Un privilegio di Cefalù

Ritratto di Angelo Sciortino

20 Luglio 2013, 15:45 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Ruggero II, per attirare uomini a Cefalù dopo la sua distruzione a opera del padre Ruggero I, concesse a tutti coloro che l'avessero ripopolata il privilegio: "Ne mari vel terra in exercitum eatis", che tradotto diventa: "Non andrete soldati né in terra né in mare".

Il notaio di Mistretta, che raccolse nel Rollus Rubeus i privilegi del Re, dimenticò purtroppo di trascrivere l'ultima parte del privilegio: "et libertatibus virorum non utebimini", che tradotta diventa: "e non godrete delle libertà degli uomini (veri).

Ecco una parziale spiegazione della situazione attuale.