Viva l’acqua pubblica! Viva la politica!

Ritratto di Saro Di Paola

11 Febbraio 2014, 08:17 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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Tra i 52 Comuni, che, nel 2009, hanno ceduto ad APS le reti e gli impianti del Servizio Idrico Integrato, Cefalù è l’unico, che, pubblica o privata che sia stata e che potrà essere la gestione del servizio idrico integrato nel suo territorio, non potrà esimersi dall’onorare gli obblighi contrattuali che ha assunto a suo carico per avere stipulato, con un soggetto privato, il contratto di projet financing per la realizzazione di un potabilizzatore.
Quel contratto, che, sino al 2030, legherà il concedente Comune al concessionario “Sorgenti Presidiana” e che, come
controprestazione a favore della stessa per la costruzione dell’impianto e la gestione del servizio di potabilizzazione per la durata di 25 anni”,
prevede
“il ritiro ed il pagamento alle tariffe pattuite di 2.000.000 di mc/anno di acqua potabilizzata con un massimo giornaliero di 8.500 mc/giorno”.

Sarebbe stata, proprio, nella stipula e nella vigenza di quel contratto l’unica ragione per la quale, nel 2009, il Comune di Cefalù avrebbe potuto non cedere, o non avrebbe dovuto cedere, ad APS il Servizio Idrico Integrato.

Era, proprio, nella stipula e nella vigenza di quel contratto la ragione, principe, per la quale, nel 2009, il Comune di Cefalù non avrebbe potuto cedere ad APS il potabilizzatore.

È, proprio, nella stipula e nella vigenza di quel contratto la ragione, per la quale il Comune di  Cefalù non potrà cedere il potabilizzatore.
Almeno sino al 2030 quando ne diventerà proprietario dopo che, esso Comune, non altri, avrà pagato 2.000.000 di mc di acqua all’anno.
All'incirca per altri 16 anni!

È, proprio, nella stipula e nella vigenza di quel contratto la ragione, per la quale il Comune di  Cefalù, sin dal 29 ottobre del 2013, quando il Tribunale ha dichiarato il fallimento di APS, avrebbe dovuto adoperarsi ed organizzarsi per essere pronto a riprendersi in consegna le reti e gli impianti alla scadenza dei 90 giorni, che il Tribunale medesimo aveva concesso alla Curatela fallimentare per la restituzione del servizio ai Comuni.

Ed invece, dopo la consegna delle reti e degli impianti dei 52 Comuni ad ATO 1 di Palermo,
prima, da parte del Prefetto, l’ordine  
al Commissario Straordinario e liquidatore, pro tempore, dell’ATO 1 di Palermo, di adottare ogni iniziativa ritenuta idonea ed opportuna per impedire l’interruzione del Servizio Idrico Integrato nel territorio dei 52 Comuni della Provincia di Palermo, già gestito da Acque Potabili Siciliane in fallimento, nelle more che siano perfezionate le forme procedurali più adeguate per assicurare lo svolgimento del servizio”,

poi, ieri, da parte del Commissario,
l’istituzione dell’ unità di crisi , della quale “faranno parte i sindaci di Cefalù, Camporeale, Corleone, S.Flavia, Petralia Sottana, Bagheria e Cinisi”.
Sic!
L'unità di crisi “per questo periodo di transizione, prima dell’affidamento ad una nuova azienda per la gestione del servizio dell’acqua nei 52 comuni del palermitano e nelle more dell'emanazione della legge regionale”.

VIVA L’ACQUA PUBBLICA ! VIVA LA pOLITICA!

Saro Di Paola, 11 febbraio 2014