2ª Sagra delle Cozze - 19 agosto 2012

Ritratto di Pino Lo Presti

20 Agosto 2012, 07:54 - Pino Lo Presti   [suoi interventi e commenti]

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Sembra che uno dei primi canali di comunicazione con il mondo esterno, nella vita di ognuno, sia quello orale; dalla qualità e quantità della risposta l’essere ricava le prime valutazioni su quanto è accettato o meno dal mondo a cui è nato.


E’ sempre più diffusa la componente gastronomica tra le esperienze che si ricercano in un viaggio.
Da una mèta che coniughi Storia e Natura ci si attende, oltre alla “naturalezza” dei sapori della terra e del mare, che essi parlino della storia e della cultura cioè, infine, della identità del luogo.
Qualità naturale del prodotto e sapienza culinaria, per quanto semplici, dicono - per un canale di comunicazione differente - quanto dicono monumenti e musei.




Non comprendere che, se Cefalù vuole avere un futuro di città di uomini - ancor prima che essere “turistica” -,  la difesa della terra e del mare (come anche dell’aria e dell’acqua) non può essere separata da quella dei gioielli culturali e monumentali lasciatici dalla storia, è un suicidio per la città.




Che ben vengano le Sagre come fenomeno culturale oltre che economico; e osserviamo come - sia per la Sagra del Pesce Azzurro, sia per quella della Pasta a Taianu, sia anche per questa -, siano presenti, da protagonista, due qualificate associazioni culturali come la Polis Kephaloidion (che sembra aver scelto la Terra) e la Santa Cecilia (che sembra aver scelto il mare), entrambe con una ricca socialità all’interno nata attorno alla musica, cioè ad una sensibilità particolare per l’originaria appartenenza ad un comune madre collettiva.








Le Sagre parlano del territorio, si possono portare a Cefalù anche sapori delle Madonie e via via di tutta la Sicilia certamente, ma difendiamo e creiamo prima di tutto le nostre.



In questa direzione, tempo fa avevo proposto una decisa scelta, in un auspicato programma elettorale, di conversione del suo valore (la Terra): da immobiliare ad agro-gastronomico e di paesaggio. 


Coerentemente vedevo un utilizzo dell’ampia tenuta agricola del Barone Bordonaro a luogo di conservazione e coltivazione dei semi autoctoni (in gran parte persi) del nostro Territorio, ed inoltre a luogo di conoscenza, conservazione, promozione ed elaborazione - in collaborazione con i corsi gastronomici del nostro Istituto Alberghiero - dei nostri sapori.

Una cornice, anche simbolicamente, efficace agli uffici del Distretto Turistico che vi si vuole destinare, un Distretto che abbia a cuore il valore della identità naturale del suo territorio.
Si avrebbe anche una sorta di Parco da visitare, tra gli ulivi, con i locali dei magazzini della "casa di campagna" adibiti a museo etnografico, un luogo in cui passare una giornata o una serata, non ultimo: sul mare!



Ma ho sentito solo un silenzio assordante, rotto solo dalla voce del Sindaco che - il 30 luglio, alla Terrazza del Mandralisca -, informava di aver ricevuto la promessa di 30.000 euro, da parte di un deputato nazionale, da utilizzare per opere di manutenzione, di prima necessità, al castello Bordonaro, e di un interesse per la Tenuta annessa, da parte della Curia Vescovile, per i giovani.



Per quanto sia convinto che la personalità di chi propone qualcosa abbia certo la sua importanza, tuttavia a volte penso che la bontà di una idea possa risultare da sola, indipendentemente.

Non è questo il caso!
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Troviamo oltremodo ammirevole, oltre la qualità umana dei modi di tutti gli operatori della Sagra, il gesto di devolvere in beneficienza “l’incasso come avvenuto nel 2011”.
Tutti tiferemmo però per la giustezza di trattenere almeno le spese e un piccolo riconoscimento al lavoro di tutti i partecipanti!