16 Agosto 2012, 04:03 - Pino Lo Presti [suoi interventi e commenti] |
Ore 4. 50
Attendere l’Alba insieme è cosa che a Cefalù, nel mondo religioso, si deve a Padre Santino, il precedente Parroco di questa Parrocchia marinara, e poi anche a Padre Aurelio, della Parrocchia di S. Francesco; una occasione di riflessione e di preghiera felicemente continuata da Padre Domenico.
Che Dio si riveli nel Creato è cosa su cui una certa chiesa preconciliare ha mantenuto più che un certo pudore, nonostante S. Francesco; ancora vittima della antica contrapposizione tra spirito e corpo, tra sole e luna, tra uomo e donna.
Non che le ragioni delle due polarità non esistano ma certamente i processi, ossia la vita che tra esse si attiva, risentono, nella loro qualità, della qualità del rapporto che quei due poli (anche nel pensiero dell’uomo) hanno svolto e svolgono nel tempo tra loro, e non si può troppo a lungo continuare a non considerarlo.
Il prevalere di una impostazione “maschilista” del pensiero, che ha portato alla primazia dello Spirito (come qualità creativa, attiva, maschile), sulla Materia (come qualità creativa, passiva, femminile), ha maturato, a livello ideologico, i più abietti regimi dittatoriali della storia e le stragi più epocali; a livello culturale diffuso ha maturato il mito del Fare (del West), come valore assoluto su una materia che non ha un’anima e quindi si può impunemente violare e manipolare come elemento inerte, ad uso esclusivo della “creatività” - anche di capriccio - al maschile.
I disastri sul piano “ambientale” e geo-politico sono ormai sotto gli occhi di tutti, anche di quelli che si ostinano a non vedere.
Per “Ambiente” si intende, naturalmente, non solo quello fisico e chimico (dei “professionisti” dell’ambientalismo) ma anche quello umano relazionale e umano personale, cioè quello del dialogo con se stessi.
Nella nostra attuale società la finestra offerta dall’Ascolto, dalla Meditazione, nel silenzio (preliminare al Fare come Servizio alla Vita e non al fare come servizio alla vita del proprio ego) viene continuamente - quasi con vergogna - coperta da rumorosi stimoli “artificiali”, gridati, “voluti” e non; una difesa sempre più estrema dell’Io maschile nei confronti dei “pericolosi” cedimenti, al “femminile”, verso l’interiorità che sta nel fondo dell’universo e di ciascuno di noi; un aggrapparsi sempre più disperato all’evidenza del qui e ora, all’ “oggettivo”, al pratico, all’utile, per evitare quella voce inquietante, perchè inclusiva, che giunge da quell’oscuro, profondo “lontano”, dentro e fuori di noi.
La metà dell’universo, la metà della coscienza, sono stati privati di dignità creativa, di Verità, cioè della appartenenza stessa alla natura di Dio; se non in subordine.
Il recupero del ruolo della “Madonna”, nella Teologia, trova il suo momento più favorevole nel giorno della sua Assunzione in Cielo.
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