6 Aprile 2023, 09:44 - Saro Di Paola [suoi interventi e commenti] |
Il 29 marzo, con la nota che pubblico di seguito, RFI ha inoltrato al Comune l'avviso di avvio del procedimento volto all’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio sulle aree interessate dalle opere per la rampa di accesso alla galleria di sfollamento.
L'accesso alla nuova rampa è quello, che, nella planimetria che segue, nei mesi scorsi, ho, grossolanamente, segnato con il rettangolo giallo.
A mio giudizio, il più significativo dei passaggi dell'AVVISO è quello, che ho sottolineato in rosso nella sua prima pagina e nel quale RFI scrive:
"Si prevede la delocalizzazione dell’accesso al di fuori dell’area urbana di Cefalù in un contesto meno urbanizzato situato a ridosso della via Piatrapollastra”
Tale passaggio è il più significativo perché giustifica la delocalizzazione dell'accesso al di fuori dell'area urbana di Cefalù, col fatto che il contesto a ridosso della via Pietrapollastra, nel quale è previsto, è meno urbanizzato, ovviamente, rispetto a quello dello Spinito, nel quale la previsione del 2003 lo ubicava e che è risultato irrealizzabile perché avrebbe tappato il tubo ARMCO del diametro di 2,00 metri nel quale scorrono le acque di quello che era il torrente Spinito.
Tale giustificazione, inspiegabilmente, non attribuisce peso alcuno al fatto che la delocalizzazione medesima "estende per circa 450 metri la lunghezza della galleria totalmente interrata", che, dislocata tra le canne dei due binari e parallela ad esse, è collegata alle banchine della fermata da un pettine di gallerie trasversali.
Quasi che tale estensione sia assolutamente ininfluente sugli scenari di rischio per l'intera fascia sottopassata dalla stessa galleria.
Scenari, che, per il costruito dello Spinito, il Prof. Cafiso aveva prefigurato con i meccanismi rappresentati nelle sezioni con le quali ha esitato la relazione che gli era stata commissionata dal Comune.
È vero il contrario.
Per gli ordini di motivi di cui ho già, ampiamente, scritto (www.qualecefalu.it/node/24530) e che attengono:
1- ai rischi che la dislocazione della rampa di accesso alla galleria di sfollamento comporta per la stabilità della via Pietrapollastra e delle sue reti di sottosuolo, prima fra tutte la condotta fognaria dell'Ospedale Giglio.
2- ai rischi che la galleria di sfollamento estende agli edifici ed alle opere di urbanizzazione compresi in una fascia d'influenza più lunga di quei 450 metri,
che si aggiungono agli altri 500 metri circa del suo restante tratto necessario affinché la stessa arrivi all’estremità lato Messina delle banchine dei binari.
Il tutto per una galleria di sfollamento, che RFI, nella nota al Sindaco del 17 marzo del 2022, aveva definito “peggiorativa”, rispetto alla galleria con imbocco allo Spinito, “perché allunga il tempo necessario per il raggiungimento dell’esterno da parte degli utenti in condizioni di emergenza”.
Come dire che, con la delocalizzazione a Pietrapollastra dell'accesso alla rampa della galleria di sfollamento, passiamo dalla padella alla brace.
Che, poi, tale passaggio, nel 2023, stia avvenendo col supporto di un solo sondaggio geomeccanico, (www.qualecefalu.it/node/24511), peraltro con esiti sconfortanti,
eseguito il 24,25 e 26 ottobre 2022 in via Pietrapollastra e per di più in uno solo dei punti sovrastanti la gruviera di gallerie, lunghe oltre 1500 metri, indispensabili per la fermata sotterranea, dice tutto della leggerezza, se non della irresponsabilità, con la quale, negli anni 1999-2000, venne “ideata” la fermata medesima e con la quale, nei successivi 23 anni, è stata portata avanti la sua "progettazione".
Povera Italia, povera Cefalù.
Saro Di Paola, 6 aprile 2023
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