11 Novembre 2013, 19:14 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Chiusa nelle celle dell'ex convento delle Benedettine, la casta politica e burocratica è riunita in seduta comune, per discutere di quante e quali localizzazioni possono ancora farsi e di quante parole devono consumarsi, per nasconderne la ragioni vere e trovarvi una finalità gradita ai cittadini.
Intanto essa ha già approvato un progetto per una rete fognaria ancora in cerca di finanziamento. Si era appena conclusa la votazione, quando il sindaco sospese la seduta, per avere il tempo di diramare la notizia sotto forma di proclama.
Rientrato in aula e rivolto ai politici e ai burocrati in attesa, disse:
“Possiamo proseguire, ho dato il biscotto al popolo.”
“Bene!” disse uno dei burocrati “Adesso possiamo tranquillamente discutere dei massimi sistemi e dare libero sfogo alla nostra onniscenza, senza il disturbo della plebe insaziabile.”
“Sì” disse il sindaco “ma non dimentichiamo che rimane purtroppo il rischio di quelli che tutti ritengono opinionisti.”
“Quelli prima o poi li distruggeremo!” disse un nobile burocrate, che partecipava alla riunione in veste di saggio esperto in legislazione edilizia. “E poi, non è che abbiano un gran seguito!”
“Sarà” disse uno degli Assessori “ma temo che stiamo tirando troppo la corda!”
“Per fortuna viviamo in un Paese in cui la stragrande maggioranza dei cittadini crede nel potere e nella sua scienza infusa, per cui né si ribella né protesta.” disse il Sindaco.
“E' vero, né si ribella né protesta, ma noi stiamo riducendo i cittadini senza acqua potabile, senza lavoro e senza speranza” disse l'Assessore, che aveva parlato prima, e così continuò: “Se continueremo così, il rischio di una protesta sarà grande. Dovremmo smetterla per qualche tempo di accontentare soltanto il nostro stupido orgoglio di supponenti e pensare finalmente a fare ciò per cui siamo stati eletti e per cui siamo pagati.”
“Non fare la populista!” sbottò il sindaco.
“Il mio non è populismo, ma ragionevolezza.”
Stava per continuare, quando dalla piazza giunsero le voci di un coro. Si affacciarono e videro la piazza stracolma di uomini e donne, alcuni dei quali reggevano enormi cartelli con su scritto BASTA! e ANDATE VIA!
Il sindaco mosse le mani come se volesse invitare la folla a calmarsi, ma ottenne l'effetto contrario. Come aizzata, le scritte diventarono un'unica voce, che essa ripeteva in continuazione.
Un poliziotto e un vigile urbano chiusero l'ingresso del Municipio e salirono nella stanza della riunione.
“Signori” disse il poliziotto “la folla raccoglie la quasi totalità della popolazione e noi non possiamo garantire l'ordine pubblico e persino la vostra incolumità. Dovete allontanarvi. Vi consiglio di passare accanto ai bagni pubblici, al cui ingresso troverete la automobili necessarie per allontanarvi.”
Impauriti, i membri della casta seguirono rapidamente il consiglio e, raggiunte in silenzio le automobili, si dileguarono verso un futuro sconosciuto e improvvisato.
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Commenti
Salvatore Cangelosi -
Populismo e casta
I primi freddi di questo lungo autunno cominciano a farsi sentire, le notti si allungano e ciò concilia molto il sonno. Sarà stato questo piacevole status a far fare questo bel sogno al nostro caro ANGELO. Ed Egli sa benissimo che soltanto di un sogno si tratta. Quando la casta viene sostenuta, a prescindere delle sue capacità e delle sue qualità morali, dal consenso popolare il pregiudizio per il sistema DEMOCRATICO è inevitabile. Guarda bene che per casta non intendo soltanto i politici, ma anche il corollario alimentato da questi. Oggi bisogna riflettere seriamente sulla degenerazione del sistema Democratico italiano e sugli strumenti utilizzati dalla CASTA per garantirsi il consenso, soprattutto sul ruolo dei mediatori dello stesso consenso. Fare ancora appello alla legittimazione popolare è un paravento dietro il quale nascondere la propia incapacità o peggio disonestà.