11 Gennaio 2014, 19:46 - Giuseppe Maggiore [suoi interventi e commenti] |
“DIMISSIO”
--Per tutte le volte che mi sono sentito male
per l’andazzo stressante del lavoro
e sono tante,
me ne vado;
--per tutte le volte che l’orario di ufficio
si è protratto a dismisura con vessazione per la carne e detrimento per lo spirito,
e sono tante,
me ne vado;
--per tutte le umiliazioni che ho subìto,
e sono tante,
me ne vado;
--per tutte le amarezze che mi hanno afflitto,
e sono tante,
me ne vado;
--per tutte le volte che ho dovuto dire di si,
pur volendo dire di no,
e sono tante,
me ne vado;
--per tutte le volte che ho dovuto sopportare l’invadenza altrui,
e sono tante,
me ne vado;
--per tutte le sollecitazioni inopportune che ho ricevuto,
e sono tante,
me ne vado;
--per tutte le non congeniali incombenze che mi sono state affidate
e che ho dovuto espletare,
e sono tante,
me ne vado;
--per tutte le incomprensioni
alle quali, per il mio carattere, sono andato incontro,
e sono tante,
me ne vado;
--per riacquistare la disponibilità del tempo,
per ritrovare la personalità,
per poter far ciò che non si è potuto fare
e che si vorrebbe fare
o si spera di poter fare,
me ne vado;
--per sottrarmi ai condizionamenti ambientali ed avvilenti,
me ne vado;
--per ritrovare la perduta pace del pensiero,
coartato da ventinove anni di servizio,
me ne vado!
--ME NE VADOOO!!!
--Haaahhh!
--Good bye!
--Au revoir!
--Auf wiedersehen!
--Hasta la vista!
--Sayonara!
--Vale!
--Restate in pace!
--Amen!
Cefalù, 31 Luglio 1986. (un “sentito” addio al posto di lavoro. Pubblicato da “Il Corriere delle Madonie” nell’Agosto del 1986).
Pippo Maggiore
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