23 Gennaio 2014, 12:38 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Finalmente un'iniziativa interessante a Cefalù: il Seminario sul Medioevo, propostoci dalle Officine culturali Costanza d'Altavilla, che si svolgerà da oggi al 31 marzo 2014 (https://www.qualecefalu.it/node/6897).
A lungo e a proposito, ma spesso anche a sproposito, si è parlato dei Bizantini, dei Normanni e degli Svevi come fondatori della nostra civiltà insieme ai Greci e ai Romani. Non c'è dubbio che della loro storica presenza vi sono tantissime tracce a Cefalù, ma ciò non ci autorizza a misconoscere l'influenza del Medioevo, che non fu soltanto l'insieme dei Secoli bui, ma anche l'insieme dei raggi di una luce, che si proietta fino ai nostri giorni.
Una luce dapprima fievole e poi sempre più forte, alla quale dobbiamo la nostra modernità. È questa la ragione, per cui non dobbiamo e non possiamo permetterci che essa diventi nuovamente una luce fievole, che ci fa ripiombare in una sorta di primitivismo culturale.
È indiscutibile che al Medioevo dobbiamo tre eredità, che ancora vivono ai nostri giorni: le cattedrali, le università e i parlamenti. Le cattedrali segnarono la rinascita dell'architettura, le università quella degli studi, i parlamenti quella della democrazia e della libertà. Certo, questi ultimi erano ben diversi dai parlamenti odierni, perché non legiferavano, ma imponevano soltanto un freno alle spese del sovrano, spesso guerrafondaio. Soltanto a partire dalla Gloriosa Rivoluzione Inglese essi subirono lo sviluppo, che ne fece uno strumento per lo stato laico e democratico.
Se oggi scegliamo male i nostri parlamenti, non è colpa dei Secoli bui, ma del non comprendere più la forza di questo strumento, che ci chiede coraggio e partecipazione. Il coraggio e la partecipazione che ebbero quei pochi uomini medievali, che con sapienza progettarono un futuro più civile.
Cefalù ha di questo Medioevo tracce evidenti, lasciate da uomini senza nome, che costruirono la nostra Cattedrale e le nostre Chiese; da Ruggero, che le volle e che si batté per primo contro lo strapotere oscurantista della Chiesa; da Federico II, che proseguì questa titanica battaglia per uno stato laico.
Tracce di meritevoli lotte, che ci hanno lasciato libertà. Tracce che dobbiamo sempre rispettare e tenere a mente. In questo senso, quindi, è mistificante e fuorviante parlare del Medioevo come il periodo dei secoli bui.
L'iniziativa di ricordare questo momento storico è quindi da applaudire. Le Officine culturali Costanza d'Altavilla meritano il nostro plauso per questa fatica di riportare alla nostra memoria uno dei momenti in cui possiamo ritrovare le nostre radici. Ancor più grande dev'essere il nostro plauso, se consideriamo che questa fatica si svolge mentre altri si dedicano a improvvisati resoconti storici, dettati più dal desiderio di trarre vantaggi economici dalle loro fantasie storiche, che di richiamare momenti storici, dei quali siamo figli.
Vedremo oggi alle ore 18 presso i locali del Circolo Unione.
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