"Ritratto d'un uomo dabbene"

Ritratto di Giuseppe Maggiore

23 Gennaio 2014, 20:23 - Giuseppe Maggiore   [suoi interventi e commenti]

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“RITRATTO D’UN UOMO DABBENE”
 (acquerello)

di Giuseppe Maggiore

 

Entrambe con atteggiamento d’occasione, partecipe, in fondo al corteo.

L’una, grassoccia, bassina, rubiconda, imbellettata, pimpante, sulla quarantina; l’altra, più dimessa, longilinea, smunta, male in arnese,  di trentacinque.

La prima del posto: una vecchia amica di famiglia. La smilza, d’un paese vicino: venuta al seguito del marito, obeso, obbligato da rapporti di lavoro con un fratellastro del defunto a non disertare il triste convegno.

Il cielo, d’una cupezza toccante, di concerto, piange qualche piccola goccia scandita ad intervalli dall’angoscioso rintocco campanario che dà il giusto clima alla funebre sfilata.

Appare chiaro, dal numero degli intervenuti e delle corone, che il caro estinto era tenuto in gran conto.

Le due donne, non certo di lignaggio, tuttavia, in mezzo al sommesso chiacchierio generale e variegato, che in coda alligna sempre, si scambiano le proprie vedute sul fu.

La più matura, la prima, scuote la testa con aria sconsolata e impotente, alzando gli occhi al cielo ed emettendo un sospirone.

“Che uomo, che tempra!”  fà con scrupolo, assentendo  “E com’era religioso!”

“… Andava spesso a messa?...”  s’informa l’altra, bigotta.

“Mai!”

“… E perché?...”

“Per convinzione!”

“… Allora, non era cristiano…”

“Al contrario. Lo era moltissimo!”

“… Ma se non vi andava…”

“Appunto! La chiesa lo annoiava. Per questo non vi andava! Per non essere ipocrita portando il corpo dentro, nella casa di Dio, e lasciando l’anima fuori. Mi creda: era più osservante di quanti fanno le viste di battersi il petto e di andarci e poi, magari, lasciano tanto a desiderare!”

“ ………..”

“E poi, quant’era caritatevole!”

“… Faceva spesso elemosine?...”

“Mai! “

“… Ma, allora… perché dite che era caritatevole?...”

“Perché lo era! “

“… Come… se non faceva mai elemosine?...”

“Appunto! Qui stava la sua grande carità! Per benevolenza, non faceva elemosine! Per spingere il prossimo a provvedere da sé alle proprie necessità, aguzzando l’ingegno; dando, così, a tutti modo di dimostrare la propria autosufficienza. Il bisogno acuisce l’intelligenza; non lo sapete?

E poi, che intuito, che aveva! Che persona perspicace, magnanima, tutta casa e lavoro!”

“… Lavorava molto?...”

“Non andava mai in ufficio!”

“… ???...”

“Faceva lavorare gli altri, però, i suoi impiegati. Eccome se li faceva lavorare! Con che scrupolo li sorvegliava e li riprendeva! Ed era come se lavorasse lui!”

“…Strano modo, però, di lavorare…”

“Bè, e che volete, ognuno ha il suo carattere e il suo modo di vedere, no?” 

“… E in famiglia?... Com’era in famiglia?...”

“Un signore, sul vero senso della parola! Alla mano con tutti! Nei problemi di ogni giorno era lui a levare la castagna dal fuoco e a prendere ogni decisione! Se sapeste come li faceva filare; e per evitare che altri o la moglie potessero sentirsi in imbarazzo di fronte al prestigio della sua personalità, evitava che ciò accadesse dando subito le direttive del caso senza interpellare nessuno”

“… E… con la moglie… com’era,… l’amava?....”

“Alla follia! Pensate che quando stava a letto con le amiche di sua moglie, non faceva che parlare di lei e del bene che le voleva!”

“… Ma che mi dite mai.. allora la tradiva…”

“Ma quando mai! Non la tradiva per niente!”

“… Ma se avete appena detto che andava a letto con le amiche della moglie!…”

“ E da quando in qua andare a letto con le amiche della moglie è tradimento? Se fosse andato con un’estranea, posso anche capirlo, ma con una delle sue amiche, proprio no!”

“… Quindi, secondo voi, questo non è tradimento?...”

“Certo che non lo è! Alle porte del duemila, poi!  Una volta, forse; ma oggi non più! Grazie a Dio la morale è cambiata! A vedere tutto ciò che succede e come si comportano le ragazze: basta una pizza e si arriva subito al dopo! E chi non lo fa è considerato un sorpassato. No? E poi, perché crede che andasse solo con le amiche della moglie e non con le altre? Appunto per non tradirla. Infatti, così facendo, onorava i gusti di lei e aveva modo di parlare di lei con loro. Che uomo! Che sensibilità! Che delicatezza! Di un’onestà che mai ebbe l’uguale! Pensi che una volta trovò un portafoglio con una discreta somma dentro. Secondo voi, cosa fece?”

“… Veramente non saprei…Lo portò alla polizia?...”

“Ma nemmeno per sogno! Si preoccupò, invece, di spendere tutto il denaro, interamente, sforzandosi di immaginare (e qui sta, appunto, la delicatezza del suo animo, la sua rettitudine!) cosa avrebbe potuto comprare con esso la legittima proprietaria; e acquistò gli oggetti ipotizzati”

“… Ah.. era una donna che l’aveva perso?...”

“Si. C’era un documento intestato a una donna; e poi, si trattava di un portafoglio femminile. Non poteva, quindi, che essere una donna, la proprietaria. Anzi, dopo il fatto, per un eccesso di scrupolo, volle rintracciarla per conoscerla, per assodare se i gusti di lei nello spendere fossero stati quelli che lui aveva immaginato nel comprare”

“….  E lei… quella sconosciuta… non si adontò per non aver recuperato il denaro, i documenti e il portafoglio?...”

“Adontarsi? Ma non fatemi ridere, per favore! Si innamorò di lui, anzi, e perdutamente! E a lui non restò che ricambiarla, per bontà d’animo, per non farla soffrire, insomma”

“… Allora… lui la tradì, sua moglie, questa volta , dal momento che  non la conosceva neppure!...”

“Assolutamente no!”

“… Non capisco…”

“Perché, mi spiego, prima di andare a letto con lei, la presentò alla moglie della quale ella divenne una cara amica, avendone lo stesso carattere; così, portandosela a letto, non fece offesa a nessuno. Era un grand’uomo, credetemi, come non se ne vedono più, purtroppo! Ecco cos’era! Un uomo che mai commise sopruso nella sua vita!”

“… Veramente… qui lo debbo proprio dire… ho sentito raccontare che picchiava la moglie…”

“E’ vero! E con questo? Se lo faceva, lo faceva per il suo bene, per farla ravvedere!”

“… Ma… ravvedere di che?...”

“Di non aver voluto far mai niente nella vita! Questa era la sua vera colpa!”

“… Ma se lavorava!...”

“Che??!! Quelle dodici ore al giorno in ufficio? Era lavoro, quello? Scrivere a macchina stando seduta tutta la giornata? Ma che dice? Si riposava, invece! E poi, io lo so perché sono di famiglia, badava solo alla casa, alla cucina e all’amministrazione. E a nient’altro. Inoltre, sappia che non gli portò niente in dote”

“… Come…non aveva quattro appartamenti in città… alcuni terreni per una cinquantina di ettari… macchina, gioielli e casato?...”

“E con questo? Per condurre una sana vita in comune, all’inizio della loro unione, non si dovettero prima pagare tutti i debiti di lui, contratti precedentemente esclusivamente per raggiungere quel tenore di vita a cui un uomo come lui aveva diritto? E per far questo i terreni e gli appartamenti, di cui parlate, si son dovuti necessariamente vendere. No? E poi, il casato! Ve lo raccomando il casato! Riempie la pancia, il casato? E, allora, dico io, che andiamo rimestando adesso? Pover’uomo, aveva ancora tanto da raccogliere e, purtroppo, il cielo l’ha chiamato a sé prematuramente... Povera  anima eletta!”

“… Ma lui… quanti anni aveva esattamente?...”

“ Quasi novanta. Ma com’era vigoroso! Gagliardo! Spingeva, da solo, a forza di braccia, quella sedia a ruote sulla quale era immobilizzato, con un’energìa che pareva un giovanotto! Pensi che il cameriere che gli teneva sempre dietro per aiutarlo era sempre sudato e stanco e lui, invece, seduto là su quella sedia, no!”

“… E… quella vestita di nero… quella giovane proprio dietro il furgone… è la figlia?...”

“Non aveva figli. Quella è la moglie”

“… Così giovane?...”

“E bè? Lui le ha fatto un favore, sposandola. Lei non se lo meritava un marito come lui!”

“… Ma.. perché?...”

“Come perché? E me lo chiedete, anche? Pensavo che il motivo fosse già di dominio pubblico.”

“… Veramente.. io non ne ho mai sentito parlare…”

“Ma perché lei è stata sempre una donna uggiosa, asfissiante! Sempre a stargli d’appresso a dirgli ti amo ti amo, a curarlo, a vezzeggiarlo, a non fargli mancare nulla. Come si fa a vivere con una donna così sempre disponibile, sempre premurosa, sempre attenta, sempre fra i piedi, io proprio non lo so. Se lui ha fatto uno sbaglio nella sua vita è stato proprio quello di sposarla!”

Il corteo, intanto, ha raggiunto il calvario e si ferma. Il prete biascica le rituali preghiere di estremo commiato mentre  la folla degli intervenuti si rinserra dietro la bara, in attesa di cogliere il momento opportuno per farsi avanti e abbracciare i congiunti, offrendo a ciascuno di essi un’espressione angosciata di cordoglio che par dire: guarda, non sei solo a soffrire, ci sono anch’io qui con te.

 

(riedizione del testo pubblicato nel Novembre del 1992  su “Il Corriere delle Madonie”).

                                                                                                                     Giuseppe Maggiore