14 Agosto 2013, 16:06 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Ieri, 13 agosto, presentazione dell'ultimo libro di Matteo Collura: Sicilia, fabbrica del mito, preceduta da un intervento del sindaco Lapunzina (https://www.qualecefalu.it/node/3037).
Siamo sicuri che si sia trattato di una serata importante? Collura non è certamente uno scrittore da prendere sottogamba: intimo amico di Sciascia, ne è di questi quasi un erede, come dimostrano la biografia, che di Lui ha scritto, e i numerosi libri sulla Sicilia. Libri, che hanno un denominatore comune: una sorta di viaggio, che Collura compie per darci o restituirci una visione realista, che riporti l’isola su una dimensione terrena, lontana dalla retorica pervasiva di una certa pubblicistica contemporanea.
Difficilmente Matteo Collura avrebbe potuto darci qualcosa di nuovo, visto che in quanto aveva già scritto ci aveva dato un quadro esauriente della sua visione della “sua” Sicilia. Difficilmente, ma c'è riuscito. E questo dimostra le sue doti di scrittore e la sua ininterrotta “corrispondenza d'amorosi sensi” con la sua terra.
Un amore, che diviene per Collura la causa, che lo spinge a porsi domande non di poco conto, come quando si chiede perché i Siciliani, come Tomasi di Lampedusa dice, credono di essere semidei. Una gran domanda, una domanda alla quale forse non basterebbe una vita per rispondere. Per questo motivo Collura si fa carico dell’eredità di Calvino e delle pagine di Eco; poi, insinua il sospetto che il mito della “Sicilia dei misteri è un mistero essa stessa”. Proprio come scrisse Winston Churchill della Russia: “un enigma avvolto in un mistero”.
Se questa è la situazione, lo stesso Collura si chiede: “Ma si tratta di vera mitologia o di suggestioni e, in taluni casi, di vere e proprie invenzioni nate dall’estro di coloro che di volta in volta hanno scoperto la Sicilia?”. O si tratta, di una vera e propria forma di vanagloria dei Siciliani, che si considerano l'ombelico del mondo?
E' difficile rispondere, ma Collura ci prova con la sua perizia di scrittore, narrando di Bellini, Genco Russo, Cagliostro, Majorana, Franca Viola e delle loro gesta, dei loro misteri e dei loro atti di coraggio. Non so se è riuscito a rispondere. So per certo, però, che qualcuno non ha visto, ieri sera, né le domande saggiamente poste né le risposte date. Cittadino onorario di Cefalù, Collura non è stato onorato degnamente. Se n'è data una lettura riduttiva, presi più dalla vanagloria – nemmeno sicula, ma cefalutana – che non è stata certamente né una buona presentazione di Collura ai Cefalutani né dei Cefalutani a Collura. Forse, se il Sindaco avesse letto il libro di Enza Vazzana e le pagine dedicate proprio a Crowley, avrebbe detto parole più appropriate di quelle pronunciate e diramate con un comunicato, del quale ho riportato il link all'inizio.
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