“Venite, Adoremus”

Ritratto di Pino Lo Presti

16 Dicembre 2013, 00:55 - Pino Lo Presti   [suoi interventi e commenti]

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A partire dai primi anni ’90 si parlò della fine delle ideologie, colpevolmente non considerando tra queste quella “consumista”; nè poteva essere altrimenti d’altra parte considerando che “il consumismo” è stato ed è “il sistema ideologico-valoriale” più funzionale al capitalismo moderno (liberista o “di Stato”, basato sul P.I.L.) uscito trionfatore in quegli anni.

Associati ai vari materiali documentaristici delle più feroci dittature ideologiche del secolo scorso, tra i miei ricordi vi sono quelli sonori: particolari quelli di una voce, spesso femminile, suadente quanto ferma, emessa al massimo del volume da capaci altoparlanti, che stende, sulla distesa vagante dei prigionieri nei lager (di rieducazione), i princìpi e lo spirito della salvifica verità rivoluzionaria, accompagnata da musiche e canti.

Non voglio farla troppo lunga (non vale la pena) ma non mi riesce di non pensare a queste cose passeggiando nel Corso della mia città, Cefalù, “città di cultura”, mentre devo alzare in maniera innaturale la voce per farmi sentire da chi ho vicino o mentre non riesco proprio a sentire bene cosa dice.

Dai primi giorni di dicembre alla Epifania (compresa), quindi per un abbondante mese, chi vi si inoltra viene avvolto da canti e suoni artificiali che, nell’intento di imitare quelli delle omeriche sirene, provano ad accattivare le menti e le anime migranti inducendole a cedere alle maliziose seduzioni provenienti dai tanti vari antri luminosi, sparsi ai sui lati, a fiera, dove maghe e maghetti in attesa (peraltro spesso oggi vana)  promettono felicità dietro il semplice acquisto dei loro talismani, oggetti di potere e feticci vari. Il tutto immersi nelle luci luccicanti di un afflato multi-mediale universale ad un “Natale” visto come “evento” sempre più spostato all’esterno (di sè)!

Non voglio farla troppo lunga (non vale la pena) ma non mi riesce di non pensare a queste cose passeggiando nel Corso della mia città, Cefalù, “città di cultura”.

Questa sorta di “droga acustica” collettiva andrebbe anche bene, per chi la gradisse, quando fosse diffusa all’interno di luoghi specifici, deputati ai rituali della religione consumista, quali centri commerciali, boutique ed esercizi commerciali vari, dove il “fedele” si reca scientemente, di proposito, sapendo cosa cerca e cosa può trovarvi.

Personalmente ritengo una barbarie da dittatura ideologica l’imposizione di tale “droga” ad un intero centro abitato, dalle prime ore del mattino a quelle della sera, al volume (alle dosi) con cui viene somministrata (specie nelle ore dopo il tramonto), e per la durata di un intero mese.
Pensate a chi ha il balcone propria sopra uno di quegli altoparlanti: una vera tortura, altro che Hitler, Stalin o Pol Pot.

Non riesco a non pensare, passeggiando nel Corso della mia città, Cefalù, “città di cultura”, in questi giorni, a certe esperienze musico-terapiche utilizzate per l'aumento della produzione di stabilimenti bovini ed avicoli.

Non diminuisce il tasso di tossicità il fatto che siano “suoni” che dovrebbero evocare sentimenti, stati d’animo consoni a una sintonia maggiore con la spiritualità propria ed altrui; anzi proprio questo ulteriore inganno dice drammaticamente della barbarie cui si è giunti (non mi riferisco solo a Cefalù) nei confronti della natura e delle stesse disposizioni d’animo più intime dell’essere umano, praticando la pura logica di quella che una volta si chiamava "propaganda", poi "pubblicità" ed oggi "promozione" !
Pare che Bach faccia produrre più latte.

Non voglio farla troppo lunga (non vale la pena), ma tra questi “suoni e canti”, scelti non si sa da chi (privi, direi, di “autorizzazione sanitaria”), mi ha colpito (proprio per il grado “di perversione”) quel “Venite, Adoremus” che ritorna di tanto in tanto, quasi invitando a cercare “il bambino” non più nella scomoda e sudicia “grotta” (della propria interiorità) ma in una delle tante e più accoglienti “Boutique del Natale” che fanno a gara a fare bella mostra di sè.
 
La Pubblicità (non la verità), anche se nella forma più evoluta di “Promozione” (come nel nostro caso), rimane d’altra parte sempre “l’anima” del commercio, d'accordo, ma essa non dovrebbe diventarla di una intera città.

Questa forma “promozionale-pubblicitaria”, questo salsa sensuale che accompagna e accondiscende al godimento del versante fisico e social-salottiero del Natale va anche bene - per carità - ma per due/tre giorni prima della festa, non per un mese intero! Va bene nelle tre/quattro ore pomeridiane e serali in cui vi è maggiore afflusso di gente per le strade, non per tutto il giorno! Va bene ad un livello sonoro di un discreto sottofondo, che non disturbi chi semplicemente passeggiando vuole conversare oppure soltanto, perchè nò, pensare, magari ad un altro Natale, un Natale diverso!

Il senso della misura è alla base della civiltà, perderlo è segno almeno di cafonaggine, se non di totale barbarie!

Cefalù l'ha già perso da tempo.

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