Elogio di un Amico

Ritratto di Enzo Rosso

23 Dicembre 2013, 13:20 - Enzo Rosso   [suoi interventi e commenti]

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ELOGIO DI UN AMICO
 

Chi non conosce il concittadino Pippo Maggiore?

Lo conoscono tutti, qui a Cefalù e anche altrove: ex bancario, regista indipendente, scrittore, poeta, padre di famiglia, cinefilo e cinofilo, e chi ne ha più ne metta.

Uomo dalla battuta facile e immediata quando si presenta l’occasione di dirla; estroso, leale. In una parola: “Amico”, con la “A” maiuscola. Eppure, malgrado nel suo passato abbia girato molti film, su pellicola in diversi formati e in video, per i quali ha conseguito dei premi in parecchi festival (alcuni DVD e sceneggiature li ha donato al civico museo, dove sono catalogati), malgrado abbia scritto qualche commedia e qualche romanzo, ma molte recensioni, molte prefazioni, molte sceneggiature, articoli, novelle e quant’altro (Il Corriere delle Madonie, il Giornale del Mediterraneo o lo stesso Quale Cefalù insegnano), malgrado tutto ciò, di lui che è pure un artista oggi se ne parla poco o niente; tranne Angelo Sciortino che su questo stesso giornale nella sua rubrica <Cefalù dimenticata> ne ha evidenziato le qualità e ne ha accennato, la stampa locale, soprattutto nel campo cinematografico indipendente, lo sottace, impegnata com’è a portare avanti ad oltranza altri nuovi personaggi, più o meno meritevoli di qualche attenzione.

Io lo conosco da sempre, ma l’ho conosciuto come “Amico” (con l’ “A” maiuscola, appunto) in occasione di una “soletta” fatta costruire assieme (Lui è proprietario dell’immobile che sovrasta i locali di mia moglie dove ella esplica la sua attività artistica) e dalla quale soletta lui ha preso lo spunto per scrivere un sacco di poesie scherzevoli.

Varie volte ho tentato di scrivere qualcosa su di lui, parlandogliene prima. Ma è stato sempre fiato sprecato. Le sue solite risposte sono sempre state: <…lascia perdere…, …non è affatto il caso…, ..non ci tengo…> e consimili.

Il fatto è che Pippo è un personaggio schivo, sensibile, dotato di un’autoironia inesauribile, lontanissimo da qualsiasi forma di esibizionismo, amante della serenità della campagna e non della confusione cittadina, amante della solitudine e non degli assembramenti. Egli preferisce scrivere anziché parlare in pubblico, leggere anziché frequentare posti frequentati. Anni fa usava passeggiare la sera con amici che ora non ci sono più, quali Giovanni Vazzana, Giovanni Agnello, Totò Cangelosi. Per quanto il suo eloquio sia sempre forbito e pronto, non è un oratore, di quelli che vanno <a braccio>. La scrittura gli è più congeniale e gli dà più soddisfazioni, perché è più riflessiva, più discreta, più limabile. E’ un perfezionista del lessico, com’è possibile rilevare dai suoi scritti.

In poesia preferisce la lingua italiana al dialetto. Sulla mia famiglia e su di me, in modo scherzoso, ha scritto un sacco di poesie, dove la battuta è l’elemento trascinante.

In più, attende al culto della statua dell’ <Ecce Homo>, sacello posto nella parte bassa di questo Corso, sempre appartenuto alla sua famiglia, tramandato da padre in figlio da più di tre secoli ed oggi pervenuto alla sua cura.

L’unica cosa che gli contesto è la tendenza ad evitare di mettersi in mostra, di farsi valere, lui che ha tante qualità artistiche da vendere.

Ci vorrebbe una penna come la sua, e non la mia, per poter scrivere tanto bene di lui come lui fa di altri autori.

Io non so come prenderà questa mia iniziativa a sorpresa di scrivere di lui; certamente avrà da ridire a leggere questo mio scritto che lo riguarda, per la sua celata timidezza; ma io l’ho fatto in piena coscienza e amicizia perché ho sentito il bisogno di riparare a una omissione secondo me ingiusta. E poi, diciamola tutta, ho voluto fargli il mio regalo di Natale così come mia moglie gli affatto il suo in occasione del suo compleanno (lo ha ritratto in suo momento piacevole della sua giornata mentre egli si trova assieme ad un suo cane in campagna. Immagine che, fra l’altro, è stata inserita su questo giornale nell’articolo che Pippo ha recentemente scritto su di lei in occasione di una sua mostra pittorica: <Dicembre 1999 – personale di Anna Maria Miccichè>.

Si, certo, in passato altri hanno scritto di lui. Ricordo il titolo apparso su un giornale di cui non ricordo la testata: <Pippo Maggiore, un artista silenzioso che ha preferito Cefalù alla scuola di Blasetti> a firma del compianto Nicola Imbraguglio o altri apparsi sul <Corriere delle Madonie> a firma di Alfredo Mario La Grua o di Tonino Pitarresi sul Giornale del Mediterraneo; brani che Pippo mi ha fatto leggere. Ma sono articoli di molto tempo fa, cimeli storici su antichi film che lui ha girato.

Questo è il regalo che ho voluto fargli in occasione del Natale, con piena amicizia e stima, e mi auguro che lo gradisca e non me ne voglia per aver violato la sua privacy.

Comunque, io ho trovato un tesoro, cioè un VERO amico!

Cefalù, Natale 2013.
                                                                                                                                                                                                       Enzo Rosso

Commenti

Un doveroso e affettuoso ringraziamento ad Enzo Rosso,  Professore emerito, Che, con supemo sprezzo del pericolo di venire accusato di nepotismo, data la nostra inveterata e conclamata Amicizia, ha voluto parlare bene di me, eludendo i miei innumerevoli difetti e le mie assodate carenze (soprattutto quelle economiche: sono stato depredato alle tasse!).

Che continui ad attenzionarmi, squarciando la nebbia che mi circonda e che occlude il mio "sapore" d'artista! E' vero: io preferisco la penombra delle "quinte" allo splendore del palcoscenico; il mio è un impegno operativo che si dispiega "dietro i riflettori" e non sotto la loro diretta luce, sito al quale mi ha eletto il Nostro con lungimirante benevolenza, confermatami ancora una volta con il suo imprevisto intervento. Ma non ci si prenda per il naso: a chi non piace essere portato in "copertina", essere pubblicamente "stimato", "considerato" e, in una parola che le comprende tutte, "elogiato", soprattutto quando, come me, non si hanno la dimensione e le qualità essenziali per esserlo? Anche al meno interessato al prestigio (e credo che nell'umanità non alligni un individuo di tal fatta, ammenochè non si parli di Gesù Cristo!) non può dispiacere il passaggio all' "illuminazione" dall' "oscurità", o semitale.

Quindi, ora che da Lui sono stato portato (e non dico "mio malgrado"!) in maniera più che elegiaca agli onori e ai fasti del proscenio, Lo ringrazio e Gli sono estremamente e fraternamente grato, in ispecie  per la frase d'epilogo che ha dato il "la"  al  Suo intervento: quando parla, cioè, del repermento di un "tesoro" (non vorrei che un giorno dovesse mutare l'epiteto, accorgendosi di aver trovato "stagno" anzichè "oro");  e, pertanto,   contraccambio la Sua sincera Amicizia.

Nel contempo invoco i Numi a che il Suo esempio non venga disatteso o rimanga sterile o, ancora,  "vox clamans in deserto", ma che, di contro, produca innumeri adepti e proseliti, giornalisticamente accreditati, che conoscano a menadito l'esatta differenza che passa fra "successo" e "merito".

Caro Enzo, accetta questa chiosa, autoironica e umoristica (attributi che hai rilevato Tu), ma sai perfettamente che entrambi i termini mi pertengono perchè uniformano il mio solito modo di letterariamente comunicare. E mi si scusi anche da parte dei Signori Terzi lettori per il mio balzo nell'immodestia!

Buon Natale e felice anno nuovo dall'amico pippo (volutamente minuscolo per "ostentata" umiltà).

Vorrei  fare un pò mie le parole di Enzo ( da cui aspetto ancora altro); frase consueta, ma buona se manca il tempo di escogitare altro. Per quanto riguarda i tremendi  errori di battitura è facile correggerli, e mi sono permesso di farlo.

“RIELOGIO DI UN AMICO (2)

A corollario del mio primo intervento (“Elogio di un Amico”), pubblicato recentemente da codesto giornale, nel quale elogiavo il mio Amico Pippo Maggiore per le sue qualità artistiche e culturali, voglio aggiungere il testo contenuto nella targa che da parte del Sindaco di Cefalù, dell’Assessore alla Cultura e de “I Narratura” è stata consegnata dallo stesso Assessore al Medesimo lo scorso 23 Dicembre al Teatro Comunale:

“A Pippo Maggiore per le sue opere cinematografiche con le quali ha narrato aspetti fondamentali dell’esistenza e della ricerca del senso della vita sullo sfondo della Cefalù di ieri con grande competenza artistica e sensibilità culturale”.

Nel contempo voglio anche qui trascrivere il testo della presentazione del Nostro, letto dall’attore Tony Forte, sempre al Teatro Cicero nella medesima serata, in occasione della consegna della detta targa:

“Pippo Maggiore, regista, soggettista e sceneggiatore, autore di racconti e critico d’arte. Ha frequentato il Corso Sperimentale di Cinematografia a Roma. Ha coltivato la passione per il cinema realizzando privatamene e con pochi mezzi a disposizione innumerevoli cortometraggi e i suoi set si sono snodati sugli splendidi scenari di Cefalù. Innumerevoli i titoli, di cui recentemente dopo aver provveduto al restauro e al ridoppiaggio ne ha riproposto la visione alla cittadinanza con appositi incontri alla Fondazione Mandralisca. Solo per citare alcuni titoli. “Oremus”, “Week end”, “Urbs placentissima”. Con l’augurio che le sue pregevoli opere passate e quelle future possano ricevere l’attenzione che meritano dall’Amministrazione Comunale di Cefalù e possano essere raccolte in una videoteca invitiamo l’Assessore alla Cultura, D.ssa Antoniella Marinaro a leggere la motivazione e a consegnargli la targa ricordo di questa serata”.

Data la dichiarata stima che nutro per l’Amico Pippo, gli ho chiesto di potermi copiare i due lessici, naturalmente per il mio archivio; ma poi, ripensandoci, anche a costo di poter ricevere possibili critiche dal suddetto, ho ritenuto opportuno pubblicarli per controribattere alla modestia della battuta con cui Lui ha concluso il suo articolo “Performance al Teatro Comunale – I Narratura” e che adesso qui trascrivo:

“….mi è stata consegnata una targa per qualche mia ipotizzata valenza”.

Cefalù 7 Gennaio 2014.

Enzo Rosso

In questi ultimi tempi Cefalù si è dimostrata ricca di fermenti artistici in tutti i campi: pittura, scultura, fotografia, danza, poesia, cinema. Molti talenti sono venuti fuori, talenti che prima erano nascosti e che tali sarebbero rimasti senza le varie manifestazioni che si sono succedute da qualche anno a questa parte. Ma un decisivo contributo alla divulgazione e alla fruizione delle opere di questi talenti è venuto dalla brillante penna del Maestro Pippo Maggiore, artista anche lui, versato in molte arti: musica, fotografia, letteratura, cinema. Le sue recensioni hanno tutte un punto in comune: lasciare emergere i pregi delle opere degli artisti che via via sono saliti alla ribalta. Si tratta di recensioni brillantissime, molto pertinenti e caratterizzati da una profonda conoscenza delle varie arti; insomma, il linguaggio di chi sa il fatto suo. Lo stile è ben tornito, pieno di dotte citazioni che conferiscono alla recensione un qualcosa di aulico e solenne. Da questo punto di vista credo che molti artisti cefaludesi debbano gratitudine a Pippo Maggiore.

Ma il campo dove il Nostro eccelle è senza alcun dubbio la Settima Arte, cioè il cinema. Già in possesso di una robusta preparazione tecnica grazie agli studi compiuti a Roma presso il Centro Sperimentale di Cinematografia, il Maestro Pippo Maggiore ha al suo attivo decine di film, dove è riconoscibile uno stile inconfondibile, uno stile evocativo ed onirico, venato talora di sottile ed amara ironia.

Sulla scorta di quanto premesso, mi permetterei di suggerire alla redazione di “Quale Cefalù” di istituire una rubrica fissa sul cinema, dove siano recensiti dal Maestro Pippo Maggiore i film che via via escono sul grande schermo. A tal uopo suggerisco alla Redazione del giornale on line di farsi parte diligente a che Pippo sia dotato, da parte degli esercenti dei due cinema di Cefalù, di una “wild card” che gli permetta di visionare i film in uscita e di farne recensione su “Quale Cefalù”. Sarebbe una rubrica molto interessante, e non credo che gli esercenti ci perderebbero, in quanto sono convinto che le competenti e brillanti recensioni invoglierebbero non poche persone ad andare a vedere quel dato film.

Enzo Rosso