La zuppa, il pan bagnato ed i pareri sulla galleria di sfollamento

Ritratto di Saro Di Paola

26 Febbraio 2024, 15:40 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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Come si legge nella relazione generale, www.qualecefalu.it/node/24780il progetto definitivo della rampa di accesso alla galleria di sfollamento, il n°4, si è reso necessario perché la Soprintendenza ai BB. CC. e AA., aveva bocciato il precedente progetto definitivo, il n°3, ritenuto  “… non compatibile con gli indirizzi della pianificazione e tutela paesaggistica….”.

Il 10 maggio 2023, www.qualecefalu.it/node/24649 , ci avevo azzeccato.
Avevo, infatti, scritto:
“La Soprintendenza ai BB. CC. e AA. esprimerà PARERE CONTRARIO.
Se dovesse esprimersi favorevolmente significherebbe che avrebbe abiurato al suo ruolo ed ai suoi compiti Istituzionali”.
Ciò perché, a mio giudizio, l’imbocco della galleria era stato ubicato a ridosso di un “bene architettonico-monumentale, la Villa Parlato, immerso, peraltro, in un parco, curatissimo e ricco di lussureggianti alberi secolari  e di essenze floreali rare e pregiate.
Il tutto, in un contesto ambientale che ne fa un unicum nella fascia collinare, bassa, del territorio cefaludese”.
                                          
Un unicum che, a mio giudizio, la soluzione n°4 comprometterebbe almeno quanto la soluzione n°3 già bocciata dalla Soprintendenza.
Per rendersene conto basta raffrontare la fig. 7 della soluzione n°3
                                          
con la fig 5 della soluzione n° 4.
                                          

Ragione per cui, leggere nella relazione sulla soluzione n°4 che “la configurazione di progetto aggiornata, è stata condivisa con la Soprintendenza che con la nota 0012345 del 5 luglio 2023 ha espresso parere favorevole”, mi ha lasciato, quantomeno, perplesso.

A meno che, alla Soprintendenza, per rendere compatibile con gli indirizzi della pianificazione e tutela paesaggistica, non è bastata la delocalizzazione, di qualche decina di metri, dell’imbocco della galleria, a Sud e non ad Est della Villa Parlato.
Per di più non sotto il piano di campagna, com’era l’imbocco nella soluzione n°3, ma sotto il terrapieno artificiale, che si renderebbe necessario per “limitare l’impatto ambientale della struttura scatolare in cemento armato su più livelli che funge da imbocco“.
Quasi che il volume fuori terra di uno scatolare in cemento armato sia, paesaggisticamente, più impattante di un volume di terra, per forza di cose, più alto e più consistente.
                                                                            

A meno che, a fare esprimere alla Soprintendenza parere contrario sul progetto definitivo n°3, non era stato il fabbricato tecnologico, indicato con la freccia rossa nella foto simulazione di questo stesso progetto,
                                            
che, nel progetto definitivo n°4, viene posto interrato sotto l’area tecnica.

Orbene, a prescindere dalle mie argomentazioni, può, potrebbe o potrà, pure, essere che il parere della Soprintendenza sulla nuova soluzione sia stato, o sarà, favorevole.
Infatti, pur essendo un parere assolutamente vincolante, è un parere talmente discrezionale da potere essere subordinato alla differenza tra la zuppa ed il pan bagnato.

Però, per l'opera in ispecie, ciò nonostante e paradossalmente, la tutela paesaggistica, certamente importantissima, è secondaria rispetto alle tutele, cui sono chiamati a sovrintendere l’Ufficio del Genio Civile di Palermo e l’Autorità di Bacino del Distretto Idrografico della Sicilia.

Dei pareri, che i predetti enti hanno rilasciato sulla soluzione n°3, ho già scritto, www.qualecefalu.it/node/24641 , www.qualecefalu.it/node/24643 , spiegando le ragioni, per le quali le osservazioni, le prescrizioni e le precisazioni contenute nel primo, lo rendevano favorevole, soltanto, formalmente e contrario nella sostanza e, nel secondo, quelle, per le quali i considerata, le raccomandazioni e le prescrizioni in esso contenuti rendevano il nulla osta idraulico e l’autorizzazione all’accesso nell’alveo del torrente Pietrapollastra, cioè l’Autorizzazione Idraulica di Bacino (A.I.U.) nel suo complesso,  soltanto un modo diverso per non dispiacersi con RFI con un parere contrario.
Ciò nel chiaro intendimento di “mettersi il bastone dietro la porta”, in tutti i sensi e contro tutti.
Comune di Cefalù, compreso.

Tali pareri, ove dovessero essere formalmente necessari anche sulla soluzione n°4, non potranno che restare quelli già espressi sulla soluzione n°3 e, cioè, sostanzialmente contrari.
Infatti, imbocco e fabbricato tecnologico a parte, nella soluzione n°4  la rampa di accesso alla galleria di sfollamento, è rimasta identica a quella che, per sviluppo plano-altimetrico, era nella soluzione n°3.
Soltanto, pochi metri di lunghezza in più, che nella soluzione n°4 sono 580, e che, sommati ai 400 metri di lunghezza delle due banchine della fermata, fanno salire a 980 metri la distanza che, per riveder le stelle, sarebbe costretto a percorre l’ipotetico viaggiatore, che, in caso di emergenza, dovesse  fuggire dalla fermata trovandosi all’estremità, lato Messina, di una delle due banchine.

Saro Di Paola, 26 febbraio 2024