25 Luglio 2013, 20:40 - Marco Bonafede [suoi interventi e commenti] |
Caravaggio: il sacrifico di Isacco
Giorgio Napolitano è il sacerdote di un unico Dio, lo Stato. Ritiene di essere un uomo di altissima moralità, al di sopra di ogni critica.
Napolitano soffre del complesso di Abramo, si sente cioè abilitato a sacrificare, se lo ritiene necessario al bene dello Stato, la propria parte politica, come Abramo era disposto a sacrificare il proprio figlio Isacco se Dio lo chiedeva.
Berlusconi ha insistito per la sua rielezione ben conscio del fatto che, pur di non essere accusato di essere uomo di sinistra, Napolitano non esiterà a fare tutto quello che la destra gli chiede.
Dopo il primo mandato come Presidente della Repubblica Italiana, Napolitano aveva dichiarato innumerevoli volte di non volere essere rieletto, ma quando gli fu proposto accettò quasi subito, confermando che si può resistere a tutto tranne che alle tentazioni. Fu così che nel 2013 divenne Presidente della Repubblica a 87 anni.
Napolitano per decenni ha rappresentato l'ala del Partito Comunista Italiano definita migliorista, e per oltre 60 anni ha fatto del "senso di responsabilità" la formula su cui ha costruito la propria carriera politica. Napolitano ricorda ancora con commozione la lezione di Giorgio Amendola, che spiegava agli operai che bisognava accettare sacrifici anche senza contropartite.
Quando Dio distribuì il senso di responsabilità, dato che ce ne era poco, lo mise tutto nella testa dei dirigenti della sinistra italiana. Ma sembra che i dirigenti della destra, pur essendone privi, non abbiano mai sofferto di questa mancanza.
Il "senso di responsabilità" è la formula magica per giustificare qualunque compromesso, qualunque incoerenza, qualunque giravolta, qualunque cedimento. Nella liturgia politica attuale tale formula viene spesso usata insieme a "L'Europa ce lo chiede", "Abbassare i toni" e "Rispetto per le Istituzioni".
Napolitano come Presidente della Repubblica si è sempre richiamato ad un ruolo super partes: il Presidente della Repubblica è l'arbitro, non il giocatore. Secondo gli sviluppi di recenti inchieste pare che sotto la sua Presidenza vi fu una sfacciata compravendita di deputati e senatori che portò nel 2008 alla caduta del Governo Prodi. Giorgio Napolitano è stato l'arbitro che si è fatto truccare la partita sotto il naso?
Il Presidente Napolitano conferisce al Ministro Angelino Alfano, per il suo ruolo nel caso Ablyazov, il prestigioso Premio "A mia insaputa" 2013. Il Premio è ispirato all'indimenticabile figura del Ministro Scajola.
Cefalù. Luglio 2013
Marco Bonafede
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