19 Luglio 2012, 09:32 - Pascal Guercio [suoi interventi e commenti] |
(Testo di Pino Lo Presti)
L’amico Pascal ci ha inviato delle foto che, nella loro sequenza - non casuale - , sembrano suggerire un racconto; un racconto che non ha un inizio, nè una fine, non un buono e neanche un cattivo.
Un racconto, fatto con occhio distante, di una cosa che accade nella nostra città (ma che Pascal sa che accade anche in tutto il resto del nord del mondo); forse preoccupato - o solo incuriosito -, ma Pascal non è certo il tipo che tiene bloccato un centralino del 113, per mezz’ora, pretendendo che intervenga immediatamente una volante perchè c’è qualcuno che dorme a terra!
Il Racconto inizia proprio con due tipi che vogliono anche loro, nel più generale clima di chiamata civica al "fai da te", fare un po di ordine intorno a casa loro, ripulendo le scarpate a lato di via S. Pasquale (verso i palazzi Giallo, Rosa, etc...)
Guardate che bel lavoro!
Ma, ecco, d'improvviso emergere tracce di un passaggio umano
Infatti, esplorando intorno, ecco qualcuno di loro che si attarda in quel caratteristico vezzo di dormire a terra e tra i cartoni!
Ma non vi è nessuno che provi anche un pò di pena, pensando magari chissà ai propri figli? Già, i nostri figli, "quelli non potranno mai trovarsi in queste condizioni"!
Ecco - sembra concludere interrogandosi il racconto -, da dove partire per mettere ordine e decoro stabile al mondo?
E’ questo non essere accompagnate dalle parole che mi spinge a guardare queste foto oltre la cronaca del quotidiano che pur esse descrivono, e a riflettere su un fenomeno talmente più grande di noi che neppure portando l’esercito sul Lungomare di Cefalù si potrà riuscire ad averne un controllo stabile!
Come arginare il mare!
Vogliamo costruire una barriera “anti”, no “flutti” ma “flussi extracomunitari”, che ci difenda da quest’altro “mare”?
L'arrivo mattutino dalla Stazione (siamo all'incrocio tra Via Roma e Via S. Pasquale)
In un paese da cui è sempre meno facile poter osservare le stelle (per eccesso di “luci artificiali”), preoccupano taluni accenti sul tema!
Ci si appella - nel caso di chi si sente più civile - alle leggi e alle norme, come deterrente al fenomeno; in un paese come Cefalù dove, se pur - nel caso migliore - si sa quali siano le regole e le norme, non si sa affatto quanto siano applicate?
Ma, soprattutto, Cefalù, paese di cultura e "ora" di legalità, non dovrebbe essere un luogo in cui si fa sintesi della civiltà della accoglienza?
Può mai essere vera accoglienza se non è per tutti (in termini di categorie non certo di quantità)?
E’ una sfida che non si può vincere “armando” un più deciso “no”, ma ad un superiore piano di consapevolezza mettendo a frutto gli insegnamenti di civiltà che ci ha consegnato la nostra pluri-millenaria storia.
Questi uomini e donne non vengono qui perchè sono cattivi e ci vogliono del male, o delinquere; d’altra parte se non vi fossero tanti “ricettatori” delle loro merci “non sempre regolari”, tanta popolare complicità, non troverebbero convenienza a venire.
Occorre trovare un luogo pubblico in cui possano mantenere la loro igiene e la dignità di essere umani!
Le massaggiatrici
Fino a quando non saremo “Ministri del Tempio” e non i suoi “Mercanti”, la qualità della accoglienza cefaludese ne risentirà proprio sul terreno della “Qualità”, in primo luogo, paradossalmente (direi: per Giustizia divina), proprio dei suoi visitatori: quelli paganti.
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