10 Gennaio 2014, 14:08 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
La politica ama produrre regole, ma non ama rispettare le regole che ha prodotto. Una riflessione che proprio a Cefalù trova l'esempio più pertinente ed eloquente.
La trasparenza non fu soltanto una regola, ma anche un'esplicita promessa dell'attuale Sindaco. Siamo a quasi a diciotto mesi dalla sua elezione, ma di trasparenza non se ne vede punto. Sarà forse troppo trasparente? No, non la si vede perché non ce n'è!
Sfido qualunque cittadino a descrivere correttamente che cosa è stato fatto finora da questa Amministrazione per rimediare al marasma contabile del Comune. Nessuno, credo, è in grado di dire se siamo o non siamo in dissesto con argomentazioni, che non siano gli atti di fede imposti dal Sindaco nei suoi proclami. E ciò non per incompetenza della materia finanziaria, ma per la enorme difficoltà di distinguere nell'attività comunale fra dichiarazioni contrastanti fra loro, come tutte insieme contrastano con la scienza economica e giuridica.
Ne è un esempio lampante l'episodio del Piano decennale di rientro all'esame del Ministero. Detto Ministero ha richiesto all'Amministrazione chiarimenti e correzioni secondo le osservazioni ricevute dalla Corte dei Conti; l'Amministrazione ha risposto da par suo, sommando una lunga serie di mistificazioni in ben sedici pagine. Se con esse crede di evitare il dissesto, allora non la si può non definire irresponsabile.
Forse, però, essa stessa non crede a questa possibilità, ma tenta con la forza della disperazione di allontanare il momento del dissesto, non accorgendosi che non questo sarebbe un'onta per la Città, piuttosto lo è questo disperato agitarsi, che non dà certamente una buona impressione di capacità amministrativa.
Il guaio è che la disperazione si trasmetterà presto a tutti i cittadini e l'onta non sarà quella del dissesto, ma quella di aver perso mesi preziosi per inseguire chimere, con il solo risultato di incancrenire un male, fino a farlo diventare incurabile.
Di seguito il documento della Corte dei Conti e parziale risposta al Ministero del Comune:
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