Dal "marasma contabile" degli anni Vicari e Guercio a quello degli anni Lapunzina e Tumminello

Ritratto di Pasqualino Turdo

19 Novembre 2024, 17:20 - Pasqualino Turdo   [suoi interventi e commenti]

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La sezione di controllo della Corte dei Conti, il 15/10/2024, in una relazione di 34 pagine, ha accertato la presenza di profili di irregolarità contabile e criticità per gli equilibri di bilancio nonché di difformità dalla sana gestione finanziaria relativamente ai rendiconti della gestione 2019/2020/2021/2022”, www.qualecefalu.it/node/24796.

Nella seduta straordinaria ed urgente di ieri, 18/11/2024, il Consiglio comunale ha esaminato, discusso ed approvato con i voti favorevoli dei 10 Consiglieri di maggioranza presenti ed il voto di astensione dei 4 Consiglieri di minoranza presenti, la proposta di delibera di adozione delle misure, già approvata dalla Giunta Municipale.

Di seguito il testo integrale dell’intervento che ho svolto in aula.
                                                                          

Signor Presidente, colleghi Consiglieri e Signori Amministratori,

In tema di bilanci e di finanze comunali, non ho la preparazione e la cultura amministrativa di chi, per 10 anni, ha "studiato" i bilanci comunali da Consigliere di opposizione, finendo per criticarli aspramente, che più aspramente non avrebbe potuto e da Sindaco per 10 anni, da Vicesindaco per 3 anni, sempre da Assessore con delega al bilancio, li ha illustrati al Consiglio e gestiti, celebrandoli come modelli di gestione e di risanamento amministrativi oculati, che più oculati non sarebbero potuti essere.

Non ho, neanche, le competenze del dott. Attilio Vallante, Dirigente dei Servizi Ispettivi di finanza pubblica, che, nella sua relazione del 17 aprile 2007, ebbe a definire "marasma contabile" la situazione finanziaria del Comune, nel periodo in cui a guidarne le sorti erano state Amministrazioni diverse da quella in carica, che le guida da ben 13 anni.

Ho, però, quel bagaglio minimo di conoscenze, che, a giudicare dai rilievi della Corte dei Conti, mi permette di dire che, se il Comune non è ripiombato in un altro marasma contabile, poco ci manca.
Il che è come dire che, se i bilanci comunali negli anni dei Sindaci Vicari e Guercio erano zuppa, quelli degli anni Lapunzina-Tumminello sono pan bagnato.

Sindaco Tumminello,
i “CONTI” del Comune sono tutt’altro che ”IN ORDINE”, come Lei, il 12 agosto di questo 2024, ha scritto all'inizio della sua “relazione sullo stato di attuazione del suo programma elettorale nel secondo anno del suo mandato”.

Sindaco Tumminello,
"I documenti economico finanziari non attestano, affatto, la buona salute dell'ente e la piena regolarità degli atti approvati quali il bilancio ed il conto consuntivo", come Lei, sotto il titolo, CONTI IN ORDINE, ha scritto e sbandierato nell’esordio di quella sua relazione, nella quale ha celebrato l’operato suo e della sua Amministrazione.

Quel suo esordio resterà negli annali del Consiglio, come una delle favole, che siete soliti raccontare in quest'aula.
Ha il tenore delle risposte alle nostre interrogazioni, nelle quali, per rimediare alle criticità da noi segnalate, coniugate i verbi al tempo futuro.
Ma la relazione della Sezione di Controllo della Corte dei Conti, ha peso e valenza molto più gravi di quelli delle nostre interrogazioni.

La verità è che Lei e la sua Amministrazione siete naufragati, persino, su quella che, in 13 lunghi anni, avete spacciato per corazzata.
La corazzata della vostra competenza finanziaria nella gestione del bilancio e delle risorse comunali.

La vostra, signori Amministratori, non è, affatto, una corazzata.
La vostra, per quanto fanno emergere i rilievi della Corte dei Conti, è, soltanto, una scialuppa, sulla quale continuate a navigare a vista rischiando di farla infrangere, proprio, contro gli scogli dei rilievi della Corte.

La farete infrangere perché con i correttivi proposti, nell'atto deliberativo che avete sottoposto al nostro esame, non riuscirete ad evitare il naufragio, vostro e con esso quello del bilancio del nostro Comune.

A questo punto faccio un passo indietro per rendere edotta la Cittadinanza di un fatto, che non può essere sottaciuto.

Il provvedimento della Corte, non è giunto inatteso, non è stato un fulmine a ciel sereno.
Esso, infatti, è stato preceduto dalla delibera della Corte n° 143/2024/PRSE depositata il 29 maggio 2024.
In tale delibera, i magistrati contabili hanno constatato che i revisori del nostro ente non avevano adempiuto all’obbligo di redigere la relazione prevista dall'art. 1, commi 166 e 167, della legge n. 266 del 2005 sul rendiconto dell’esercizio 2022, approvato con la deliberazione di Consiglio comunale n. 56 del 26 luglio 2023.

Per meglio far comprendere di cosa si tratta, ricordo che la relazione, cui mi riferisco, consiste in un questionario compilato dall’organo di revisione, sul quale la Corte effettua le verifiche che, per Legge, deve effettuare sui dati dei bilanci e dei rendiconti.

Preso atto di tale inadempimento del Collegio dei Revisori, la Corte ha invitato il Comune all’adozione dei provvedimenti organizzativi necessari, assegnando all’Organo di revisione, sul quale ricade il relativo obbligo, il termine di 20 giorni dalla ricezione della deliberazione, per l’invio della suddetta relazione.

Fra i destinatari della delibera figurava, anche, il Consiglio Comunale, per il tramite del suo Presidente, cui il provvedimento era stato indirizzato a cura del Servizio di supporto della Sezione.
Ciò, ai fini, fra l’altro, delle valutazioni di esclusiva competenza dell’organo assembleare di cui all'art. 235, comma 2, del D. Lgs. n. 267/2000.
La circolazione del documento, purtroppo, deve avere incontrato qualche intoppo, non meglio precisato, nel “tragitto” che va dal Presidente Calabrese, che ne ha ricevuto regolarmente copia, al Consiglio, che ne sconosceva l’esistenza, fino alla consultazione della banca dati delle decisioni della Corte dei conti.

A Lei, Signor Presidente, profondo e scrupoloso conoscitore dei compiti e dei doveri del Suo Ufficio di Presidenza, deve essere “sfuggito” il dovere di trasmetterlo ai Consiglieri.
E, purtroppo, deve essere “sfuggito”, anche, al Suo zelante Vicepresidente.

La “dimenticanza”, tra virgolette, del Presidente Calabrese, ha privato il Consiglio della facoltà, anzi del diritto,  di esercitare la prerogativa di cui al citato comma 2 dell’ art. 235.

Ma c’è dell’altro!
Singolare, infatti, è la coincidenza che, nel mese di luglio, senza che il Consiglio fosse informato del sollecito della Corte, è stato approvato il rendiconto 2023, basato, in ragione della continuità degli adempimenti contabili, sui dati del 2022, che la Corte non era stata messa in condizioni di validare e dei quali denunciava la ritardata trasmissione.
Sostanzialmente, noi, Consiglieri di minoranza, siamo stati tenuti all’oscuro di un’informazione, importante, che avremmo, sicuramente, utilizzato nel dibattito in aula.

Quella del Presidente è stata una grave mancanza di fairplay istituzionale o è stata omissione di un atto dovuto?
A noi non compete questo giudizio, ci basta avere stigmatizzato, in questa sede, l’intoppo.

Detto ciò, entro nel merito di quelle, che, per voi, sono le misure correttive, con le quali l’Amministrazione intende rispondere ai rilievi della Corte e che, in realtà, sono talmente inadeguate da non potere, neppure, essere definite tali, perché, non sono, neanche, pannicelli caldi.

Non mi soffermerò su tutte le misure correttive, che, nella proposta al nostro esame, sono indicizzate con le lettere dalla a. alla m .
Riguardo a tale indice non posso sottacere il fatto che non include altre misure correttive di altre irregolarità, non meno gravi, che l’Amministrazione lascia svanire nel silenzio.

Mi soffermerò, soltanto, su quelle che, a mio giudizio, sono le più significative.

Secondo l’articolo 148 bis TUEL, le misure correttive, cito, sono “provvedimenti idonei a rimuovere le irregolarità e a ripristinare gli equilibri di bilancio”.
Consistono, cioè, in provvedimenti concreti e circostanziati, quali la corretta rideterminazione di valori precedentemente calcolati in modo errato ovvero nella predisposizione di azioni precise, individuate sulla base delle analisi delle disfunzioni, che hanno dato origine alle criticità, ed idonee a contrastarle.

Purtroppo, nulla di tutto ciò si ritrova nella proposta di deliberazione, che a fronte di dati non chiari, ambigui, addirittura inverosimili, censurati dalla Corte, non offre, nella maggior parte dei casi, dati alternativi corretti, né chiarimenti idonei o spiegazioni adeguate. 
La proposta al nostro esame si limita ad affermare che la Giunta ha conferito mandati agli uffici preposti.

Signor Sindaco e Signor Assessore al Bilancio,
oggi, in questa sede, avremmo dovuto discutere di cifre non di mandati, assolutamente generici, per accertare quello che, alla data odierna, dovrebbe essere già accertato.
Lo stesso vale, con le dovute differenze, come meglio dirò, per le azioni che dovrebbero rimuovere le gravi criticità.
Non possiamo, perciò, trovarci in accordo e, neanche, in disaccordo con le proposte.

La ragione è assai semplice:
non siamo per nulla in presenza delle misure richieste dalla Corte ma, soltanto, di mere dichiarazioni di buoni propositi, che, come tali, lasciano letteralmente il tempo che trovano. 
Pertanto, io ed i colleghi del Gruppo “Innoviamo Cefalù”, non possiamo esprimere alcuna valutazione.
Possiamo, soltanto, esprimere un giudizio di assoluta inidoneità della proposta, dalla quale non possiamo che dissociarci.

Inizio a soffermarmi sui punti a. e b. della proposta nei quali la genericità, anzi l’evanescenza delle cosiddette misure, risalta evidente già in riferimento agli strumenti di contrasto alla patologia, che, è opportuno ricordarlo, consiste nel ritardo nell’approvazione dei documenti contabili e nei gravissimi ritardi nell’invio alla Corte della documentazione da parte dei revisori.
Ritardi tutti, dei quali non si comprendono le cause effettive e, neanche, la strategia di “dare mandato ai responsabili del settore finanziario e degli altri settori di approvare gli atti propedeutici al bilancio e al rendiconto in tempi congrui” purtroppo, già abbondantemente scaduti.

Il punto c. della proposta dell’Amministrazione è esempio clamoroso della confusione contabile, o, per dirla con Vallante, del marasma contabile in cui versa l’ente rispetto alla cassa vincolata.
Eclatante al riguardo il disallineamento fra il dato fornito dall’organo di revisione, che con nota prot.5509 del 22 luglio ha quantificato la cassa vincolata al 31/12/2022 in € 5.982.212,34  e quello calcolato dalla Corte dei Conti che riscontra una consistenza della cassa vincolata pari a € 22.050.598,14 (tab 8 di pag 9 e pag.10).
Il dato del saldo di cassa, rappresentato come pari a € 24.752.700,75 nella tabella n. 3 di pagina 7 della deliberazione, dunque, va letto alla luce di questa importante precisazione.

Per meglio comprendere il senso delle critiche rivolte alla proposta, dalla quale, ripeto, ci dissociamo, basta dire che, anche a fronte di un’incongruenza di tale portata, incredibilmente, ci si limita a conferire un mandato al responsabile del servizio finanziario per accertarne l’effettiva entità e sussistenza.

Discorso analogo può essere fatto sulla consistenza del Fondo Pluriennale Vincolato.
Per fare luce, anche su tale fondo, l’Amministrazione dà mandato ai responsabili di tutti i settori di specificare – sembrerebbe per il futuro – tutti gli elementi omessi, tanto da suscitare i rilievi della Corte sulla mancanza delle informazioni contabili necessarie ad una rendicontazione attendibile.

Al riguardo non può che evidenziarsi l’insufficienza della misura.
Quanto alle giustificazioni giustamente non considerate soddisfacenti dalla Corte,  si rileva, in particolare, che la spiegazione offerta dal Responsabile del Servizio finanziario con la nota prot. n. 34280 del 22 luglio 2024, non è affatto convincente.
Ciò perché nessun fatto sopravvenuto alla delibera di Giunta Municipale n. 86 del 25/05/2023 poteva mutare il dato esaminato, posto che lo stesso non può essere influenzato da fattori sopravvenuti alla chiusura dell’esercizio.
La circostanza che il dato non influenzi il risultato di amministrazione, evidenziata nelle misure correttive, non è una valida giustificazione, posto che quella che viene messa in crisi è l’attendibilità della contabilità.

Passo adesso alla misura d. sul Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità, FCDE. 
L’insufficiente accantonamento al Fondo viene riconosciuto in euro 105.899,11  a fronte della cifra di euro 226.963,83 euro, indicata dalla Corte.
Detta rideterminazione nulla toglie alla erroneità del calcolo e alla scorrettezza contabile, che, in ogni caso, determina un peggioramento del risultato di amministrazione.

Discorso analogo può essere fatto sulla misura e. che riguarda il mancato accantonamento per la perdita subita dalla Sosvima nel 2019.
L’esiguità del relativo ammontare e il superamento, di fatto della criticità, non cancellano l’irregolarità contabile.

Sul fondo contenzioso, di cui alla misura m.  per il quale – allo stato – non sono emerse criticità, non deve dimenticarsi che il Collegio, raccomanda di porre “attenzione al vaglio del rischio soccombenza”.
Preso atto di tale sollecitazione, appare quanto mai urgente e opportuna un’analitica ricognizione del contenzioso, comprensiva delle valutazioni richieste dalla magistratura contabile per evitare ulteriori sottostime della parte accantonata.

Mi soffermo, infine, sulle misure k. ed i. relative alla riscossione dei proventi derivanti dalla lotta all’evasione, puntualmente esposte nel contesto dedicato ai residui attivi, corrispondenti a somme accertate ma non riscosse nel corso dell’esercizio. 
La lotta all’evasione, fatta eccezione per il 2020, viene definita dalla Corte addirittura “inconsistente nel periodo dal 2019 al 2022. 
Nel 2019 e nel 2021, in pratica, la percentuale di riscossione è stata pari addirittura a 0 (cfr. la tabella 44 di pagina 35).
Anche per il 2022 i dati non sono, per niente, confortanti: la percentuale di riscossione relativa al recupero evasione IMU/TASI si attesta allo 0,09%.
La riscossione è stata pari ad euro 1.628,00 a fronte di un accertamento di euro 1.882.789,50.
La riscossione riguardante il recupero di TARSU/TIA/TARES/TARI, invece, si è arrestata alla percentuale, pure molto insoddisfacente seppure non del tutto irrisoria, del 10,88%.
Sono stati, infatti, riscossi euro 49.552,32 su euro 455.319,26 accertati.

In ordine a tale evidente disfunzione, che, ove protratta nel tempo, è suscettibile di perturbare gli equilibri di bilancio, che già esprimono una tendenza al peggioramento (cfr., di nuovo, la tabella a pagina 33), di cui dirò, i revisori, nel parere reso sul rendiconto riferito all’ultimo degli esercizi analizzati, si sono limitati ad osservare che “sono stati raggiunti i risultati attesi”, ovviamente, in termini di accertamenti, data la dose “omeopatica” delle riscossioni.
(cfr. le pagine 35-36 della deliberazione).

Anche a fronte di una anomalia così eclatante l’Amministrazione non fornisce spiegazioni puntuali, che ben potrebbe, invece, fornire il vicesindaco, che, all’epoca, concludeva il suo secondo mandato di sindaco.
Di rimedi concreti, basati su analisi del fenomeno, neanche l’ombra. 
Anche su tale fattispecie, invece di verità e chiarezza, solo vaghi propositi di potenziamento, con la promessa del compimento di attività del tutto ordinarie ma, evidentemente, per qualche ragione, da lungo tempo congelate.

Per finire sulle misure correttive, non posso non fare un cenno sulla misura j. 
Signori Amministratori, è incontrovertibile che gli equilibri di bilancio sono peggiorati.

Le tabelle inserite alle pagine 32 e 33, ne sono prova lampante e voi, piuttosto che fornire una chiave di lettura del fenomeno e le strategie valide ad invertire la tendenza in atto, vi limitate, ancora una volta, a dare “mandato al responsabile del servizio finanziario in concerto con tutti i responsabili dei settori di verificare e monitorare …….. bla bla bla

E mi avvio a concludere. 

Per quanto ho detto in questo mio intervento, è abbastanza evidente che alle molteplici irregolarità conclamate, si aggiungono diversi aspetti poco chiari., che rendono d’obbligo una riflessione,  dal momento che la gestione dell’Ente dovrebbe rispecchiare i principi contabili della veridicità, dell’attendibilità, della chiarezza e della correttezza, con preciso riferimento alla determinazione del risultato di amministrazione e della quota libera, costituente l’avanzo, che, prima di essere impiegato, va correttamente calcolato.

E sono d’obbligo, pure, due domande:
l’Amministrazione Lapunzina/Tumminello può, davvero, fregiarsi del merito di aver superato tutti i difetti e tutte le disfunzioni imputate alle gestioni delle precedenti Amministrazioni?
Il buon senso dice di no.

Non è che è necessario correre tempestivamente ai ripari, anche sul fronte dei riordino dei conti, mediante la correzione delle inesattezze stigmatizzate nella delibera, prima di procedere all’approvazione di ulteriori documenti contabili che sarebbero inficiati, a cascata, dalle molteplici, pregresse e conclamate, irregolarità?
Il buon senso dice sì.
      
       Pasqualino Turdo, Consigliere comunale