FESTIVALIA

Ritratto di Salvatore Culotta

13 Novembre 2013, 18:12 - Salvatore Culotta   [suoi interventi e commenti]

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Il Cinema Di Francesca organizza "FESTIVALIA", una rassegna dei film che hanno partecipato ai più importanti festival cinematografici internazionali quali il Festival di Cannes, il Festival di Venezia, la Berlinale e il Tiff. 

I film selezionati fanno parte di quel cinema di qualità che spesso non trova una sufficiente distribuzione proprio perché non rivolto ad esigenze di consumo di massa. Queste opere cinematografiche vanno oltre la logica del mero intrattenimento privilegiando come aspetti propri il valore artistico, culturale, formale, la sperimentazione, l'impegno sociale. E' il cinema d'autore.

PRIMO APPUNTAMENTO

GIOVEDì 14 NOVEMBRE  18.00 / 20.00 / 22.00

PER GLI AMICI DEL CINEMA DI FRANCESCA PREZZO SPECIALE 4 EURO

GLORIA di Sebastiàn Lelio

Orso d'Argento Miglior Attrice Berlino 2013 a Paulina Garcia - 109 minuti

Gloria è una cinquantottenne che si sente ancora giovane. Cercando di fare della sua solitudine una festa, trascorre le notti in cerca d'amore in sale da ballo per adulti single. La sua fragile felicità viene però a galla il giorno in cui incontra Rodolfo. L'intensa passione che nasce tra loro spinge Gloria a donare tutta se stessa, come se sentisse che questa è la sua ultima occasione, facendola volteggiare tra speranza e disperazione. Gloria dovrà ritrovare il controllo di sé e attingere ad una nuova forza per scoprire che ancora una volta riuscirà a brillare più che mai.

http://www.youtube.com/watch?v=0Rn_ooLZQs0

NOTE DI REGIA

Il film è raccontato esclusivamente da un solo punto di vista: quello di Gloria. Non c'è una sola inquadratura in cui non sia presente il suo corpo. Non c'è una sola scena che non mostri come lei percepisce le cose e il mondo. Gloria interpreta un mediocre ruolo di secondo piano nelle vite di quelli che la circondano. La sfida del film è stata trasformare questo personaggio di secondo piano in una protagonista assoluta. La cosa paradossale è che nella maggior parte delle scene lei gioca un ruolo secondario mentre le cose importanti accadono agli altri. Ma il film ci costringe a osservare gli eventi attraverso gli occhi di Gloria, gli occhi di una donna alla ricerca di una collocazione in un mondo difficile e duro che sembra non lasciare spazio a persone come lei, e tuttavia con il piglio di chi vuole difendere la sua libertà con coraggio e dignità.

Questa insistenza nell'inseguire continuamente la libertà permette allo spettatore di sentirsi nella pelle di Gloria, senza smettere mai di osservarla, e di entrare in sintonia con le sue emozioni.

La sceneggiatura del film nasce da storie accadute a persone che conosciamo e da aneddoti che ci sono stati raccontati; sono fatti reali che, in un modo o nell'altro, la città di Santiago ha reso possibili. Santiago è praticamente un'altra protagonista del film. Gloria è la storia di una persona che ha sullo sfondo una città che si sta trasformando radicalmente. L'aspirazione fondamentale della protagonista, essere amata e apprezzata, si fonde col clamore della società cilena, che a sua volta reclama il diritto ad essere riconosciuta.

Il Cile è un paese moderno e in rapido sviluppo, ma i rapporti sociali al suo interno sono profondamente ingiusti. Le motivazioni personali di Gloria suggeriscono il latente scontento della società. Nel film il potere di trasformazione della collettività è rafforzato dal desiderio di cambiamento espresso da Gloria. Credo che l'energia comunicata dal personaggio è ciò che rende questo film vibrante e pieno di umanità. In un certo senso Gloria è come Rocky: il mondo la maltratta e vuole farla cadere, ma lei riesce a rialzarsi e ad andare avanti, a testa alta. E' stata questa per me la ragione principale che mi ha spinto a raccontare la storia di questa donna, il motivo per riprendere con una macchina da presa quello che lei mostra in superficie cercando allo stesso tempo di mostrare il mistero che si nasconde in lei.

INTERVISTA A SEBASTIAN LELIO

Come ti è venuta l'idea di fare questo film e di raccontare la storia di Gloria?

Gloria è nato quando mi sono posto la domanda se sarebbe stato possibile realizzare un film sul mondo delle donne della generazione di mia madre, e su come questo film sarebbe stato. Nasce dall'idea che un film può trattare di cose che ti sono molto vicine, qualche volta addirittura a pochi passi da te. Volevo esplorare il pianeta sconosciuto di quella generazione e scoprire cosa vi succede. C'è qualcosa di commovente in queste donne vicine ai sessant'anni e che vivono oggi a Santiago, in Cile. Donne che si battono per trovare una collocazione in un mondo che le tratta con durezza, donne che cantano in macchina, che in qualche modo sono state lasciate sole, per le quali nessuno ha mai abbastanza tempo e che, a dispetto della loro età, si rifiutano di lasciarsi andare e vogliono continuare a provare emozioni, a ballare e a vivere. Il film rivendica questo diritto, e lo fa partendo dalla fascinazione per una donna piena di tenerezza che si aggrappa alla vita con le unghie e i denti.

La colonna sonora gioca un ruolo importante nel film. Come hai scelto le musiche?

Gloria è un film sui sentimenti. E la musica (cosa ci fa provare più emozioni della musica?) costituisce un elemento centrale del racconto, svolgendo quasi la funzione del coro in una tragedia greca, contaminando costantemente la storia. Allo stesso tempo i personaggi si esprimono attraverso la musica, facendo proprie le emozioni delle canzoni che ascoltano, cantano o ballano, inconsciamente rapportandole alla propria vita, come se la musica fosse uno specchio dei loro dubbi e dei loro dilemmi. La colonna sonora del film appartiene alla generazione di Gloria. Comprende canzoni che spaziano dai grandi successi internazionali alle canzoni di culto cilene e dell'America latina. Ci sono alcuni pezzi disco, ma anche boleri, ballate romantiche, salsa, cumbia, un po' di rock’n’roll e un brano della bossa nova: “Waters of March” di Tom Jobim. Quest'ultima canzone è molto speciale per me perché mi ha fatto da guida nel trovare l'atmosfera generale giusta da dare al film. Volevo che Gloria avesse qualcosa della bossa nova: la poesia della vita di ogni giorno, una certa leggerezza dolorosa, un certo fascino naturale, un misto di umorismo e di dolore, ma soprattutto umanità e sentimento.

Qual è il rapporto tra Gloria e i tuoi film precedenti?

Credo che Gloria sia la conseguenza naturale dei miei tre film precedenti. E' una produzione più grande, con più personaggi e un maggior numero di location, ma fa riferimento a mondi già esplorati prima e, pur partendo da una prospettiva nuova, indaga alcune delle tematiche che avevo sviluppato già in La Sagrada Familia, Navidad e El año del tigre: l'osservazione persistente di personaggi che si trovano di fronte a bivi importanti; la famiglia come trappola consacrata; l'interesse per la tensione che esiste tra persona e personaggio; e la convinzione che girare un film sia una battaglia da combattere.

Come definiresti la tua esperienza con gli attori del film?

Gloria è un film su una protagonista. Paulina García, l'attrice principale, è sempre stata al centro del progetto. Il film è stato scritto su misura per lei. Il co-protagonista è Sergio Hernández, un attore che ammiro molto e che ho imparato a conoscere durante le riprese. Entrambi sono attori potenti e magnetici, che rendono le cose molto più semplici. Partendo dal presupposto che la sceneggiatura sia come una mappa e le riprese siano poi il territorio su cui muoversi (abbiamo lavorato alla sceneggiatura per due anni), abbiamo dato vita ad un set che lasciasse spazio all'improvvisazione in modo da spingere gli attori a fare ricorso al proprio mondo interiore per

risolvere alcune scene. Questo ha permesso ad elementi inconsci di emergere, un materiale che segue “leggi proprie”, e che alla fine ha contaminato la sceneggiatura dandole nuova forza e finendo col diventare l'essenza della narrazione.

INTERVISTA A PAULINA GARCIA

Come ti sei preparata per questo ruolo?

Sebastian mi ha aiutato molto a prepararmi, inondandomi di libri e di film. Poi ci sono state le prove individuali a teatro, durante le quali abbiamo analizzato le scene una per una, il modo in cui sarebbero state rese visivamente e come avremmo affrontato il rapporto di Gloria con ciascun personaggio del film. Durante i due mesi che hanno preceduto le riprese ero così immersa nell'universo di Gloria che quando tutto è finito mi sono sentita come se mi fossi “svegliata” da un sonno profondo.

Qual è stata la sfida più grande nell'interpretare Gloria?

Gloria ritiene che il ritmo e il corso degli eventi che accadono attorno a lei non dipendano da lei. I

sentimenti di Gloria sono sottili, definitivi e concreti. Combinare questi tre aspetti è stato molto complicato.

Come è stato lo stile di regia di Sebastian Lelio?

Sebastian lavora in modo tranquillo e rilassato; è un tipo divertente, e l'atmosfera sul set è stata sempre intima e piacevole. Ti dà molta libertà per poi togliertela completamente! E' anche molto esigente: lavora con una padronanza assoluta, che nasce dalle sue riflessioni e dalle sue osservazioni, e non è soddisfatto fino a quando non ottiene esattamente quello che vuole.

[dal pressbook del film su luckyred.it]