24 Dicembre 2013, 10:51 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Mi ero ripromesso di tacere sulla politica locale, ma gli interventi del Sindaco (https://www.qualecefalu.it/node/6050 - https://www.qualecefalu.it/node/6111) e del PD (https://www.qualecefalu.it/node/6051) mi costringono a non rispettare la doverosa astensione natalizia. Soprattutto l'intervento del Sindaco, che tanto somiglia a quella ciceroniana oratio pro domo mea.
Nobili per definizione, ma non nella loro effettualità. Di che cosa parlo? Ma delle dichiarazioni, delle decisioni, dei proclami e delle intenzioni dell'attuale Amministrazione! Nobili soltanto perché i suoi membri e i loro sostenitori tale ritengono la loro visione della politica e della società, mentre considerano quella degli altri meno che plebea: semplicemente sbagliata.
La loro visione politica assume, così, la caratteristica di un credo, che non può essere criticato o emendato, non cadendo nel contempo nell'eresia.
Fino a qui non ci sarebbe nulla di scandaloso, se almeno osassero confrontare le loro certezze con le critiche degli eretici. Non lo fanno, però, perché forse non si fidano della loro capacità di sostenere validamente – intendo logicamente – le loro opinioni. Preferiscono chiudersi in se stessi e lì dare giudizi e giustificazioni, sostenendosi a vicenda come a vicenda si sostengono due zoppi.
Così facendo, però, rimangono pur sempre zoppi e come tali i loro passi sono insicuri, quando non pure sbagliati. Le loro azioni si trasformano in un penzolare continuo e senza costrutto, simile a quello degli ubriachi, e la meta, giusta o sbagliata che sia, diviene irraggiungibile. Quella meta che avevano sbandierata ai quattro venti e che per un momento aveva fatto sognare a tutti, eretici e ortodossi, un futuro glorioso. Quando questo futuro non si avvera, sono pronti a sostituirlo con un altro.
Così li vedi passare dai Normanni ai Bizantini; da un Club Med attivo a uno fallito; da una vendita di beni a un'azione prodromo di debiti: insomma, li vedi saltellare con voli pindarici dall'azione all'agitazione, grazie a una improvvida improvvisazione.
Tutto ciò lo chiamano fare (il sindaco del “fare”) e secondo la loro opinione così facendo essi stanno amministrando nell'interesse dei cittadini. Di quei cittadini che ancora si chiedono esterrefatti se restare senza tribunale, senza esattoria, forse senza museo e certamente senza acqua potabile (ma pagata per tale) sia un buon esempio di buona amministrazione.
E mentre i cittadini cercano una risposta plausibile, l'Amministrazione cerca invece la successiva improvvisazione o un'occasione per farsi fotografare nell'esercizio della sua attività: l'annacamentu.
E tra un annacamentu e l'altro ci si dimentica del Paese.
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