Un oscurantismo medievale minaccia Cefalù

Ritratto di Angelo Sciortino

28 Agosto 2013, 15:08 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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L'ho scritto da qualche altra parte, su questo stesso blog: “Nella costruzione della città liberale, l’interesse pubblico che deve essere più protetto è la garanzia delle libertà individuali”. Se è vero, com'è vero, che la libertà degli individui è garantita dalla legge, che ne stabilisce l'esercizio e che nello stesso tempo impedisce che tale esercizio possa arrecare danno ad altri individui, allora appare chiaro come a Cefalù le amministrazioni comunali, in tutte le loro espressioni, non sono una garanzia per le libertà individuali, ma una pericolosa minaccia. E senza la libertà individuale ogni società rischia di ripiombare nel più oscuro dei medioevi, quando s'imponeva solo e soltanto la volontà del despota e dei suoi giannizzeri, anche quando fra questi e quello c'era disaccordo.

Questa mia convinzione m'è tornata in mente a causa dell'episodio, che ho raccontato ieri (https://www.qualecefalu.it/node/3122). Esso è la ripetizione di tanti altri simili atti, che, se da una parte lasciano sconcertati per i loro aspetti farseschi, dall'altra preoccupano quanti hanno a cuore che Cefalù abbia ancora una crescita culturale. Una crescita culturale e non una somma di sagre, offerte al suon di salsicce.

Occorre, quindi, che ai manifesti-regole e ai proclami si sostituiscano al più presto comportamenti e decisioni più coerenti con i principi liberali sanciti dalla Costituzione. Occorre che ci si attenga finalmente alla lettera e allo spirito della Legge anche nelle espressioni di amministrazione locale, imponendone il rispetto negli uffici interni e per la strada; ai funzionari e agli agenti di PM.

E' chiaro che per fare ciò, chi è stato scelto dai cittadini per imporre tale rispetto, deve dismettere i panni del populista e la casacca dell'arroganza, per indossare la toga dell'uomo consapevole dei propri limiti e, quindi, della necessità di ascoltare soprattutto coloro che non sono disposti a dire sì con troppa facilità. Deve, insomma, imparare che la conoscenza e l'amministrazione della cosa pubblica procedono per tentativi ed errori, per cui i dissenzienti hanno una funzione utilissima. Senza di essi, infatti, si condurrebbero a conclusione i tentativi, non correggendone gli errori. Ed è inutile che io indichi con quali conseguenze, perché esse sono presenti in questa odierna società cefalutana immobile, se non per danzare la danza macabra dell'agitazione, seguendo la musica della nuova amministrazione e dei suoi orchestrali.

Pensate per un momento all'episodio raccontato ieri oppure alla lettera all'APS, perché controlli la fornitura d'acqua: due cose, che ho sollevato da tempo – e la seconda con una lettera al Sindaco – che ha risposto, com'è suo costume: mi agito!

Così facendo, però, si può giocare con l'hula hoop, ma non amministrare perché i cittadini possano contare su libertà e dignità.