10 Ottobre 2013, 17:30 - Salvatore Culotta [suoi interventi e commenti] |
Fra le tante cose di cui è giusto che si faccia carico la collettività e quindi, per essa, l’Amministrazione, è senza dubbio l’attenzione, il rispetto, la cura per chi alla stessa collettività ha dedicato la sua opera e che ha inciso fattivamente sulla vita del paese. Questo è il rispetto la cui assoluta mancanza è più che evidente nello stato in cui è lasciata la cappella di Giuseppe Giglio e della moglie Isabella.
Il Prof. Giuseppe Giglio | La moglie Isabella |
Giuseppe Giglio
Medico – Ginecologo – Libero Docente - Benefattore
La comunità di Cefalù nell'Ottobre del 1933 nell'entrata dell'Ospedale a Giuseppe Giglio volle dedicare questa lapide:
"A Giuseppe Giglio amore della scienza ostetrica che con rarissimo esempio di civismo le sue rendite questo edificio frutto del suo lavoro sacrò a lenimento del dolore. Cefalù tributa omaggio e l'addita alla perenne riconoscenza dei posteri". Il testamento con il quale il prof. Giuseppe Giglio lasciava il suo palazzo perché divenisse ospedale civico (che prenderà legittimamente il suo nome) oltre a grosse somme agli altri Istituti di beneficenza, istituendo anche una borsa di studio per i medici cefaludesi al fine di perfezionarsi nell'arte ostetrica e ginecologica, costituiva un atto concreto del di lui civismo e del suo reale attaccamento al Paese. Costituiva anche la prova concreta che "l'amore" per Cefalù non era né un fatto verboso, né retorica occasionale. Giuseppe Giglio, infatti, non si era mai sottratto dall'esprimere pubblicamente le proprie idee circa l'avvenire della Città che gli aveva dato i natali. Numerosi e ricchi di contenuti e di soluzioni erano gli articoli che spesso apparivano sul periodico locale "L'Idea" dai quali si può evincere questo suo attaccamento alla città che gli aveva dato i natali; l'ansia che lo distingueva perché Cefalù avesse una sua proiezione di vasto respiro stante alle premesse storico-culturali della Comunità che aveva due precisi poli di riferimento: Ruggero II e la cultura normanna, ed Enrico Piraino di Mandralisca con la sua fondazione da questi voluta. Se ci è consentita la frase, Giuseppe Giglio è stato tra coloro che agitarono "Le questioni più importanti che riguardavano l'avvenire turistico di Cefalù". Di questi problemi ne parlò Giuseppe Giglio negli anni venti, quindi, da questo punto, di vista, si può definire un antesignano. Ma non basta! Non va dimenticato che il Prof. Giuseppe Giglio fece parte dell'Amministrazione del liceo Mandralisca di quell'amministrazione che si era "resa benemerita della Cittadinanza sistemando con opportune e tempestive vendite di immobili il patrimonio del Liceo, costituendo la base finanziaria per la futura regificazione del Liceo".
Giuseppe Giglio nacque a Cefalù il 20 Ottobre 1854 in via Costa da Vincenzo, falegname e da Isabella Maggio. Accudì ai suoi studi nell'Università di Palermo e già nel 1878 era laureato in Medicina. Sentì una predilezione per le discipline ostetriche e ginecologiche per le quali egli si rese conto che era necessario dover frequentare altre Università non soltanto nazionali, ma anche estere. Giuseppe Giglio cercava il confronto tra la nostra scuola nazionale e quella straniera.
Così egli decise di frequentare le celebrate università di Vienna, Berlino ed altri centri europei seguendo le lezioni dei luminari del settore. Fu lontano da Cefalù sei anni che gli servirono, però, ad acquisire quel corredo di conoscenze atte a farlo concorrere alla libera docenza in Ostetricia e Ginecologia. Libera docenza che conseguì in maniera brillante. Numerose sono state le sue pubblicazioni nel settore. Giuseppe Giglio si affermò brillantemente tanto che venne riconosciuto tra i migliori ginecologi dell'Isola. Per queste sue qualità fu nominato Ispettore ostetrico del Comune di Palermo carica che egli espletò in maniera encomiabile per parecchi anni. Fu anche colonnello, durante la prima Guerra mondiale, della Croce Rossa. Ritiratosi dalla vita professionale venne ad abitare a Cefalù e, come abbiamo detto, iniziò la sua attività a prò della Città interessandosi di tutti i problemi che, se risolti, costituivano il mezzo per il rilanciarla. In lui profonda fu la consapevolezza dell'enorme potenzialità umana oltre che naturale di Cefalù. Chi legge, per esempio, un profilo da lui tracciato sull'Idea del concittadino Giuseppe D'Antoni che si era affermato nelle Americhe, articolo redatto il 22 Agosto 1926, si renderà conto di quei convincimenti che accompagnarono la vita di Giuseppe Giglio. Come è riportato nella "Idea Cristiana" del 21 Agosto 1927, Giuseppe Giglio donò i suoi libri alla Biblioteca della fondazione Mandralisca.
Morì il 18 Agosto 1928.
Domenico Portera , Il libro d’oro della città di Cefalù – Salvatore Marsala Editore, 2001
Di seguito l’articolo dell’ “Idea Cristiana” pubblicato in occasione dei funerali
La morte del Prof. Giglio
“Sabato scorso, 18 alle ore 0,15 si è spento munito dei conforti di Religione il Prof. Dott. Cav. Giuseppe Giglio nel suo palazzo del viale Margherita.
I funerali, celebrati l’indomani nel pomeriggio partendo dalla chiesa del SS. Sacramento, sono riusciti oltremodo imponenti. Hanno dato l’estremo saluto alla salma il Dott. Vincenzo Russo, primario dell’Ospedale a nome della classe medica di Cefalù ed il Cav. Avv. Nicolò Agnello a nome degli Istituti Pii cittadini. Entrambi gli oratori hanno tratteggiato in sintesi commossa la figura di scienziato e di cittadino dello scomparso. Dopo l’assoluzione, la salma è stata trasportata al Cimitero per essere tumulata. Reggevano i cordoni del carro di Ia classe, tutto ricoperto di fiori, il Podestà Gen. Paolo Paolini, il Col. Scoppa, Comandante il Distretto Militare, il Ten. Col. Bertini, l’Avv. Francesco Bianca, il Dott. Vincenzo Russo, il Grand’Uff. Gaet. Misuraca, il Cav. Avv. Nicolò Agnello, il Cav. Travagliante ispettore forestale.
Col Prof. Giglio scompare una interessante figura che onorò con la sua carriera scientifica e con la sua attività il paese che gli diede i natali. Nato il 20 ottobre 1854, appena laureato sentì una predilezione per le discipline ostetriche-ginecologiche e frequentò presso le celebrate Università di Vienna, Berlino e di altri importanti centri di studio, le lezioni dei più rinomati maestri dell’epoca. Ritornato in Italia, dopo circa sei anni con un corredo rispettabilissimo di studi conseguì la libera docenza in Ostetricia e Ginecologia affermandosi brillantemente nella sua arte, ponendosi in primissima fila fra gli ostetrici siciliani. Fu scienziato di larghe vedute ed agitò moltissime importanti questioni di ginecologia e ostetricia in numerosissime pubblicazioni. Nominato ispettore ostetrico del Comune di Palermo espletò per lunghi anni con onore il delicato compito affidatogli. Rivestì pure il grado di Colonnello della Croce Rossa. Ritiratosi dalla vita professionale venne ad abitare a Cefalù, sua città natale, che Egli amò grandemente interessandosi a tutti i problemi della nostra rinascita. Noi per molto tempo l’abbiamo avuto collaboratore assiduo nel nostro quindicinale, dove in forma originale e simpatica agitò le questioni più importanti che riguardano l’avvenire turistico-sportivo di Cefalù.
Fece parte dell’Amministrazione Bianca del Liceo Mandralisca, di quell’amministrazione che si è resa benemerita della cittadinanza sistemando con opportune e tempestive vendite d’immobili il patrimonio del Liceo, costituendo la base finanziaria per la futura realizzazione del Liceo. Il Prof. Giglio sino alla morte ha dimostrato questo attaccamento al suo paese, difatti per testamento ha legato il suo palazzo all’Ospedale Civico, e vistose somme agli altri istituti di beneficenza cttadini. Ha istituito anche una borsa di studio per medici cefaludesi, al fine di perfezionarsi nell’arte ostetrica e ginecologica.
Cefalù scrive con commossa riconoscenza il nome dell’illustre scomparso fra quelli dei suoi migliori benefattori.”
E, dopo averlo scritto, Cefalù dimentica con beata misconoscenza il nome dell’illustre scomparso
L’Idea Cristiana , n° 16 del 19 Agosto 1928
Nel 1931, tre anni dopo la scomparsa del Prof. Giglio, si concretizza la sua volontà di dotare la città di una struttura sanitaria all’altezza dei tempi.
L’ospedale Civico si trasferisce nel Palazzo Giglio
In questi giorni è avvenuto il trasferimento del nostro 0spedale Civico negli ampii e magnifici locali del Viale Mazzini, Palazzo Giglio, avuto, come si sa, in seguito a lascito dell'illustre benefattore cefaludese, Prof. G Giglio. In questi nuovi locali il benemerito Istituto avrà degna sede e potrà svolgere egregiamente la sua missione umanitaria. E' degno di encomio I'opera solerte della Deputazione amministrativa del detto Istituto,per l’ ingegnose industrie escogitate nella sistemazione dell’Ospedale nei nuovi locali che pur disponendo di scarsi mezzi è andato incontro a difficoltà e spese non lievi. Ed altre ancora ce ne vorranno, se bisogna sistemare una discreta sala operatoria onde poter dare a qualche illustre Chirurgo,come s’è vociferato, i mezzi adatti a prestare anche saltuariamente la sua opera a beneficio dei sofferenti. Noi ancora una volta invochiamo a tal uopo l’abilità non comune degli attuali Amministratori e vorremmo augurarci che qualche mano generosa possa con qualche benefica elargizione personale completare l’opera del Prof. Giglio, dando all’Ospedale i mezzi finanziari per bastare ai suoi bisogni.
L’Idea Cristiana anno XII n° 29 del 26- luglio 1931
Per finire, quel che più nausea è che non si esita a spendere qualche migliaio di euro per manifestazioni di mediocre, se non basso, livello. In nome di cosa?
P.S. Rileggendo, forse le immagini non sono sufficienti per chiarire cosa si dovrebbe fare : restaurare la cappella. La cappella di chi più di ogni altro cefaludese ha inciso sulla nostra vita quotidiana - quasi tutti siamo nati nella sua casa.
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