Discorso del Sindaco in occasione della presentazione del libro “La padella di James” di Nuccio Vara

Ritratto di Rosario Lapunzina

20 Gennaio 2014, 07:05 - Rosario Lapunzina   [suoi interventi e commenti]

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Gentile dott. Nuccio Vara,
Illustri relatori,


E’ con vivo piacere che desidero porgere un saluto e un ringraziamento particolare al dott. Vara per aver voluto presentare nella nostra città questa sua ultima fatica letteraria.

In verità, i legami tra Cefalù e Nuccio Vara sono sempre stati forti e improntati ad uno scambio reciproco; ritengo di poter affermare che la nostra città ha influito in maniera significativa nella formazione umana e professionale di Nuccio e allo stesso tempo egli ha saputo onorare la nostra Cefalù con i frutti del suo lavoro giornalistico, della sua instancabile attività culturale,  dell’espressione limpida (che emerge anche dal volume che oggi viene presentato) di una fede  semplice e attenta agli ultimi.

Caro Nuccio, avremo il piacere di averti con noi in qualità di moderatore al convegno che si terrà venerdì 24 in occasione delle manifestazioni legate alla ricorrenza del 25° anniversario della consegna del Premio Oscar a “Nuovo Cinema Paradiso”, anche in virtù del fatto che tu ti sei occupato anche cinematograficamente della nostra città.

In quella occasione non ci limiteremo  a celebrare, com’è doveroso, un capolavoro di    Tornatore ma parleremo anche delle prospettive di sviluppo del territorio, legato al Cinema.

Sviluppo, crescita umana e materiale, attenzione agli ultimi. Sono queste le parole chiave che, ritengo, siano alla base del libro “La padella di James”.  Un libro che è sintesi efficace dei tempi tristi che stiamo attraversando. La storia di un venditore ambulante ridotto al lastrico dalla crisi è metafora delle ingiustizie e delle disuguaglianze sociali che sono accentuate dalla grave crisi economica in atto. Una crisi che, però, non ha effetti identici su tutte le classi sociali ma che contribuisce ad allargare la cosiddetta ‘forbice sociale’ e con essa il divario tra le classi agiate e coloro che, una volta appartenenti alla cosiddetta classe media, ora sono scivolati in basso, non riuscendo, spesso, a far fronte alle spese necessarie per garantire una esistenza dignitosa a se stessi ed alle proprie famiglie.

E’ questa la grave contraddizione che stiamo vivendo ed è questa la realtà che chi, come il  sottoscritto, si trova ad amministrare una città vive quotidianamente, trovandosi spesso a far i conti con un senso di impotenza che ci assale ogni volta che non riusciamo a dare un aiuto concreto a coloro i quali ne hanno bisogno.

Vi assicuro che anche a Cefalù (una città che secondo i dati del Ministero dell’Economia, viene classificata come “ricca”, in quanto i redditi medi pro capite sono superiori rispetto alla media siciliana) vi è tanto disagio sociale ed il Comune come articolazione dello Stato più prossima ai cittadini è in prima linea nel contrasto con le nuove forme di povertà.

Permettetemi di dirvi che personalmente ho apprezzato molto il riferimento, contenuto nel libro, al nuovo impulso dato da Papa Francesco in rapporto all’attenzione che occorre dare nei confronti di coloro che vivono in maniera più drammatica le conseguenze della crisi.

I continui richiami alla semplicità, alla sobrietà, all’onestà (con il rifiuto del pane sporco, come lo ha definito il Papa – cioè i beni frutto di attività illecite e di corruzione). E’ un richiamo forte che deve farci rifletterete e che carica di ulteriori motivazioni coloro che intendono il proprio ruolo politico come autentico servizio.

Per questo, vi confesso, che come Amministrazione abbiamo chiesto udienza al Santo Padre, innanzitutto pere esprimergli il grazie a nome della città per la sua attività di pastore universale e per potergli rivolgere l’invito a visitare Cefalù nell’ambito di un suo eventuale futuro viaggio pastorale  in Sicilia.

Infatti riteniamo che, oltre all’ambito strettamente religioso, i richiami del nuovo Vescovo di Roma interpretino lo spirito autentico della Democrazia. Quella Democrazia che per Don Milani consisteva proprio “nell’Uscire insieme dai problemi, a partire dagli ultimi”. Quella autentica democrazia che spetta ad ognuno di noi, ciascuno secondo il proprio ruolo, rendere viva giorno per giorno.

Cefalù 18/01/2014                                                                             Vi ringrazio.