Il Parlamento Generale del Regno di Sicilia del 1802, a Palermo

Ritratto di Carlo La Calce

15 Dicembre 2023, 18:10 - Carlo La Calce   [suoi interventi e commenti]

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Il Parlamento Generale del Regno di Sicilia del 1802, a Palermo

L’importante ruolo di Monsignor Francesco Vanni, Vescovo di Cefalù

 

Ricostruzione da una lettera confidenziale recante il sigillo della Casa Reale di Borbone, inviata a Rodrigo La Calce, a Cefalù, il 12 marzo 1802, da un “addetto” (un funzionario, probabilmente) alla Corte. Alla lettera è allegata copia del cerimoniale da tenersi in occasione dell’apertura del Parlamento Generale da parte del Re.

 

La cerimonia di apertura si tenne l’8 marzo dell’anno 1802 a Palermo, nel Palazzo Reale, alla presenza - per la prima volta dopo secoli - del Sovrano in persona. Ferdinando volle sorprendere e stupire i Siciliani con un cerimoniale pomposo e solenne, in un contesto scenografico sfarzoso e spettacolare in cui si rispecchiava la magnificenza della casa regnante di Borbone.

Il prestigioso compito di presiedere il Braccio ecclesiastico (il primo Braccio del Parlamento) fu - per volere di Ferdinando - affidato a Monsignor Vanni, Vescovo di Cefalù, la cui risposta - a nome dell’intero

Parlamento - al roboante ed autocelebrativo discorso di apertura del Re fu molto apprezzata per lucidità, compostezza ed equilibrio.

I Siciliani, compiaciuti delle assicurazioni fatte dal Sovrano nel suo discorso (la cui lettura - come da protocollo - era stata affidata al Protonotaro del Regno) riguardo alla intenzione di mantenere la Corte a Palermo, concessero “donativi” oltremodo ingenti ed accordarono anche un sussidio straordinario di un milione di scudi.

 

Annotazioni

Francesco Vanni dei Principi di San Vincenzo (Palermo, 1730 - 1803): dell’Ordine dei Teatini, dopo essere stato Vicario generale dell’Arcidiocesi di Palermo prima, Vescovo titolare di Terme successivamente e quindi Vescovo ausiliare di Messina, fu infine Vescovo di Cefalù dal 1789 al 1803.
Al termine della seduta del Parlamento Generale del 1802, fu nominato Deputato del Regno e, prima della partenza del Re alla volta di Napoli, fu insignito da Ferdinando - nel corso di una sontuosa e solenne cerimonia di vestizione mai prima di allora svoltasi in Sicilia - dell’Ordine di San Gennaro, prestigioso Ordine di collare con diretta dipendenza dalla dinastia regnante di Borbone.

 

Oltre al Vanni, gli altri Deputati neodesignati furono: l’Arcivescovo di Palermo, Monsignor Moncada e Monsignor Berengario Gravina per il Braccio ecclesiastico; il Principe di Butera, il Principe di Pantelleria, il Conte di S. Marco e il Principe di Leonforte per il Braccio militare; il Marchese Ugo, il Cavaliere Ignazio Branciforti, il Marchese Benenati ed il Pretore di Palermo per il Braccio demaniale.

 

Nonostante le rassicurazioni del Sovrano circa la permanenza della Corte a Palermo espresse nel discorso di apertura del Parlamento, non appena gli accordi con Napoleone lo resero possibile, Ferdinando e la sua Corte - nel giugno 1802- fecero ritorno a Napoli, tradendo di fatto le aspettative dei Siciliani.

 

A dimostrazione del peso politico della Curia cefaludese va ricordato inoltre come già tra il cinquecento ed il seicento ben quattro Vescovi della cittadina normanna erano stati chiamati a ricoprire importanti e prestigiose cariche civili: a presiedere il Parlamento Generale furono, rispettivamente nel 1588 e nel 1635, i Vescovi Gonzaga e Branciforte; i Vescovi Corsetto e Gisulfo furono, nel 1640 il primo e nel 1656 il secondo, nominati rispettivamente Presidente e Capitano Generale del Regno.

 

Rodrigo La Calce (Cefalù, 1773 - 1837): storico e letterato cefaludese, ricoprì nella cittadina normanna cariche pubbliche di rilievo.

 

Ferdinando IV di Borbone

Monsignor Francesco Vanni

 

La lettera indirizzata a Rodrigo La Calce

 

La prima pagina del cerimoniale