21 Luglio 2012, 19:40 - Pino Lo Presti [suoi interventi e commenti] |
La giornata del 19, che ha visto commemorare, nel ventennale della loro morte, Borsellino e Falcone, ha visto partecipare alla iniziativa della Agorà anche l’Ordine degli Avvocati di termini Imerese, il quale, all’inizio della manifestazione di fronte alla Pretura di Cefalù, ha posto la grave questione della imminente perdita della sede distaccata cefaludese del tribunale di termini.
Già ampio spazio alla questione era stata data dal Sindaco Lapunzina nel suo discorso per la intitolazione, proprio a Falcone e Borsellino di un tratto della via Cavour.
Si sono aggiunti gli interventi di Carmelo Pace, Presidente del suddetto Ordine degli Avvocati, e Nicola Pizzillo, Funzionario dirigente del Personale della sede cefaludese del Tribunale.
In serata, alla conclusione della manifestazione dell’Agorà in piazza Duomo, nell’adiacente Atrio del Palazzo Vescovile, si è tenuto un suggestivo concerto (voce e strumenti) del Gruppo “Codice Mediterraneo”, intitolato “Nella Terra di ...Nella Terra che...” con musiche di Nunzio Ortolano, promosso dal suddetto Ordine e patrocinato dai Comuni di Cefalù e di Gratteri
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Dalla Brochure riportiamo:
di Carmelo Pace avvocato Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Termini Imerese
Desideriamo ricordare chi ha sacrificato la propria vita in nome della giustizia e del desiderio di affrancare la Sicilia dalle catene della mafia, convinti che ‘“non dimenticare” non è solo un dovere di tutti, ma è anche un monito per chi, come noi Avvocati, svolge un difficile ruolo nella nostra terra.
Dopo vent’anni sarà giunto anche il momento di superare gli stereotipi e di comprendere come il ricordo di uomini e donne vittime della mafia debba servire anche a scardinare le divisioni e i pregiudizi, che in questi anni sono serviti solo a chi ha volute celare tante verità.
Abbiamo scelto di affidare a musica e parole i sentimenti di una comunità che non vuole dimenticare e ringraziamo i Comuni di Cefalù e di Gratteri per averlo condiviso.
In queste ore, vent’anni fa, PAolo Borsellino e i cinque agenti della sua scorta erano stati violentemente sottratti a tutti noi e ai loro familiari.
Speriamo che, anche grazie a questi momenti di riflessione, lo sconforto ed il pessimismo di allora vengano sostituiti dalla speranza e dalla voglia di ricostruire ... la nostra Sicilia.
di Rosario Lapunzina, Sindaco di Cefalù
Il 23 maggio e il 19 luglio del 1992 due esplosioni annientarono la vita di tre magistrati (Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo, Paolo Borsellino) e di otto giovani che li scortavano, ribadendo al mondo intero cosa significa morire per opporsi alla mafia.
A vent’anni di distanza da tali tragici eventi, ci sembra doveroso che anche la nostra città ricordi Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, i quali, nonostante le minacce di morte, i falliti attentati e la consapevolezza di poter essere bersaglio della vile mano mafiosa, non cessarono mai di battersi, con fermezza e profondo senso delle istituzioni democratiche, al servizio dello Stato e dei più alti valori civili.
L’estremo sacrificio, mostrato da questi due magistrati, costituisce un alto esempio da imitare e un modello per tutti coloro che continuano a credere nella legalità e nella libertà, per i giovani, e per tutti coloro che quotidianamente si battono contro ogni tipo di criminalità mafiosa e di sopruso e per l’affermazione degli ideali di libertà e di giustizia.
dell’ Avvocato Giuseppe Muffoletto, Sindaco di Gratteri
“Questa terra vuole la vita”. Sono parole di Papa Wojtyla dette ad Agrigento quel famoso maggio 1993. E’ anche per questa ragione, perchè questa terra potesse vivere, che Paolo Borsellino fece il suo dovere fino in fondo, fino al sacrificio della Sua stessa vita.
A noi il dovere di far sì che si possa affermare in ogni angolo di questa meravigliosa Sicilia che “non sono morti invano”.
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“Nella terra di ... nella terra che ...” è un percorso di forte “sicilianità” che nasce in due momenti compositivi diversi.
Il primo è il grido di dolore per il violento assassinio di uomini dello Stato per mano mafiosa, ma nello stesso tempo è l’orgogliosa rivendicazione della conterraneità con questi uomini straordinari, eroi per caso, eroi per forsa ... Paolo Borsellino, Giovanni Falcone, Libero Grassi ...
La narrazione musicale si lega strettamente alle parole per consegnare un racconto paradigmatico, universale, capace di esplorare l’abisso del dolore più intimo - quello di una donna che ha perso il suo uomo - per stemperarsi nella speranza, anzi, nella certezza di un futuro senza mafia.
Il secondo momento compositivo è un intenso atto d’amore per la Sicilia, raccontata nelle sue diverse sfumature: da quella sorta di rassegnazione atavica tipica dei siciliani, ai suoi odori e ai suoi sapori. Un susseguirsi di note che non cessa mai di narrare.
“Codice Mediterraneo” è una formazione, nata dall’intuizione del Maestro Nunzio Ortolano, talentuoso compositore ormai di fama internazionale, con l’obiettivo di utilizzare il linguaggio musicale legato alla tradizione tipicamente mediterranea, di cui esplora sonorità, evoca ritmi, reinterpreta in chiave moderna temi e contenuti.
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