23 Novembre 2023, 07:00 - Saro Di Paola [suoi interventi e commenti] |
È stato nel dicembre dello scorso anno, che i Sindacati, dopo averlo preannunziato, hanno, per la prima volta, "proclamato lo stato di agitazione con conseguente mobilitazione di tutti i lavoratori" assunti dalla ToTo per i cantieri del raddoppio ferroviario.
Ciò perché l’Impresa, con "200 lavoratori da mesi in cassa integrazione ed altri 150 lasciati a casa con la promessa di retribuzione", non aveva saldato le spettanze per la mensilità di novembre e per la tredicesima, www.qualecefalu.it/node/24647.
Successivamente, i Sindacati hanno proclamato ed organizzato altre mobilitazioni con scioperi e sit-in, quando, per quegli stessi lavoratori, le spettanze non corrisposte dalla ToTo sommavano quelle di due o tre mensilità.
Mobilitazioni, scioperi e sit-in, che, sistematicamente, si sono conclusi con incontri tra i rappresentanti dei Sindacati e rappresentanti delle Istituzionali, al termine dei quali, puntuali, sono arrivate le dichiarazioni delle parti.
Dichiarazioni di soddisfazione per la promessa del pagamento ai lavoratori delle spettanze arretrate e per quell'altra dell'imminente ripartenza dei lavori, altrettanto sistematicamente, disattesa.
L'ultima volta è avvenuto ieri l’altro, il 20 novembre scorso, www.qualecefalù.it/node/24730, quando il pagamento delle spettanze arretrate è stato dato per imminente e la ripartenza dei lavori è stata promessa “entro il primo trimestre del 2024”.
Sorprende il fatto che, negli incontri e nelle dichiarazioni che ne sono, sempre, seguite le parti non hanno fatto cenno alcuno ad altri lavoratori.
Quelli dei subappaltatori e dei fornitori della ToTo, che aspettavano ed aspettano, e non da due o tre mesi, il pagamento delle proprie spettanze per le attività eseguite per conto della ToTo e per le forniture di materiali ed attrezzature alla ToTo medesima.
Quasi che i lavoratori di tali aziende non abbiano gli stessi diritti di quelli della ToTo.
Quasi che sia ineluttabile che le traversie economiche, che la ToTo sta vivendo ed affrontando, per quanto se ne sappia per responsabilità non proprie, si ripercuotano su di esse, che, certamente, hanno spalle meno larghe di quelle della ToTo, mettendole in grossa difficoltà economica.
Mettendole nello stato di default, cioè, nella condizione di non potere onorare le spettanze ai propri dipendenti, quelle altre ai propri fornitori e le proprie, indifferibili, scadenze fiscali.
Per le aziende in tale condizione ormai da una decina di mesi, torno a citare quella del piccolo imprenditore di Castel di Tusa, Angelo Drago, www.qualecefalu.it/node/24629.
Egli, primo lavoratore della sua azienda e cefaludese d’adozione, con i cantieri ed i lavoratori della ToTo fermi da mesi, ha portato a termine, la scorsa primavera, i lavori di ripristino della larghezza della sede della SS.113, nel tratto tra il Palasport ed il bivio per Roccazzo, lungo il quale nei primi di marzo del 2021, si era registrato il cedimento della paratia, tra questo tratto di strada e la trincea a valle, che la ToTo stava approfondendo.
Drago l’ha fatto, approntando i propri mezzi ed i propri lavoratori, anticipando consistenti risorse per l’acquisto di materiali, in tempo utile per evitare alla collettività le lunghe code di autoveicoli, in entrata ed in uscita da Cefalù, in occasione delle festività di primavera e durante la stagione balneare.
L’azienda del Signor Drago e le altre nelle sue stesse condizioni hanno il diritto di essere tutelate.
Dalle Istituzioni politiche.
I loro lavoratori hanno il diritto di essere tutelati.
Dai Sindacati e dalle Istituzioni politiche.
Quanto, e come, sono stati, sinora, tutelati i lavoratori della ToTo.
Non sono lavoratori di serie B.
Saro Di Paola, 23 novembre 2023
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