1 Ottobre 2013, 18:50 - Salvatore Culotta [suoi interventi e commenti] |
Scene fondali del teatro Comunale
Prima dell’inizio dei lavori di restauro dell’allora Teatro Comunale – oggi intitolato a S. Cicero – le scene fondali furono arrotolate e conservate , per anni, in un locale al primo piano dell’ex Convento dell’Itria finchè, resasi conto dell’inadeguatezza del fatiscente luogo, l’Amministrazione Comunale li spostò all’Ottagono di S. Caterina, dove rimasero per qualche tempo esposti occupando tutte le pareti. Sempre all’interno di S. Caterina furono poi spostati, addossandoli – l’uno sull’altro - alla parete di fondo dello spazio absidale. Nell’ottica di una rivisitazione dell’Ottagono di S. Caterina, e per una sua degna fruizione, sembra venuto il momento di trovare a quelle scene una collocazione definitiva ( fermo restando che un loro restauro non è realisticamente affrontabile in tempi né brevi né medi e forse nemmeno lunghi).
Qui di seguito è riportato uno stralcio – relativo alle scene - della storia del Teatro redatta dal Prof. Pietro Saya e pubblicata in diverse puntate sul Corriere delle Madonie.
“…Ma l'attività del Comune, riguardo al Teatro non si fermò solo ai lavori architettonici, ma furono anche eseguite delle decorazioni all'interno, e alcune scene fondali. L'incarico per le decorazioni del soffitto e delle pareti fu affidato al pittore cefaludese Rosario Spagnolo dietro un compenso di lire 1.450. L'esecuzione del sipario e delle scene fondali, essendo pervenuta alla Giunta l'offerta di un altro pittore, e non volendo fare disparità, si diede a concorso. Leggiamo a questo proposito la delibera consiliare del 1889: “...La presidenza ha proposto che prima di accettare gli uni o gli altri schizzi dei due concorrenti Re e Spagnolo, si scelga una commissione di due dei più bravi scenografi di Palermo per giudicare sulla preferenza da darsi agli schizzi già presentati, quali componenti la commissione, in caso di discrepanze, avranno diritto a sceglierne un terzo ». Ecco come si risolvevano allora le cose volendole fare con serietà ed onestà, da veri amministratori del bene pubblico.
Il concorso fu poi vinto da Rosario Spagnolo in quanto a lui andò la preferenza della commissione che esaminò gli schizzi, ed il 29 maggio il Consiglio: « ...da facoltà alla Giunta di stipolare il contratto con l'altro concorrente Rosario Spagnolo a condizione d'eseguire le scene che presenta in schizzo, più il sipario da eseguire su tela di lino a seconda il campione che gli esiterà il Municipio per il prezzo di lire 2.600 da lui proposto... ».
L' 11 ottobre del 1889 il Comune di Cefalù inviò una lettera a Rosario Spagnolo così formulata: « Oggetto: Dimensioni delle scene del Teatro. Le fo tenere le misure delle scene di questo Teatro Comunale, cosi, come appresso indicate.
1) Sotterraneo... Dipinto alto m. 5,20 largo m. 6,15;
2) Stanza rustica... Dipinto alto m. 5,45 largo m. 6,42;
3) Galleria... Dipinto alto m. 5,95 largo m. 6,42;
4) Piazza... Dipinto alto m. 5,13 largo m. 6,151
5) Giardino... Dipinto alto m. 5,13 largo m. 7,00;
6) Bosco... Dipinto alto m. 5,75 largo m. 6,50.
Il resto della tela che non fa parte del dipinto sarà colorata secondo la tinta principale di ciascuna scena rispettivamente ».
Come si può constatare da tale lettera il Comune si è riservato di descrivere le dimensioni della parte dipinta di ogni scena fornendo la tela. Nello stesso tempo possiamo constatare che qualcosa è stata modificata o è scomparsa in quanto: la stanza rustica è diventata stanza elegante con, nella parte alta del muro a contatto col soffitto, degli specchi con cornici in stile Liberty, ricco lampadario ed elegante vaso; la galleria non si è mai vista, quindi, o è scomparsa oppure è stata modificata in un secondo sipario raffigurante una biga guidata da amorini con, nello sfondo, un grande panneggio di velluto che, invece, esiste ma non è stato menzionato”
“…Nel sipario principale è rappresentata una scena bacchica quasi di moda nella fine dell' '800. La composizione mostra un grande vaso di terracotta a forma di giara con effigiati alcuni motivi a bassorilievo; seduto a terra, con le spalle appoggiate al vaso e la testa inclinata in avanti, c'è un uomo ubriaco. Accanto, a destra, un satiro, con pelle di leopardo, danza gesticolando e tenendo una lancia nella mano destra, a sinistra un gruppo di tre ragazze, forse le tre Grazie, danzano tenendosi per mano. Nello sfondo, sopra un'ampia gradinata, si nota una scenografica architettura con gigantesche colonne. Qua e là delle figure umane animano la scena. Tutta la composizione mostra degli splendidi effetti prospettici e di luce. Le scene-fondali sono eseguite anche esse con mirabile effetto di luce e di prospettiva, soprattutto la scena che rappresenta una piazza e quella che rappresenta la stanza Liberty. La scena del giardino e la scena del bosco mostrano effetti di luci che sfiorano i tronchi d' albero, i quali sembrano direttamente illuminati dalla ribalta.”
Pietro Saya - Corriere delle Madonie - nn.10/11 Nov. Dic. 1987 e n° 1 gennaio 1988
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