Sfido gli Amministratori!

Ritratto di Angelo Sciortino

25 Agosto 2013, 14:53 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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La Commissione UE ha pubblicato la sua classifica delle regioni europee più competitive. Inutile dire che in tale classifica si trovano ai primi posti le regioni del Nord; che la ricca Lombardia ha perso trenta posti nella classifica e che sono fanalino di coda la Calabria e la Sicilia. Anzi, la Sicilia, con il suo 235° posto, risulta essere l'ultima delle regioni italiane.

Chiunque abbia viaggiato in Sicilia negli anni Sessanta e abbia ripetuto lo stesso viaggio nell'ultimo decennio, non se ne meraviglia. Nessuno può negare che i tanti alberghi ormai vecchi, gli agrumeti e le terre abbandonate, le zone industriali abbandonate sono il segno di una retrocessione continua, alimentata in parte da una classe politica indecente, ma anche da un disinteresse dei Siciliani per ciò che è comune. Un disinteresse, che ha tante cause storiche e politiche.

Nel fosco e preoccupante panorama di una Sicilia retrocessa spicca Cefalù, ormai piombata da Perla del Tirreno a Borgo Marinaro, da Città d'arte a misera destinazione per vacanzieri domenicali e a sede di manifestazioni tanto più rombanti, quanto più le sono offensive.

Di fronte a tutto ciò, dal fortilizio del Sindaco si levano sempre più spesso le voci dei suoi sostenitori per chiedere critiche costruttive e di tutelare il buon nome di Cefalù, anche a costo di nascondere la verità. A costoro bisognerebbe chiedere come possono farsi critiche costruttive, se si nasconde la verità. Quando, soprattutto, la prima critica fatta è quella rivolta al Sindaco, che fa di tutto per nascondere la verità, coprendo la realtà con proclami, finte regate, iniziative di dubbio effetto, divieti agli artisti di strada e via di questo passo.

Non è così che può risollevarsi Cefalù. Non così e nemmeno dichiarando che le responsabilità sono delle amministrazioni passate, di altri sindaci e di altri assessori. Le conosciamo bene le responsabilità passate e sappiamo che non possiamo cambiare il passato. Sappiamo bene, pure, che non possiamo servircene per giustificare i nostri errori di oggi e la nostra confusione psicologica tra agire e agitarsi. Se lo facessimo, scaricheremmo le nostre colpe su altri, per esserne assolti, ma procureremmo un danno alla comunità. Come ormai si fa da oltre un anno, purtroppo.

E io non dovrei criticare? E io non dovrei dire che il Comune sta andando incontro a debiti fuori bilancio, per seguire le fantasie e la conseguente agitazione dei suoi amministratori? Non dovrei dire, con forza e persino denunciandolo, che certe dichiarazioni del Sindaco sono avventate? O dovrei tacere sul malfunzionamento della rete idrica, fatiscente secondo le parole dello stesso Sindaco?

Sfido gli Amministratori a smentirmi e a dimostrare che in quindici mesi sono state fatte le cose, che non prevedevano spese. Sfido gli stessi Amministratori a dimostrare di essere stati pronti ad accogliere la collaborazione di quanti erano pronti a darla, non chiedendo in cambio nient'altro che meno autocrazia e meno autoreferenzialità. Li sfido, infine, di dimostrare che essi hanno avuto scienza e consapevolezza prima di ogni decisione, perché non sono affatto convinto che ne abbiano avute.

Sono piuttosto convinto che essi hanno deciso e operato con poca scienza e molta sussiegosa arroganza, spingendo Cefalù a divenire la città capolista di una Regione retrocessa. Una città, che è la prova vivente di come può morire una civiltà e la relativa cultura anche con l'aggiunta di una semplice “i”. Oppure, se non ci si accontenta, anche con risibili ossimori come non conforme, ma compatibile e come numeri figurativi su un bilancio.