"Galeotta fu" la sottostazione elettrica

Ritratto di Saro Di Paola

17 Giugno 2024, 07:35 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

Versione stampabileInvia per email

Per il “pugno di amici”,  che “si innamorarono” della fermata urbana sotterranea, nei pressi dell'attuale stazione, "galeotta fu" la sottostazione elettrica.
                                                                   
Se non vi fosse stata quella sottostazione con la retrostante fascia verde di rispetto dai cavi della linea ad alta tensione, non avrebbero avuto possibilità alcuna per ipotizzare, sulla carta, quella galleria di accesso alla fermata sotterranea, che, fatta disegnare, alla fine degli anni novanta, nelle esercitazioni grafiche di allievi della Facoltà di Architettura dell'Università di Palermo, finì per essere accolta dalle Ferrovie, che la previdero nel progetto definitivo del raddoppio ferroviario.
Quello, poi andato in appalto nel 2012, con la linea spostata a valle di un paio di centinaia di metri, rispetto a quella che, sino ad allora, le stesse Ferrovie avevano previsto nei loro progetti di massima del raddoppio ferroviario nella tratta Ogliastrillo-stazione di Castelbuono.

Se non vi fosse stata quella sottostazione, neanche a livello di esercitazione grafica, sarebbe stato possibile ipotizzare una galleria di accesso diversa da quella con imbocco nel muro con pianta a trapezio, che la delimita nel lato di monte.
Ciò perché, qualsiasi altra soluzione sarebbe risultata talmente superficiale da sottopassare, di pochissimo, il piano cantinato di uno degli edifici della zona se non, addirittura, di passarvi dentro.
Per superare l’originaria, ed a mio giudizio fondatissima, resistenza di RFI, quel “pugno di amici” arrivò a proporre, persino, una fermata in trincea nell’area di sedime dei binari della stazione attuale.
Una fermata, che, ancora oggi, non riesco a capire come e quando la si sarebbe potuta realizzare, se è vero come non può non essere vero, che per tutta la durata della sua realizzazione, i treni sarebbero dovuti transitare lungo i binari che sarebbe stato necessario dismettere.

Nel 2000 l'INNAMORAMENTO di quelpugno di amcidivenne talmente ORBO da indurli ad ipotizzare, persino, una galleria di accesso con imbocco in un altro muro.
Quello in fondo alla Piazza Bellipanni dell'EGV CENTER, sotto la scarpata della piazza dell’attuale stazione,
          
         
come era stata disegnata nelle tavole che seguono, www.qualecefalu.it/node/24657 .
                     
                     
                     
Tavole della più “geniale” delle gallerie di accesso, che quello stesso “pugno di amici”, con apposita lettera inviata l’08/05/2001 all’allora Sindaco Simona Vicari ed all’allora Presidente del Consiglio Franco Sideli, avrebbe voluto venissero  illustrate alla Giunta ed al Consiglio, da chi le aveva fatte disegnare e da chi le aveva disegnate.

Di quella galleria, l'11/12/2021, www.qualecefalu.it/node/24697, ho scritto che si sarebbe potuta realizzare, solo con "picu, pala e carriuola".
Per significare che, per realizzarla nel luogo nel quale era stata disegnata, non erano impiegabili mezzi pesanti quali escavatori, ruspe, camion e betoniere.

Affido all'intelligenza di chi dovesse leggermi le altre valutazioni su tale galleria.
Non di natura ingegneristica, ma di natura logistica.
Le più ovvie, quelle, dettate dal buon senso, sulle ripercussioni, che la galleria di accesso con imbocco nella piazza urbana, che più “pienamente” urbana non sarebbe potuta essere, avrebbe avuto su quella stessa piazza, di uso pubblico in ambito condominiale, sui servizi minimi ai viaggiatori, che quella piazza non avrebbe potuto offrire e su quelle altre ripercussioni, paradossalmente, urbane che più “pienamente” urbane non sarebbero potute essere, che l’inevitabile incremento di traffico avrebbe indotto lungo la via Roma, nella quale la stessa piazza sfocia.
E non mi riferisco alle ripercussioni sul traffico in corso d'opera.
Quelle non ci sarebbero potute essere.
Perché quella galleria, di cui, sul luogo dell’imbocco, qualcuno ebbe, pure, a tracciare l'asse,
                                                                                                                    

sarebbe stata irrealizzabile, per non usare altri aggettivi, e ve ne sono tanti, meno eufemistici e meno generosi, ma, certamente, più idonei a qualificarla.
Più irrealizzabile, ed è quanto dire, di quella con imbocco nel muro a monte della sottostazione elettrica, i cui lavori procedono.
          
          

Tanto non è importante che la galleria di accesso e la fermata vengano ultimati, è importante che Pantalone paghi i lavori che via via vengono eseguiti.

Saro Di Paola, 17 giugno 2024