20 Febbraio 2014, 23:00 - Rosario Lapunzina [suoi interventi e commenti] |
Cari Familiari,
Gentili voi tutti,
Quando si è chiamati a svolgere il ruolo di Primo servitore della propria città, occorre prendere coscienza del fatto che questa funzione comporta anche il dovere di presenziare a momenti di grande tristezza, che toccano profondamente l’animo, ma dinnanzi ai quali si avverte la chiara consapevolezza di non potersi sottrarre.
Mi addolora immensamente partecipare ad una circostanza come quella che ci vede raccolti oggi, per dare l’ultimo saluto al caro Saverio. Il mitico, ineguagliabile, Segretario politico della Democrazia Cristiana. Una legenda, che richiama in me il ricordo di quegli anni in cui mi affacciavo alla vita politica, affascinato dalle straordinarie capacità oratorie del Cavaliere Saverio Portera.
Tuttavia, non intendo svolgere un elogio funebre, né, tantomeno, tratteggiare la grande figura umana di colui che ci ha lasciati. Altri, qui presenti, sono ben più titolati di me per farlo, in quanto hanno trascorso molti anni della loro vita al suo fianco e hanno condiviso con lui la passione per l’impegno politico e il servizio nei confronti della comunità cefaludese.
Intendo, dunque, dal profondo del mio cuore (certo di interpretare il comune sentimento di tutti), rivolgere semplicemente un grazie all’abile Amministratore, all’appassionato politico, al grande uomo, Saverio Portera.
Ci sono dei momenti in cui ci si sente assaliti da un senso di vuoto e di spaesamento a seguito di una grave perdita. Penso che, oggi, questa sensazione di smarrimento sia condivisa dall’intera città; da coloro i quali hanno avuto il privilegio di conoscerlo e di apprezzarne le qualità umane e la grande lucidità del suo impegno politico e amministrativo, e da quanti per ragioni anagrafiche non hanno avuto la fortuna di conoscerlo a fondo.
Penso, infatti, che questo sentimento derivi dalla sensazione di vuoto che la sua dipartita ci lascia. Da oggi la nostra città è più povera perché Il nostro concittadino ha rappresentato insieme e, forse, più di altri, la voglia di riscatto, di sviluppo e di benessere della nostra città.
Al mondo ci sono persone che rappresentano esse stesse una intera epoca. Penso che Saverio fosse tra questi. La sua parabola umana e politica si identifica con quella di un periodo storico nel quale la nostra Cefalù ha vissuto una crescita senza eguali passando dall’essere un piccolo paese di provincia, dalla grande storia ma da una economia legata alla pesca e all’agricoltura, ad una rinomata meta turistica di livello internazionale.
Certamente ciò fu reso possibile dalla grande visione politica di tanti uomini che ebbero l’intraprendenza di osare e di sapersi scommettere. Saverio fu tra loro e seppe assumersi sempre, con coerenza, onestà, lucidità, coraggio, il compito di assumere scelte determinati.
Egli seppe interpretare pienamente le dinamiche sociali e politiche proprie del suo tempo, creando opportunità di sviluppo, lavorando incessantemente per contribuire a creare le basi per un futuro migliore.
Egli, con il suo operato e con l’esempio offertoci dalla sua umana esistenza, ci ha insegnato che fare politica vuol dire perseguire una precisa etica che sta alla base di ogni scelta, e che svolgere al meglio il ruolo di servitori della comunità vuol dire saper ascoltare e interpretare i bisogni della gente, portando avanti, a testa alta, le proprie scelte.
E se lui non abbassò mai il capo davanti alle critiche, alle difficoltà, alle amarezze, alle delusioni, io, a nome della città, sento vivo il dovere di chinare il capo dinnanzi al suo feretro e di rivolgere alla sua memoria un grazie sentito e commosso per l’instancabile opera da egli svolta per la crescita umana e materiale della nostra Cefalù.
Grazie Saverio.
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