dell’Amministrazione regionale, nonché di norme specifiche che prevedono il “diritto” all’insediamento, anche in zone agricole, laddove dagli strumenti urbanistici comunali, vigenti o in corso di approvazione, non risulti la previsione di specifiche aree per l’edilizia economico popolare. E’ questo il caso di Cefalù, dove né dal vigente PRG, né dallo schema di massima approvato dal Commissario ad acta emerge una tale disponibilità. Ne deriva che alla richiesta di localizzazione in “…zone destinate a verde agricolo contigue ad insediamenti abitativi e suscettibili di immediata urbanizzazione” (art. 25 co. 3 L.R. 22/1996) il Comune non può legittimamente opporsi, pena l’intervento Commissariale da parte dell’Assessorato Regionale Territorio ed Ambiente. In questo quadro, fa particolarmente specie l’atteggiamento di taluni ex amministratori che, a tempo debito, ben avrebbero potuto adoperarsi affinché il nuovo schema di massima, poi approvato dal Commissario, contenesse indicazioni in tal senso.
L’edilizia sovvenzionata, convenzionata e convenzionata-agevolata è una finalità perseguita dal Legislatore in favore delle classi meno abbienti, e, sussistendone le condizioni, questa Amministrazione non adotterà (come spesso è stato fatto in passato da chi difendeva ben altri interessi) atteggiamenti dilatori e contrari allo spirito della norma, che consente ai beneficiari delle risorse economiche assegnate di localizzare gli interventi costruttivi, sulla scorta del fabbisogno provinciale determinato dalla Regione, in qualunque comune dello stessa provincia. Piuttosto, vigilerà, con la dovuta severità, sia nella fase di approvazione del programma costruttivo, laddove necessitano tutte le autorizzazioni di legge, sia per ciò che attiene la destinazione dell’intervento alle finalità sociali perseguite dalla legge, denunciando ogni eventuale abuso alle competenti Autorità. Con buona pace per gli “speculatori edilizi” e per coloro, con finalità non più nobili dei primi, che intendono speculare falsando le notizie e carpendo la buona fede dell’opinione pubblica.
Il Sindaco
Rosario Lapunzina
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Commenti
Totò Testa -
que finesse
L'asserzione "norme specifiche che prevedono il “diritto” all’insediamento, anche in zone agricole, laddove dagli strumenti urbanistici comunali, vigenti o in corso di approvazione, non risulti la previsione di specifiche aree per l’edilizia economico popolare" è del tutto fantasiosa, in quanto la legge dice ben diversamente e, comunque, vincola la localizzazione in zona di verde agricolo alla comprovata necessità di non potere localizzare l'intervento in aree già destinate in aree di espansione edilizia.
In ogni caso si tratta di leggittimi dubbi, legittimamente espressi da persone che ritengono quantomeno legittimo farsi venire dei dubbi (e delle preoccupazioni) ed esternarli, rivolgendosi, tra laltro, essenzialmente agli aspetti tecnici o, tutt'al più, a quelli della discussione politica in Consiglio.
Per quanto riguarda la volgarità strumentale, l'odiosità e la capacità di sollevare artatamente polveroni mediatici, mi dichiaro commosso ad essere ritenuto abile in un campo dove Ella dimostra di essere, ancora una volta, Summus Magister. Ella non è un giornalista polemista, Ella è il Sig. Sindaco del Comune di Cefalù, come forse vorrebbe dimostrarci con l'inappropriata esposizione del simbolo per zittire la libertà di parola dei suoi concittadini.
Ma forse Ella non voleva riferirsi a me, ma ad altri "speculatori" (edilizi o della parola, "non più nobile dei primi"), per esempio noti gaglioffi come ... (????).
Intimidire, zittire, aggredire verbalmente, irridere dal presunto alto di un presunto potere, mi permetto ricordarLe, non si dovrebbe mai fare, e, certamente, in questo paese, non si può più fare dopo il 22 dicembre del 1947, meno che mai usando come arma impropria lo stemma del Comune, che, non dimentichi, Sig. Sindaco, è il NOSTRO STEMMA, quello di tutti i cittadini di Cefalù che hanno il vizio di pensare, di parlare e di pretendere da chi è tenuto a darle, non ingiurie, ma risposte!
Angelo Sciortino -
Signor Sindaco, quando si
Signor Sindaco, quando si sarà ripreso dall'odiosa volgarità di noi ignoranti o finti ignoranti, legga tutto e bene l'art. 25 co. 3 L.R. 22/1996.
Per ricordarglielo e per farlo conoscere ai lettori, lo riporto per intero:
"3. Qualora risultino esaurite od insufficienti le zone residenziali di espansione previste dagli strumenti urbanistici vigenti, limitatamente all'utilizzazione delle risorse finanziarie in qualunque forma destinate entro il 31 dicembre 1996 alla realizzazione di interventi di edilizia sovvenzionata, convenzionata e convenzionata-agevolata, i programmi costruttivi di cui al precedente comma 1 possono interessare zone destinate a verde agricolo contigue ad insediamenti abitativi e suscettibili di immediata urbanizzazione.
Totò Testa -
Post scriptum
Nel precedente commento, scritto in piena notte (tra "uno sbadiglio e l'altro" - cfr :https://www.qualecefalu.it/node/757 ) insieme a qualche refuso del quale chiedo scusa, ho tralasciato di completare, tra le magistrali attitudini del Sindaco quella di "carpire la buona fede dell'opinione pubblica", cioè di quella cittadinanza cui, tra le intenzioni snocciolate in campagna elettorale da un'allora candidato, era sembrato di capire che la priorità fosse quella di mandare avanti il piano regolatore generale (rispondendo a tutti) e non quella di procedere alle lottizzazioni private (rispondendo a qualcuno).
Il richiamo, inoltre, "al fabbisogno provinciale determinato dalla Regione", non fa che dimostrare che, secondo i principi di regolazione e perequazione che sempre devono assistere l'urbanistica e la pianificazione territoriale, laddove si voglia determinare una localizzazione per nuovi insediamenti convenzionati atti a soddisfare il fabbisogno, ci si rivolga, in modo preferenziale, a comuni, dove questo fabbisogno è insoddisfatto e non, come a Cefalù, dove tale fabbisogno è soddisfatto abbondantemente, specie in una situazione contingente dove, anche e soprattutto a causa del ritardo di pianificazione, come giustamente fa notare anche il Prof. Panzarella (https://www.qualecefalu.it/node/797), si manifesta in maniera estremamente penalizzante l'isufficienza delle infrastrutture urbane, delle attrezzature, dei servizi di pubblica utilità, e la sostanziale impossibilità di procedere, all'interno di un sistema di regole che solo il nuovo PRG potrà ristabilire, alla riqualificazione del tessuto urbano (e non alla sua espansione).
Solo la riqualificazione, infatti, potrà ristabilire equità economica e sociale, ridando nuove e non occasionali prospettive ai cittadini, agli imprenditori, ai lavoratori.
La Spagna insegna che di espansione edilizia si può uccidere una nazione, figuriamoci se non si ammazza una cittadina delle dimensioni di Cefalù.
Ella, tuttavia, anzichè cogliere tra gli interventi "dissonanti", oltre che un'occasione per sviluppare una capacità d'ascolto che, nel suo ruolo, risulterebbe molto approprita, un'occasione formidabile per guidare il dibattito sul governo materiale del Territorio Cefaludese verso traguardi più alti e più consoni ai sui incommensurabili valori (che comportano altrettanto elevate esigenze di difesa), viene a paventare strumentalmente una "pieghetta" della normativa riguardante le possibili "terribili" conseguenze di un commissariamento regionale, laddove di "pieghette" non se ne sono fatte a riguardo di altri commissariamenti, a cominciare da quello, proprio, sull'adozione del nuovo PRG, giacente prima per colpa delle precedenti amministrazioni e oggi, presupponiamo del destino cinico e baro, stante che certamente Ella troverà una giustificazione all'attuale inerzia che non evidenzia alcun effettivo progresso rispetto alle precedenti (con buona pace delle pietose parole, a riguardo, del Prof. Panzarella).
E, invece, no, Lei tra le tante occasioni possibili, sceglie quella di attaccare gli oppositori che usano la parola enunciata e scritta.
Questi nuovi e pericolosi guastatori che, peraltro, non si muovono per ragioni di "partito preso", bensì afflitti da meditazioni, da meditazioni che, semmai, li hanno portati a una condizione di "partito lasciato" (compreso il suo), La portano, persino, alla rievocazione di momenti passati (uno recente, l'altro più lontano) dove l'opinione pubblica è quella intelligente che capisce me e che, però, però, ha il brutto vizio di diventare carpibile quando ascolta le voci di coloro che affermano il loro diritto di dissentire, di esprimere dubbi, di conoscere, e a volte, perché no, anche di sbagliare.
Mi permetta di ricordarLe, inoltre, che i pericolosi "sconsaiocu", in occasioni e tempi certamente non influenzati dalla "lottizzazione Puglisi", hanno scritto su questo stesso Blog pagine di lucida analisi e qualificata proposta sul tema del governo della città e del territorio. Pagine che, nel loro insieme, possono costituire la prima sistemazione di repertorio dei valori inespressi e soppressi di questo mirabile meccanismo fatto di pietra, di luce e d'acqua, sicuramente vocato a produrre civiltà, che, però, non sempre siamo stati in grado di far funzionare adeguatamente.
Ella, forse, non ha avuto il tempo o l'occasione di leggerli.
Chiudo con tre citazioni:
«La stampa più libera del mondo intero é la stampa italiana. Il giornalismo italiano è libero perché serve soltanto una causa e un regime; é libero perché, nell'ambito delle leggi del Regime, può esercitare, e le esercita, funzioni di controllo, di critica, di propulsione.»
(Benito Mussolini, Ottobre 1928)
«A coloro che pretenderebbero di fermarci con carte o parole, noi risponderemo col motto eroico delle prime squadre d'azione ed andremo contro chiunque, di qualsiasi colore, tentasse di traversarci la strada.»
(Benito Mussolini, Luglio 1935)
«Se c’è una cosa che è sotto gli occhi di tutti» è che in Italia «c’è fin troppa libertà di stampa»
(Silvio Berlusconi, Maggio 2010)