29 Agosto 2012, 12:06 - Laura Grazia Miceli [suoi interventi e commenti] |
Tre generazioni Cammarata: Adriano, Federico, Giosué Amplificatori Davoli
Con una sorta di stupore, ma tutto sommato non tanto, avendo a che fareda anni con l’inventiva e la preparazione della terza generazione Cammarata, ho visitato ieri sera alla Terrazza della Corte delle stelle una mostra di apparecchiature audio della Collezione Cammarata degli anni ‘60 all’interno di una serata - Amarcord - dedicata alla Cefalù di quel tempo, organizzata da Giovanni Cristina da un ‘idea di Angela Di Francesca. Una esposizione che non esito a definire un gioiello che merita a pieno titolo di essere evidenziata.
Ne fanno parte alcuni grandi amplificatori Davoli a valvole, modificati e messi a punto e ancora oggi perfettamente funzionanti, che mi hanno riportata a spettacoli posti in essere qualche anno fa, dove questi enormi e pesanti strumenti, completi delle stesse assordanti caratteristiche dei loro discendenti dei giorni nostri amplificavano i suoni. Fanno parte della collezione Cammarata, pertanto, famiglia di tecnici dotati di immaginazione scientifica e inventiva di assoluta competenza. Qui siamo alla seconda generazione, quella di Adriano Cammarata, suo padre è il fondatore della storica omonima radio di Cefalù. Oggi ci limitiamo al periodo 1960/1970
MIXER LUCI TRIAC
Collezione Cammarata mixer luci a triac
Nel 1973 col sostegno dell’Azienda Autonoma di Soggiorno si organizzavano parecchi spettacoli e si rese necessario dotarsi di strumenti adatti al trasporto e all’istallazione. “A quell’epoca, spiega Adriano, in commercio esistevano apparecchi pesantissimi a reostato ed era problematico lo spostamento, che avrebbe aumentato anche i costi e quindi io studiando le pubblicazioni di settore ho trovato molti articoli sulle riviste americane e ho trovato i primi triac, strumenti tipo transistor,che potevano consentire di realizzare apparecchi di dimensioni e peso molto ridotto con migliori prestazioni e risparmio di energia. Mi sono messo in contatto con una ditta americana e ho cominciato a lavorare su un progetto. Ho fatto un prototipo che mi ha dato risultati positivi e quindi ho creato questo apparecchio con 12 canali che ha lavorato per molti anni. Successivamente ci fu la necessità di avere un apparecchio con un maggior numero di canali e ne ho costruito uno con 48 canali che non è in mostra perché è successivo al periodo di cui stiamo parlando. Pressando il pulsante si ottengono giochi di luce con possibilità di inserire anche un master generale per ottenere l’abbassamento contemporaneo di tutti i 12 canali. Si tratta della carcassa di una vecchia lavatrice Indesit, la parte di sotto è lato pompa e tutti i fori hanno la funzione di creare una areazione all’interno e sono stati fatti manualmente uno per uno (si tratta di file e file di fori che formano una griglia ). Le staffe per ancorare i triac sono le stesse che venivano utilizzate per il trasporto delle lavatrici e qui ancorano i triac, e anche le bobine antidisturbo sono realizzate a mano. Ci sono mesi e mesi di studio e di lavoro ma il risultato c’è stato e soprattutto la soddisfazione di vedere le compagnie che venivano a Cefalù restare incredule davanti alle nostre apparecchiature di agevole trasporto e ammirate dopo averle provate. Un’apparecchiatura a sei canali pesava attorno ai trecento chili, mentre questa pesa 25 chili. Quest’altro è un apparecchio tedesco da noi acquistato nel ’64 per la Modamare, quando in Italia non esistevano tipi con questi requisiti, e successivamente da noi modificato secondo le nostre esigenze ed è il primo apparecchio con effetto eco incorporato.”
Adriano Cammarata mostra un microfono a carbone utilizzato da suo padre nel 1934 per fare la diretta in onde medie dell’arrivo a Cefalù di Monsignor Cagnoni vescovo. “In pieno regime fascista ,dice,mio padre aveva una stazione radio che gestiva liberamente tenendosi lontano dalla politica.”
microfono a carbone
“Questo è il primo mixer utilizzato per fare esperimenti in FM nel 1975. Si tratta di due apparecchi accoppiati, di due epoche successive. Una dell’epoca di mio padre e una della mia. Nel ’34 difficilmente si poteva disporre di apparecchi di amplificazione e ci ingegnammo a realizzare l’impianto, d’accordo col podestà dell’epoca, requisendo bonariamente tutti gli apparecchi radio esistenti in Cefalù, posizionandoli su tutti i balconi in piazza Duomo e trasmettendo dall’interno della Cattedrale. A quel tempo l’etere era libero e la trasmissione fu sentita anche a Palermo, dove venne segnalata all’Autorità mentre venivano eseguite le prove tramite la recita del rosario. In occasione di quell’evento venne montato un baldacchino sulla gradinata della cattedrale documentato dalle foto esposte nella sede di Radio Cammarata.”
radio giradischi
Fra gli altri oggetti una radio giradischi utilizzata con l’impianto dei comizi per diffondere gli inni e sul piatto è posto il 45 giri di “Bandiera rossa” in onore dell’organizzatore di questo Amarcord, Giovanni Cristina. ”Quest’altro microfono è stato utilizzato nel ’73 in piazza Duomo per il concerto di Domenico Modugno mentre qui c’è una radio portafoto, dedicata all’Amministrazione comunale con le immagini del sindaco in carica e degli amministratori comunali, la sistemiamo al centro del tavolo attorno al quale avvengono le dirette radio e se qualcuno dimentica o sbaglia si indica chi è. In mostra anche registratori a bobina funzionanti, dotati, si fa per dire, di una voce registrata che necessita di una seduta spiritica per capire di chi è. Una apparecchiatura realizzata per la Modamare merita una segnalazione, perche venivano attrezzate due sale, una dove era allestita la mostra degli abiti e veniva montato un sottofondo e l’altra per la sfilata. In seguito il sistema è stato utilizzato alla radio per risolvere un problema di sicurezza creato da qualche buontempone che si sentiva in dovere, quando si sentiva in diretta, di dire parole sgradevoli e poiché dalla registrazione alla messa in onda trascorreva qualche secondo, l’operatore poteva bloccare la parte indesiderata. “
Il famoso trombone
“Questo amplificatore per grandi eventi al lungomare e per la 1^ crono scalata a Gbilmanna fu acquistato nel 1948 e ha una gittata di tre km. Fu posizionato all’arrivo allo spaccio di Colombo su un albero con ottimo risultato.”
Qualche aneddoto:
All’inizio di Radio Cammarata Nico Marino che curava la parte letteraria pensò di intervistare padre Città, professore di matematica e “parrino “ spogliato, ex sacerdote dunque, sul suo libro “un uomo a metà” che contestava un po’ la sua situazione personale. La trasmissione si doveva realizzare in due puntate; per prima cosa la ragazza che doveva fare gli annunci si ammalò e questo si poteva superare poi si fecero tre quarti d’ora d’intervista, dopodiché padre Città chiese di poterla riascoltare e riavvolgevamo il nastro del registratore che era nuovissimo come la bobina, ma questa si spaccò a metà e il nastro cadde a terra. Cominciammo a riavvolgere il nastro con una penna, ma si era fatto tardi e padre Città che aveva premura e non voleva perdere tempo propose di fare la seconda parte e sistemare il nastro della prima in un secondo tempo. Facemmo la registrazione e lui sempre ci chiese di riascoltare. Si spaccò la seconda bobina. Nuova come la prima: un fatto che mai era successo. Lavorammo fino all’una di notte per raccogliere con la penna i nastri. L’indomani mattina alle 11 doveva andare in onda la trasmissione, ma appena annunciata la messa in onda si è guastato il trasmettitore e non fu più possibile andare avanti. A questo punto Nico Marino decise di conservare ben sigillate le due puntate senza sapere perché e non parlarne più. Ogni volta che padre Città passava e chiedeva la risposta era “ci stiamo pensando” ed è finita così.
Sulla presenza di Padre Città si raccontano altri fatti dei quali però non posso testimoniare personalmente. Padre Città aveva una barchetta e quando lui entrava nel porto di Cefalù i pescatori, qualunque cosa stavano facendo si fermavano, posavano tutto perché accadeva sempre qualche cosa..Lo stesso si verificava in un laboratorio di un riparatore Tv amico di Padre Città: si dice che appena entrava Padre Città gli scoppiava qualche cosa tra le mani e quindi anche lui si fermava e aspettava che uscisse.
Cammarata Adriano 2 generazione e Cammarata Giosuè 4 generazione
Altri due aneddoti riguardano Nico Marino e Antonio Augello: Nico Marino e Antonio Augello facevano parte dello stesso gruppo de i cavernicoli, ma dopo la famosa scissione militavano in gruppi diversi e ogni mattina avevano l’abitudine di entrare nell’esercizio Cammarata e facevano a gara per arrivare primi, quello che arrivava dopo sbirciava, vedeva il posto occupato e se ne andava. La cosa è andata avanti per diversi anni finché Adriano riuscì a ottenere di farli entrare entrambi e per lo meno stringersi la mano. Antonio Augello dopo la scissione aveva la necessità di crearsi delle basi per la sua nuova emittente e chiese di poter utilizzare lo studio di Cammarata. Così fece, con l’apporto anche di altri artisti venuti da Palermo e pensò di ripetere la cosa. Passò Nico Marino e dal vicolo Monteleoni cominciò a vociare: “Adriano come dai ospitalità a questo?” Adriano, affacciatosi fece notare che amico era lui e amico Antonio. Nico continuò a vociare e se ne andò. La sera con Antonio e tutti gli artisti presenti, al momento dell’inizio della registrazione, si verificò che una pista dello strumento, anch’esso nuovissimo, non funzionò e fu arrestata la registrazione mentre Adriano sudava freddo perché non c’erano all’epoca strumenti di scorta. Dai e dai il registratore funzionava perfettamente se gli artisti stavano muti, ma appena essi indossavano di nuovo le cuffie non c’era verso che il motore girasse più. Mentre regnava la più completa confusione Antonio si informò se qualcuno era venuto e gli fu risposto che Nico aveva urlato dalla strada. Allora Antonio disse di non preoccuparsi e fissò un nuovo appuntamento per la sera dopo. Appena se ne andarono il registratore si rimise a funzionare perfettamente.La mattina dopo Antonio con un pacco si sale partì dalla piazza borbottanto cose incomprensibili e si recò al negozio dove c’era Maria Pia la moglie di Adriano, entrò e uscì senza dare confidenza, percorse il vicolo sempre borbottando entrò nello studio sempre senza salutare nessuno e se ne andò allo stesso modo. Ma la sera e le altre volte le registrazioni avvennero senza incidenti Dice Adriano: “Quale chiave di lettura dare ? Chi lo sa: però sono fatti avvenuti.”
LA QUARTA GENERAZIONE CAMMARATA
La quarta generazione Cammarata: Adele e Giosuè
la moto usata per trasportare merci e ora indiscussa proprietà di Giosué
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