“Accendi la Legalità” - Cefalù, 19 luglio, 2012, II edizione

Ritratto di Pino Lo Presti

21 Luglio 2012, 07:41 - Pino Lo Presti   [suoi interventi e commenti]

Versione stampabileInvia per email





Tutti in piedi per il “Silenzio”



Catania ricorda come dall’anno scorso, “dopo 19 anni di indifferenza, veniva degnamente reso omaggio a Paolo Borsellino e a tutte le vittima della Mafia, attraverso un Corteo paragonabile ad una esplosione di energia positiva”, “certi di avere piantato un seme che darà frutto negli anni a venire”.


 

Date, quelle del 19 luglio e del 23 maggio, che si augura a Cefalù diventino occasione di riflessione e quindi di tradizione.
I giovani che non dimenticano non smetteranno di chiedere alle istituzioni la verità, a quelle stesse istituzioni che stanno riducendo la Sicilia ad una terra di nessuno, senza regole, futuro e lavoro.



Manifestiamo per regole certe, merito e competenza, senza le quali non si può dare un futuro solido a questa terra”.
 “Venti di legalità” il sotto-titolo della manifestazione di quest’anno.




“Il Lenzuolo” con Vincenzo Giannone e un bambino (I gruppi di lavoro “Impegno e Competenza”, a sostegno della Amministrazione,  inframezzeranno gli interventi con momenti artistici di riflessione).





Un ragazzo dell’Agorà
Sottolinea la normalità di certe persone come P. Borsellino, ma una normalità lontana “anni luce” da chi è rassegnato ed ha rinunciato ad ogni proprio diritto di persona e di cittadino: una normalità eccezionale”; e come quindi le loro idee camminino sulle gambe di tante associazioni di cittadini normali, cioè “cittadini attivi” che non devono però essere lasciati soli da chi amministra il territorio.
Perchè ci si avvii verso una società migliore “basta che ognuno faccia il proprio dovere”.



Una ragazza dell’Agorà
Sottolinea come Mafia sia soprattutto frutto di ignoranza e si può combattere solo con la cultura della legalità, cominciando dalla scuola e dall’esempio degli adulti.
Un appello ai giovani: “che ciascuno riconquisti qualcosa che si è persa: la capacità di indignarsi”.
Legalità è ciò che permette una convivenza civile: non fare il furbo, non prevaricare sui più deboli, non sottomettersi, non isolarsi.
Se i giovani, parlandone, prendendone consapevolezza, toglieranno consenso alla Mafia essa sparirà come un incubo.

Una ragazza dell’Agorà
Non bisogna dimenticare la dimensione umana anche di chi ha vissuto nel crimine, la loro “disumana umanità”; è questo l’unico approccio che consente di capire, non giustificare.
Si può avere una mentalità mafiosa senza essere un criminale. Occorre chiedersi quindi, senza presunzione ed ipocrisia, chi si veramente è, cosa si fa, cosa si può, in prima persona, fare.



Un ragazzo dell’Agorà
Rivolto alle Istituzioni, le invita ad investire sul capitale sociale positivo presente questa sera in questa piazza.
Lo sviluppo economico è conseguenza dello sviluppo sociale. La salute della società non può essere misurata con il cosiddetto Pil ma con il Fil (Felicità interna lorda) o il Bes (benessere ecosostenibile). Provocatoriamente propone di partire, in questa rivoluzione, dal basso, da questa piazza: “tutte le cosa nascono piccole. Nella gran parte dei casi, chi comincia sa solo di cominciare e nessuno può dire, fra quanti lo fanno, chi arriverà, quanto lontano arriverà ... ma (in ogni caso) potrebbe aprire la strada per tutti!

Alessandra Cangelosi, al flauto, con un bambino, in rappresentanza del Plesso Nicola Botta, che assieme agli altri bambini ha partecipato al Progetto Pon sulla Legalità.





L’On. Totò Cordaro (apre gli interventi degli amministratori)
Spiega perchè ha voluto partecipare a questa manifestazione di Cefalù anzichè a quella di Palermo.



Primo, perchè ormai si sente cefaludese di adozione; secondo, per una testimonianza di attenzione alla nuova Amministrazione di Cefalù e ai tanti sindaci e amministratori del Comprensorio madonita; terzo perchè questo è il paese nel quale il Commissario Borsellino opera; ed è a lui oggi che va il suo pensiero, assieme alla sig.a Agnese e alle figlie Lucia e Fiammetta.
Tutto è cominciato a cambiare dal pomeriggio del 24 maggio ’92, in cui le salme di Falcone, Morvillo e della loro scorta venivano esposte al Tribunale di Palermo, quando per due chilometri si formò una fila silenziosa e ordinata per due; qualcosa in quel momento stava cambiando nella testa e nel cuore dei palermitani.
Da Presidente del Consiglio comunale di Palermo, inaugurò i corsi di legalità ed educazione civica, invitando in Consiglio le scuole elementari e medie in un confronto con figure istituzionali.
Da deputato regionale, in Commissione Antimafia, l’idea fu accolta dal Presidente Speziale. Nacque così “l’ora della legalità” inserita nella legge di contrasto alla criminalità organizzata: la legge 15 del 2008, che il Procuratore Grasso definì “legge epocale”.



I Bambini della Parrocchia dello Spinito, e la giovane Irene Rinaudo in omaggio a Don Pino Puglisi, a 19 anni dalla sua scomparsa.









Bartolo Jenna, Sindaco di Geraci e Presidente del GAL (Gruppo di Azione Locale) - Madonie
Adesione entusiasta anche come So.svi.ma (Agenzia di Sviluppo Madonie e Termini).
Cefalù sede privilegiata di una tale manifestazione perchè c’è Borsellino, c’è una nuova Amministrazione, perchè Cefalù è il centro di questa aggregazione territoriale (che vorremmo avere come parte più attiva nel nostro territorio) ma ancor più perchè è stata promossa dalla società civile.
Tanti i progetti portati avanti come So.svima. Gal e Distretto turistico  ma tutto questo non deve essere accompagnato dalla solo sostenibilità ambientale ma  dall’uso corretto delle risorse finanziarie.
Crescita - che è diverso da “sviluppo” - può basarsi solo sulla Legalità!
Se i cittadini non devono essere lasciati soli, anche le istituzioni devono essere accompagnate dalla società civile.
Si augura perciò che il fenomeno dell’Agorà si estenda a tutte le Madonie.



Giovanni Meli, Sindaco di Collesano
Simboli, cerimonie ma una Politica (di cui mi vergogno) decide che bisogna risparmiare chiudendo il Centro Nascite. I Sindaci, uniti, fanno ricorso, ma un rappresentante di questo Governo regionale (che oggi disonora la Sicilia) fa a sua volta ricorso al CGA e vince.
Viene chiuso anche il Tribunale di Cefalù, presidio di legalità di un Territorio, e questo accade mentre lo stesso territorio sta creando un Consorzio per la gestione dei Beni confiscati alla Mafia, nello stesso momento in cui Collesano decide di aprire un altro presidio di legalità contro l’usura e contro il racket. Questa politica che non toglie un solo centesimo a se stessa, risparmia sulla Sanità e sulla Giustizia.
Una brutta pagina che non piacerebbe nè a Falcone, nè a Borsellino!

Antoniella Marinaro, assessore alla Cultura del Comune di Cefalù
Da quel luglio sono cambiate molte cose. Sono stati intercettati “quei sussurri” della società civile che per la prima volta si sono alzati a manifestare disappunto. I “Lenzuoli”, le “Catene umane”, tante associazioni, anche nella gestione dei Beni confiscati.
Raccogliamo l’impegno di quanti sono stati uccisi dalla Mafia ad abiurare ogni forma di compromesso oscuro e mortificante. Ciascuno nel suo piccolo ruolo quotidianamente deve seminare forme di legalità.
Bisogna ricordare che non sono morti, ma che sono stati uccisi
”.



 

Antonio Franco, Presidente del Consiglio comunale di Cefalù
Vent’anni fa una manifestazione come questa non si sarebbe potuta fare; non c’era la consapevolezza di cosa fosse la Mafia, neanche nella stessa Magistratura, come nella politica o, anche, la Chiesa; tanti sono morti perciò perchè sono stati lasciati da soli con il sostegno solo della famiglia, di alcuni giovani delle scuole e di pochi colleghi. I molti altri li criticavano piuttosto e ostacolati!
A quell’epoca non erano “eroi” ma forti punti di riferimento per altri non ancora “molti”.
Vent’anni fa, assieme a pochi, altri giovani chiedevo la Verità; oggi a quaranta e con un ruolo istituzionale torno a chiedere la Verità sui rapporti tra lo Stato e la Mafia. Tutti dobbiamo chiederla non solo con le parole ma anche con i fatti; è un diritto dei giovani di allora come dei bambini di oggi.
Queste manifestazioni, una volta irrise, devono crescere sempre di più. “Se la Mafia uccide, il Silenzio pure”!
E’ una sciocchezza dire che queste manifestazioni non servono a niente; la mafia mette radici dove non c’è consapevolezza: il Silenzio uccide, il Silenzio è Mafia!
Tornando a casa, un dovere: rimproverare chi poteva e non è venuto!




Salvatore Muffoletto, Presidente del Masci (apre gli interventi delle Associazioni)
I principi della legalità, della libertà e del rispetto della persona umana sono i principi alla base della esistenza del Masci.
Basterebbe quest’ultimo in verità; gli altri ne sono una derivazione!
Ricorda la partecipazione del Masci ad altri appuntamenti analoghi, come nel 2007 a Locri, con Mons. Brigantini.
Possono alcuni uomini dello Stato lottare contro la Mafia mentre altri uomini dello Stato trattano con essa? No, non possono esservi compromessi che deroghino alla affermazione di legalità dello Stato, come anche nel caso della Diaz!
Agire in maniera diversa significa uccidere un’altra volta quanti già sono caduti nella guerra contro la mafia.
Ciò che scrive lo Stato e tutte le istituzioni devono essere pagine che possano essere lette in qualunque momento e da parte di tutti.



Francesco Arrostuto, Presidente della Lega Navale
Presente per rendere omaggio a tutti i caduti e ringraziare l’Agorà per questa occasione che offre a tutte le associazioni per ritrovarsi attorno a temi come questo; in quanto l’importante non è la specificità delle varie associazioni ma l’impegno e il valore educativo dello stare insieme.

Marco Fajlla, in rappresentanza di “Fuori Orario”
Ricorda l’impegno, assieme alla Csf, nel progetto “Work Camp” di ripristino degli accessi a  a mare, con 14 volontari stranieri.
All’equazione Sicilia-Mafia, su di cui si è naturalmente scherzato, si è potuto mostrare loro gli esempi dei tanti che sono caduti combattendola.



Calderone Lucia (intervento libero di una Cancelliera di Torino di un Tribunale che sta per chiudere)
Malinconia per i tanti che hanno perso l’occasione di partecipare, presi dall’indifferenza!
La lotta alla Mafia si fa in prima persona.
Chiede solidarietà per il Pull antimafia che non è messo nelle condizioni di far bene il proprio lavoro.
Si devono e si possono trasmettere principi validi ai propri figli anche se non hanno vissuto certe realtà e momenti.
Non è la Mafia ma lo Stato che ha ucciso Falcone e Borsellino, che  non li ha aiutati - come per Dalla Chiesa - e come continua a non fare “con le persone che ogni spendono le loro esistenze per permettere ad altri di vivere le loro misere esistenze”.
Chiede rispetto e dignità per chi lavora per la Giustizia.

Angelo Guerrera (funzionario pubblico)
Lotta contro mafia e corruzione forse non è solo un problema di Giustizia ma di etica del proprio lavoro quotidiano.
La “fila per due” non va fatta solo in particolari occasioni!
La politica e i funzionari pubblici in genere devono attenersi a comportamenti conformi all’etica e alla legalità, ogni giorno!



Una giovane dell’Agorà (Roberta) legge la lettera di Agnese Borsellino, in memoria del marito, in occasione del ventennale

Caro Paolo,
da venti lunghi anni hai lasciato questa terra per raggiungere il regno dei cieli; un periodo in cui ho versato lacrime amare. Mentre la bocca sorrideva, il cuore piangeva senza capire, stupita, smarrita, cercando di sapere.
Mi conforta oggi possedere tre preziosi gioielli: Lucia, Manfredi, Fiammetta: simboli di saggezza, purezza, amore; posseggono quell’amore che tu hai saputo spargere intorno a te, caro Paolo, diventando immortale.
Hai lasciato una bella eredità, oggi raccolta dai ragazzi di tutta Italia. Hai adottato talmente tanti figli, uniti nel ricordo, dal nord al sud; non siamo soli! 
Desidero ricordare, sei stato un padre ed un marito meraviglioso, sei stato un fedele, sì un fedelissimo servitore dello Stato, un modello esemplare di cittadino italiano. Resti per noi un grande uomo perchè dinnanzi alla morte annunciata hai donato, senza proteggerti, il bene più grande: la vita! Sicuro di redimere con la tua morte chi aveva perduto la dignità  di uomo, e di scuotere le coscienze.
Quanta gente hai convertito! Non dimentico.
Hai chiesto la comunione, presso il Palazzo di Giustizia, la vigilia del viaggio verso l’Eternità; viaggio intrapreso con celestiale serenità, portando con te gli occhi intrisi di limpidezza. Uno sguardo con un sorriso da fanciullo che noi non dimenticheremo mai.
In questo ventesimo anniversario, ti prego di proteggere ed aiutare tutti i giovani sui quali hai sempre riversato tutte le tue speranze e meritevoli di trovare una degna collocazione nel mondo del lavoro.
Dicevi: “Siete il nostro futuro, dovete utilizzare i talenti che possedete, non arrendetevi di fronte alle difficoltà.
Sento ancora la tua voce, con queste espressioni che trasmettono coraggio, gioia di vivere, ottimismo. Hai posseduto la volontà di dare sempre il meglio di te stesso.
Con questi ricordi, tutti ti diciamo: Grazie, Paolo!


Agnese Borsellino