22 Novembre 2013, 08:04 - Saro Di Paola [suoi interventi e commenti] |
“MATERIAEMOZIONE” è il titolo della mostra con la quale Giuseppe Collara è tornato a Padova, la città nella quale, a partire dal 1970, ha vissuto, operato ed insegnato Educazione Artistica per 20 anni.
La mostra, al Centro Culturale Alcinate, ha avuto il patrocinio del Comune di Padova, è stata inaugurata il 25 ottobre e chiuderà domenica prossima 24 novembre.
La mostra è stata presentata da Maria Grazia Todaro
e comprende 28 opere, che, negli ultimi anni, l’artista cefaludese ha realizzato, su grandi tele, nei suoi ateliers francesi di Nevers, Mougins e Fayence.
Sono tele nelle quali Collara “muta il quotidiano, il proprio vissuto in qualcosa di diverso, in percezioni dinamiche, colme di sfumature e di movimento.
Svela un uso del colore che già dal primo istante non appare statico, ma assume una dimensione in continuo divenire, che seduce l'osservatore come uno spettatore davanti ad una coinvolgente pellicola"
È il colore il soggetto delle tele di Collara, “non un elemento della natura o una figura umana”.
Il colore, che all'artista serve “non solo come strumento per trasmettere un messaggio, ma per rappresentare il messaggio stesso”: quello che l’osservatore percepisce “tramite i suoi occhi e i suoi pensieri”.
Il colore, che “evoca sensazioni, emozioni, modifica lo stato d'animo dell'osservatore e lo induce in uno stato di contemplazione”.
Il colore, che diventa puro astrattismo.
Quell’astrattismo che è in nuce nel tragico tramonto che fa da sfondo al “trionfo della vita” che il giovanissimo Collara, appena diplomato all’Istituto d’Arte di Cefalù ed ancora studente all’Accademia delle Belle Arti di Palermo, affrescò sul boccascena del Cine Teatro Astro di Cefalù.
Già nel 1968, quando il proprietario, prof. Calcedonio Coco, gli commissionò l’opera dicendogli “Giuseppe il muro è tuo fai quello che vuoi”.
E Collara ha fatto quel che ha voluto, su quel muro, sulle tele, su tutte e con tutte le materie che ha lavorato,
“usando il pensiero emozionale come motore della sua creazione per chiamare in causa la capacità di percezione dello spettatore ……....
per sollecitare l'osservatore delle sue opere ad assumere un ruolo attivo........
per dipingere emozioni .....”
Per suscitare emozioni.
Saro Di Paola, 22 novembre 2013
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Quale Cefalù -
Dal Gazzettino di Padova
Dal Gazzettino di Padova del 20 novembre 2013