27 Gennaio 2014, 09:23 - Giuseppe Maggiore [suoi interventi e commenti] |
Recensione in versi Questo mare, questo cielo, qualche barca, qualche velo, un paesaggio campagnuolo, uno sguardo civettuolo, un romantico certame che rispolvera le brame, una faccia ben tagliata che si staglia addolorata, quattro case ed un cortile colorate con gran stile, tre madonne col bambino, pesci e frutta in un cestino, e cavalli e cavalieri, pescatori, condottieri, e poi campi di battaglia ed armati in cotta e maglia, personaggi, titolati, e regnanti di gran stati, e momenti di conflitto con l'eroe sempre invitto, e la vita grama e ria, e la triste allegoria, tutto, tutto ci circonda, ci sormonta come un'onda dentro cui ci dibattiamo mentre i quadri noi osserviamo che con gusto sopraffino ha creato il buon Peppino a cui spetta per gran sorte di chiamarsi proprio Forte. Sotto il codice dell'arte ei ci ammalia d'ogni parte e c'induce a maturare il concetto del creare, il concetto del sentire e quell'altro del tornire, della scelta, del limare per chi arte vorrà fare. Che si sappia: il vero artista non è mai l'arrivista; ma quell'umile e gentile il cui animo non vile, s'interessa d'ogni cosa e la tratta senza posa; che non teme di sbagliare e si fa pur consigliare; che considera la vita non soltanto come gita, ma calvario d'esperienza della qual non si fa senza. Giuseppe Maggiore |
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Giuseppe Forte in una caricatura di Paolo Consiglio
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