3 Luglio 2024, 03:05 - Pino Lo Presti [suoi interventi e commenti] |
Note “atmosferiche” su un Clima irrespirabile in Consiglio comunale.
_________________ ll fantasma di una Dittatura della Maggioranza____________
- S. Ambrogio 1° decade di maggio 2012 -
Si respira un brutto clima in generale.
Nell’aria si avvertono i miasmi di qualcosa che assomiglia a un preludio, a un qualcosa di evocativo che sa di "dittatura"; sembra quasi di un suo auspicio. Non che questa possa essere possibile in uno Stato in cui forti sono i presidi democratici, ma che ci sia una voglia, un desiderio in quella direzione è riscontrabile in un generale clima di intolleranza nei confronti delle posizioni “altre” rispetto al potere; e ciò non solo a livello nazionale. I flussi informativi sono sempre più costretti in canali controllati, gli spazi di azione dell’informazione libera sempre più ristretti, le voci critiche sempre più oggetto di delegittimazione, la funzione delle assemblee a vari livelli deliberanti sempre più mortificata da decreti e ordinanze "contingibili e urgenti", gli spazi del Collettivo sempre più ristretti, il Bene comune sempre più privatizzato!
In tale contesto Espressioni come:
“Forse lei non l’ha capito ma io non la tengo neanche in considerazione. Già l’ho degnata di citazione!” (Franco),
... udite nella Sala Consiliare, l'Agorà, lo spazio pubblico per eccellenza, mortificano prima di tutto l'astante perchè vede offesa la sua speranza che quello spazio abbia ancora qualcosa di Sacro.
Ma anche queste altre:
“… è la dimostrazione dei preconcetti, della presunzione, dell'arroganza di chi parla con questo tono in questa sala” (non si capisce a chi è rivolto - n.d.r.) (Franco)
“mi sembra…, ci sia (nella Opposizione - ndr.) semplicemente il solito rammarico profondo, l'astio profondo, il livore profondo che viene fuori nel momento in cui la discussione è in perdita e si sa che anche questa sera si uscirà con una sconfitta” (Franco)
(Non la Ragione, il dialogo. l'ascolto ma l'astio, il livore; il tutto in una Partita dove chi ha le migliori carte vince, è questo che vi accade?)
“E' la solita banalizzazione da perfetti ignoranti sui presunti privilegi dei dipendenti pubblici. E' la solita banalizzazione da persone terra terra” (Franco)
“lascialo stare poverino, non sta bene” (Lapunzina)
… riferite a consiglieri della minoranza, davvero mortificano l'attesa di democrazia di chi assiste; che è prima di tutto attesa di rispetto per la persona umana e poi per il ruolo che in quel luogo quella persona svolge: quella di rappresentare legittimamente una parte della popolazione. Potranno avere dei limiti personali ed essere impacciati nello svolgere quel ruolo ma rappresentano sempre persone, umori, situazioni, sensibilità, attese di cittadini di questa città.
Interventi poi volti a far considerare in qualche modo un “danno” ai lavori del Consiglio l’esercizio del diritto della Minoranza a proporre emendamenti al testo di un provvedimento in discussione, sono segnali che non possono essere trascurati, considerando già che quel provvedimento in discussione non era stato sottoposto – come preventivamente avrebbe dovuto essere, proprio per la sua natura - ad un pubblico dibattito democratico con la cittadinanza, e che ora forse si sarebbe voluto fosse “sic et simpliciter” approvato nel silenzio, così come confezionato, lasciando spazio solo alle espressioni di fierezza ed orgoglio (che tanto vanno di moda da un certo tempo) per l’atto della Maggioranza e che, forse all’unanimità infine, si voleva approvato.
Affermazioni infine come: “il Comune non autorizza se stesso, il Comune non può autorizzare se stesso” (Cesare) …
...o, domande come: “ma perché il Comune autorizza se stesso ad avere delle deroghe?”(Castiglia)…
... preoccupano.
Questa ultima affermazione e questa ultima domanda appaiono indici di una non sufficiente riflessione sul principio democratico dell’equilibrio dei poteri, che implica un reciproco controllo da parte degli uffici preposti. Nessun organo democratico può agire in assoluta autonomia, senza preventiva autorizzazione da parte di organi altri di controllo.
(L’estate del Papete, del “datemi tutti i poteri “ è relativamente lontana ma non troppo, nelle fantasie).
Pensare che il Comune, cioè chi lo governa, cioè noi della Maggioranza possiamo agire senza autorizzazione alcuna – se pur in un particolare settore - non è indice soltanto di una immatura coscienza democratica, ma anche di ignoranza di un esplicito articolo del Regolamento in oggetto, in discussione in Aula, che all' Art. 19 (Criteri e limiti per il rilascio di autorizzazioni in deroga con istanza semplificata e ordinaria)… espressamente dice:
"2. Tutte le attività di cui all’art. 17 comma 2 del presente Regolamento nell'ambito delle quali sia previsto l'utilizzo su suolo pubblico di impianti di amplificazione e diffusione musicale, anche se organizzati dal Comune, sono tenute a richiedere al Comune l'autorizzazione in deroga".
Ma i sintomi della presenza di un certo virus non sono solo ravvisabili nelle pulsioni di una qualunque Maggioranza di governo a considerare la sede delle istituzioni come casa propria (al massimo una veranda su cui incontrare - per necessità di forma – “i vicini”, per manifestare loro i propri umori e le proprie disposizioni); questi sintomi di intolleranza verso chi non "abita il palazzo" si rendono evidenti anche attraverso atteggiamenti irrisori, commiseranti, delegittimanti nei confronti degli “ospiti”, delle loro considerazioni e proposte, spesso offensivi per la dignità della persona e del ruolo che riveste.
Espressioni come:
"Ma quali sono le migliorie di questi emendamenti?
E che questa sera si parli di migliorie con emendamenti che non hanno nè capo nè piedi, devo dire che siamo anche fieri di averli bocciati, perchè sono emendamenti senza senso”. (Lapunzina)
“Non ne trovo uno che sia degno di potere modificare il regolamento dal punto di vista politico e alcuni hanno anche degli errori di contesto. Presentazione per motivi pubblicistici per affermare che c'è una volontà diversa, migliore rispetto al lavoro che è stato fatto”.
(Trova la presentazione di tali proposte anche lui irrispettosa nei confronti di chi con impegno ha lavorato in Commissione - n.d.r.) (Cesare)
“Anche chi abbia poca esperienza di consiglio comunale abbia potuto capire che gli emendamenti che sono stati proposti, di "migliorativo" hanno avuto soltanto il mantra che è stato ripetuto questa sera tante volte”.(Franco)
“Ma forse non sono stato attento io, sarò distratto, lei può pensare quello che vuole però io li ascolto i cittadini; sono distratto forse rispetto a quello che dice lei perchè non è che mi interessa moltissimo; a me interessa ascoltare quello che dicono i cittadini...non certamente chi viene qui con motivazioni di carattere pretestuoso per rappresentare una Amministrazione, una Maggioranza in maniera quasi mostruosa che non si occupa della salute dei cittadini...
...Gli emendamenti che sono stati proposti sono stati bocciati non perchè c’è il preconcetto di bocciare gli emendamenti della Opposizione ma semplicemente perchè non portavano assolutamente nulla di nuovo, di diverso, di integrativo rispetto a quello che era il testo in discussione”. (Franco)
Ora, al di là del merito della legittima iniziativa della Minoranza (comunque verificabile da parte di ciascuno, soltanto che voglia rendersene conto consultandola nella terza parte, “conclusioni e proposte” del mio commento al Regolamento acustico comunale - https://www.qualecefalu.it/node/24853), qui si vuole solo evidenziare il tono, la carica di violenza, l’atteggiamento irrispettoso, di precostituita chiusura a riccio, totale, nei confronti della Minoranza, la quale nient’affatto contestando il valore, la opportunità di un tale atto regolatorio da parte del Governo della città, è sembrata solo intenta a svolgere il proprio ruolo, tentando di integrarvi proposte minime ma sensibili agli umori e alle necessità quotidiane di gran parte della cittadinanza.
Condivido queste parole della Marinaro:
"Tutto si dovrebbe anche fare nell'ottica della buona creanza cercando di non usare espressioni che possano anche offendere chi pone all'attenzione del consiglio (qualcosa - n.d.r.); che deve avere pure la correzione del "compito in classe", voglio dire che ognuno fa il meglio che può fare scrivendo".
Che dire: a quando – continuando così, Saro (?) - un Podestà a Cefalù, magari "buono" come poi forse - non è escluso - al fondo sei tu?
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